CALCIO: Beşiktaş – Fenerbahçe. Derby per la classifica e per la città

Il Galatasaray è la squadra dell’élite ottomana, il Fenerbahçe quella più ricca e sostenuta dai vip, il Beşiktaş è la squadra del popolo. O ancora: il Galatasaray è la squadra degli ebrei, il Fenerbahçe quella dei greci e il Beşiktaş è degli armeni. Luoghi comuni e generalizzazioni sembrano necessari, quasi imprescindibili, se si vuole raccontare il calcio in una città come Istanbul. Tuttavia, dare delle etichette a una realtà sfaccettata come quella dell’universo calcistico della capitale turca risulta spesso inutile, e le definizioni finiscono per diventare stereotipi e macchiette. Di vero c’è che il calcio in Turchia è un problema che vale più di mille soluzioni, come recita un detto locale, e a Istanbul la questione è tanto seria da diventare argomento che influenza la vita degli abitanti a 360°, occupandone ogni ambito.

C’è un episodio specifico che permettere di capire la compenetrazione tra tessuto sociale e calcistico a Istanbul. Quando negli anni ’70 lo stadio Inönü era l’unico agibile, fu necessario il coprifuoco per mettere fine alla guerra tra bande dei tifosi. I sostenitori di ciascuna squadra rinunciavano al sonno pur di accaparrarsi i posti migliori in quell’impianto. Gli scontri, spesso armati, andavano avanti ad oltranza; dormire in casa non era un’opzione praticabile, pena la messa a repentaglio dell’incolumità dei membri della propria famiglia. Il governo turco decise che l’unica soluzione era quella di mettere in piedi un sistema di vigilanza serratissimo, e impedire la libera circolazione nelle strade prima delle 5 di mattino. Queste misure di sicurezza servirono a impedire la guerriglia nelle ore notturne, spostando l’orario degli scontri alle prime luci dell’alba. Da tali scontri uscirono vincitori i sostenitori della squadra bianconera, e i tifosi del Beşiktaş ottennero la possibilità di vedere la propria squadra dai posti migliori dello stadio.

Oltre allo stadio Inönü, l’altro simbolo per il Beşiktaş è senza dubbio il Çarşı, spirito condiviso prima che quartiere, gruppo ultras o partito politico: perché il Çarşı è tutte queste cose contemporaneamente. È un’idea di comunità, inizialmente abitata da marinai e giannizzeri, prima che di territorio. Si traduce e si declina in ciascun ambito della vita della collettività. Le posizioni socialiste della prima ora sono andate via via attenuandosi, e l’idea politica rimasta, ed esibita con orgoglio allo stadio, ha connotazione anarchica. La “A” della parola Çarşı nello striscione è cerchiata, a testimonianza della propria vocazione.

Il Fenerbahçe ha una storia molto diversa da quella del Beşiktaş. L’estrazione sociale dei suoi tifosi è molto diversa, cosi come lo è il modo di percepire e intendere il calcio. Il Fenerbahçe, a differenza del Beşiktaş, è una squadra che vince titoli e si gioca l’egemonia cittadina con il Galatasaray. Tuttavia sarebbe scorretto considerare il Fenerbahçe la Juventus di Turchia, perché nonostante i successi e il riconoscimento internazionale, ha mantenuto intatto il suo rapporto con la comunità di appartenenza a Istanbul. Se il Çarşı è l’espressione del localismo del distretto di Beşiktaş, il Fenerbahçe è l’immagine che tifo turco dà di sé all’estero. Sono numerosissimi i club dedicati al Fener in giro per il mondo, testimonianza dell’attaccamento alla propria squadra dimostrato anche da chi non ne vive la quotidianità. Eppure il Fenerbahçe è salito agli onori della cronaca internazionale nel passato recente per questioni legate a partite truccate che avevano per protagonista il suo presidente, per una aggressione a mano armata a opera dei suoi tifosi ai danni del pullman della squadra dopo una sconfitta, o per le minacce mediatiche a suon di machete verso gli scozzesi del Celtic Glasgow, per “riscaldare” il clima di una trasferta di Europa League. Gesti sporadici e individuali, ancora una volta, che finiscono per macchiare la reputazione di una squadra e una comunità.

Domenica Fenerbahçe e Beşiktaş si affronteranno, e il livello di attenzione sarà massimo. La rivalità tra le due squadre è molto accesa: di solito le due tifoserie non si risparmiano “attenzioni”. La violenza legata al mondo del calcio ha creato più di qualche grattacapo in Turchia, e non accade di rado di assistere a vere e proprie immagini di guerriglia in occasione dei derby cittadini. Come se non bastasse, dopo le prime cinque giornate di Süper Lig Fenerbahçe e Beşiktaş occupano le prime due posizioni della classifica, e non sembrano intenzionate a mollarle. Il Fenerbahçe ha potenziato la squadra con acquisti internazionali di indubbio valore come Nani e Robin van Persie, seppur non ancora in forma brillantissima, e ha nel mirino Mesut Özil. L’intento di primeggiare in patria e affermarsi all’estero non potrebbe essere più chiaro di così.

Foto: Ahyang (Flickr)

Chi è Matteo Marchello

Nato a Lecce, vive a Londra. Scrive di calcio per Trappoladelfuorigioco.it ed East Journal.

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