Migliaia di persone hanno manifestato nella capitale montenegrina, Podgorica, per chiedere le dimissioni del governo di Milo Djukanovic. Riuniti davanti al Parlamento di Podgorica i manifestanti sventolavano bandiere montenegrine e serbe, e cartelli con la scritta “Dimissioni”, “Fuori i corrotti” e “Fuori i ladri”.
Le prime proteste dell’opposizione guidate dalla coalizione Fronte Democratico sono iniziate il 27 settembre chiedendo un governo transitorio che gestisca “elezioni vere” per eleggere un governo democratico. I leader dell’opposizione come Andrija Mandic del movimento filo-serbo “Nova” hanno chiesto manifestanti di rimanere davanti al parlamento fino a quando il governo non si è dimesso, una domanda ascoltata da circa 350 manifestanti, alcuni dei quali hanno montato delle tende. “E’ stato il più grande raduno politico dal referendum [d’indipendenza nel 2006, ndr] e queste persone ci hanno dato forza, soprattutto quelli che sono rimasti qui”, ha detto Mandic.
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Il governo del premier Djukanovic ha risposto attraverso il portavoce del Partito Democratico dei Socialisti (DPS), Caslav Veshovic, il quale ha detto che proteste sono un totale fallimento del Fronte Democratico, aggiungendo che ciò non sorprende, perché, “falliti sono gli organizzatori della protesta, fallite sono le proteste“.
Tuttavia, il presidente del Parlamento Ranko Krivokapic ha invitato i partiti di opposizione che organizzano proteste a tornare in parlamento, perché, come detto, “questo è l’istituzione che ha dimostrato di essere in grado di risolvere i problemi”. Krivokapic ha poi osservato che un governo tecnico non è una buona idea, ma è una opzione possibile se la corruzione politica continua.
Il governo di coalizione guidato da Djukanovic è stato formato dopo le elezioni del 2012. Il premier Djukanovic, 53 anni, è al centro del potere in Montenegro a partire dai primi anni 1990. Ha vinto la rielezione come primo ministro tre anni fa, segnando la terza volta che ha ricoperto la carica dopo l’indipendenza nel 2006, quando il paese si distaccò dalla Serbia.
Il Montenegro è uno dei cinque stati candidati a entrare nella Ue e nella Nato, ma il suo cammino è ostacolato da corruzione, problemi di libertà di stampa e criminalità organizzata.