Si è concluso durante la nottata il ciclo di impegni e di incontri pubblici che ha portato per la prima volta da quando è stato eletto, nel maggio di quest’anno, il presidente della repubblica polacca, Andrzej Duda negli Stati Uniti d’America. Il viaggio istituzionale del capo di stato è stato ricco di spunti interessanti, ed è possibile suddividerlo in due fasi: l’incontro con le numerose comunità di cittadini statunitensi di origine polacca che risiedono negli USA, e il discorso tenuto al “Palazzo di Vetro” in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Duda ha aperto ufficialmente il suo viaggio con l’omaggio reso al memoriale di “Ground Zero” a New York, in ricordo dell’attentato alle Torri Gemelle del 11 settembre 2001. Subito dopo, si è spostato nel quartiere di Greenpoint, dove ha incontrato i membri della comunità polacco-americana, partecipando insieme a loro alla funzione religiosa tenutasi nella parrocchia di San Stanislaus Kostka. Le relazioni di Duda con i delegati delle comunità polacche hanno rappresentato un momento di grande importanza per gli obbiettivi del presidente: non solo durante le elezioni presidenziali dello scorso maggio il sostegno delle associazioni d’oltreoceano a Duda fu netto, ma queste svolgono anche importanti azioni di lobbying all’interno del Congresso americano, per favorire una convergenza di obbiettivi tra Varsavia e Washington. Sarà importante per Duda continuare ad avvalersi del loro appoggio, specialmente in un momento storico dove l’amministrazione di Barack Obama guarda sempre con più distacco alla Polonia, specialmente su temi come la costruzione del tanto agognato sistema anti-missilistico, sulla quale Duda si era incontrato per discuterne poco prima della partenza con il presidente del suo partito, Diritto e Giustizia (PiS), Jarosław Kaczynski.
La parte più importante del viaggio del capo dello stato si è svolta nella giornata tra sabato e domenica, quando ha preso parte ai lavori per la settantesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Duda ha tenuto il suo discorso nella giornata di domenica, dove era in elenco subito dopo Barack Obama, e nello stesso giorno in cui erano presenti il presidente ucraino Petro Poroshenko e quello lituano, Daila Grybauskaite. Le parole pronunciate del presidente polacco di fronte ai delegati dei paesi membri dell’ONU sono state incentrate sul grande ruolo che l’Organizzazione nata nel 1945 ha avuto nella difesa dell’ordine e del diritto internazionale. Il presidente ha chiamato in causa il paragone con la Seconda Guerra Mondiale e il destino che questa riservò alla Polonia, divenuta una terra di conquista in seguito al Patto Molotov-Ribbentropp dell’agosto 1939, il quale sancì la spartizione del paese tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica. L’ONU è stato ritenuto dal presidente come uno strumento fondamentale per la sicurezza mondiale e per il rigetto della logica delle sfere di influenza e la divisione del mondo in blocchi contrapposti. Un chiaro messaggio lanciato da Duda al presidente della Federazione russa Vladimir Putin e alle politiche neo-imperialiste che il Cremlino avrebbe rimesso in piedi negli ultimi anni, minacciando direttamente la sicurezza nazionale della Polonia.
L’aver toccato anche altri temi di grande rilevanza come la difesa della famiglia, la questione inerente la crisi dei rifugiati, e i problemi dell’area mediorientale, ha ribadito a molti osservatori il ruolo che la Polonia intende giocare un ruolo all’interno dell’ONU. Varsavia e il suo presidente infatti intendono portare avanti l’ambizioso processo di rafforzamento del Paese nello scenario mondiale, trasformandolo in un attore di primo piano e rafforzando il suo coinvolgimento nello sviluppo di decisioni di primo piano. Non è un mistero che il grande sogno di Duda, e del governo polacco, sia la nomina di Varsavia ad uno dei seggi a rotazione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, da realizzare per il 2018-2019 e sulla quale gravano numerosi dubbi circa la effettiva realizzazione, in particolare per il possibile veto posto dalla Russia.
L’ultima tappa del viaggio a stelle e strisce è stata spesa da Duda in una conferenza tenuta al Consolato polacco di New York nella serata di martedì. Il cuore del discorso è stato incentrato ancora una volta sull’esperienza del secondo conflitto mondiale e sull’importanza che hanno rivestito gli emigranti polacchi in America sia nella ricostruzione e nella salvaguardia dell’identità nazionale, sia nel ruolo che hanno rivestito nell’opposizione al regime comunista fino al 1989. Le comunità polacche sono state celebrate dal presidente come portatrici di un ruolo essenziale nella salvaguardia della repubblica e nel continuo miglioramento delle sue funzioni.
Fonti: Radio Poland, Newsweek.pl