960403-A-2407B-008 Photo of a suburb in Sarajevo Bosnia after the fighting that took place between the Serbians and the Muslims,taken by Specialist Nadine Byrnside from the 55th Signal Company Combat Camera team, in a place called Grbavica on 3 April 1996.

CALCIO: Lo stadio di Grbavica, dal fronte della guerra al torrido derby di Sarajevo

Lo stadio Grbavica di Sarajevo non dista più di 700 metri dal confine con Istočno Sarajevo, la città gemella che fa capo alla Republika Srpska, la regione autonoma della Bosnia ed Erzegovina a maggioranza serba. Il confine tra Sarajevo e la sua vicina di Srpska segna anche una linea del fronte a cui lo stadio Grbavica è stato pericolosamente vicino per gli oltre quattro anni di durata dell’assedio della capitale bosniaca. Le forze serbe e l’esercito jugoslavo occuparono l’impianto nei primi mesi del 1992 e ne incendiarono gli spalti, allora costruiti in legno, il 4 maggio dello stesso anno. Tra le fiamme e gli sciacalli andarono persi oltre trecento trofei. Non era un caso che fosse soprannominato Dolina Ćupova, la Valle delle Coppe.

La Valle delle Coppe è lo stadio costruito nel 1953 dallo Željezničar Sarajevo, la squadra dei ferrovieri della capitale bosniaca, quella con il più ampio seguito popolare, rispetto alla tradizione più legata alla borghesia cittadina dei granata del FK Sarajevo. Alla fine dell’assedio, a quasi quattro anni dall’incendio dell’impianto, sull’erba dello stadio Grbavica si tornò a giocare a calcio. Era il 2 maggio 1996, e a scendere in campo furono proprio lo Željo e i Bordo-Bijeli del FK Sarajevo, nel primo derby di Sarajevo dopo la fine del conflitto. Un derby che si ripeterà questo week-end proprio allo stadio Grbavica, in una gara valida per l’undicesima giornata della Premijer Liga bosniaca.

A partire avvantaggiata sembra essere la squadra campione uscente FK Sarajevo, che occupa il secondo posto in classifica a -2 dalla vetta, viene da tre vittorie consecutive nella lega (con nove gol segnati e nessuno subito) e settimana scorsa ha anche ottenuto ai rigori lo scalpo della capolista Zrinjski Mostar in una trasferta di coppa. A trascinare la squadra è l’attaccante croato Leon Benko, capocannoniere del campionato con 7 gol in 9 partite. Lo Željezničar langue all’ottavo posto in classifica e deve rifarsi dopo una sconfitta 2-0 contro il Travnik. La squadra ha appena esonerato l’allenatore Vlado Čapljić, in carica da soli 17 giorni, in contemporanea con l’annuncio delle dimissioni irrevocabili del presidente del club Almir Gredić.

Parte delle fortune del FK Sarajevo sono legate anche all’acquisto della squadra da parte dell’imprenditore malesiano Vincent Tan, discusso proprietario del Cardiff City. Come spiega Pietro Cabrio su Nogometni: «La mossa del proprietario del Cardiff fa parte di un progetto che ha come obiettivo quello di far diventare l’FK Sarajevo la più grande scuola calcio del paese, dando poi la possibilità ai giovani più promettenti di trasferirsi in Inghilterra». Tan ha fatto parlare di sé anche in seguito alle alluvioni che hanno colpito i Balcani lo scorso anno, devolvendo alle vittime in Bosnia, Serbia e Croazia mezzo milione di sterline.

Storicamente i conti sono in grande equilibrio: in campionato l’FK Sarajevo ha vinto solo un derby in più rispetto ai trenta vinti dai “ferrovieri”, mentre 44 sono terminati in pareggio. I giocatori che hanno segnato di più nella storia della rivalità tra le due squadre sono, con sei reti a testa, Dželaludin Muharemović (Željezničar), attualmente direttore sportivo del club, e Asim Ferhatović (FK Sarajevo), che dà il nome allo stadio dei granata, alla cui maglia è rimasto fedele per tutta la sua carriera.

Negli ultimi anni il derby di Sarajevo ha fatto parlare soprattutto per gli avvenimenti extrasportivi e per gli scontri tra i Manijaci (“maniaci”, i tifosi dello Željo) e le Horde Zla (“orde malvagie”, dal titolo di un fumetto di Zagor, i tifosi del FK Sarajevo). Lo scorso anno il derby allo stadio Grbavica era stato sospeso in tre diverse occasioni per lanci di fumogeni e scontri tra i tifosi del FK Sarajevo con la polizia e i tifosi avversari, con un bilancio di numerosi feriti. Nell’occasione, la pagina Twitter della nazionale volle sottolineare: «Questo NON è il tradizionale derby di Sarajevo. Terribile».

Nella gara di ritorno, a fare notizia fu uno striscione omofobo esposto dalla curva granata proprio in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, e pesantemente condannato da Piara Powers, direttore esecutivo del network FARE (Football Against Racism in Europe). Tra aprile e giugno, inoltre, per due volte lo stadio Grbavica è stato oggetto di allarmi bomba. A luglio, in occasione della gara dei preliminari di Champions tra FK Sarajevo e Lech Poznań, gli scontri tra le due tifoserie e tra tifosi e polizia avevano causato ventisette feriti.

Foto: Nadine Byrnside (Flickr)

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

Leggi anche

Turchia campionesse

TURCHIA: Le campionesse di volley e un Paese diviso

La nazionale femminile di pallavolo della Turchia ha vinto l'europeo. Guidate dal talento di Melissa Vargas, le ragazze di Santarelli hanno fatto parlare di sé dentro e fuori dal campo. Gli attacchi omofobi a Karakurt hanno però restituito l'immagine di un Paese diviso...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com