Un appello dall’Europa centrale sulla crisi dei rifugiati

Questa lettera aperta è stata inviata a EurActiv dalla Stefan Batory Foundation, una fondazione privata indipendente polacca fondata nel 1988 dal filantropo americano George Soros insieme a un gruppo di leader dell’opposizione democratica polacca degli anni ’80. E’ stata firmata da varie decine di intellettuali e politici dell’Europa centrale. Ve ne proponiamo una traduzione a cura di Gianluca Samà.

Stiamo affrontando una crisi umanitaria di enorme portata. Centinaia di migliaia di migranti dal Medio Oriente e dall’Africa stanno tentanto di raggiungere l’Europa nella ricerca di sicurezza, speranza e possibilità di una vita normale. Non così tanto tempo eravamo noi a bussare alla porta dell’Europa.

Non dobbiamo negare loro il nostro aiuto, ma purtroppo sono in tanti nella nostra regione a non essere d’accordo. Dopo il 1989 esistevano dei dubbi in seno alla Comunità Europea riguardo alla capacità dei Paesi dell’Europa centrale, dai Paesi Baltici alla Romania e Bulgaria, di integrarsi con l’Occidente, dovuti alla nostra Storia, le nostre tradizioni politiche e lo stato delle nostre economie. Tuttavia la parte d’Europa che noi rappresentiamo non è stata la principale causa delle minacce all’Unione di questa difficile decade.

Ma questa spaccatura all’interno dell’Unione Europea è riemersa oggi. Questa volta riguarda una questione morale. Ed è vero; non siamo responsabili per la instabilità e il collasso dei Paesi d’origine. Non siamo stati noi a trasformarli in Stati martoriati da incessante terrore, dove le persone rischiano di morire e dove la vita umana è solitaria, avvilita, abbrutita e corta. A differenze delle ex potenze coloniali e delle potenze imperiali che accolsero un altissimo numero di immigrati dopo la Seconda Guerra Mondiale, noi abbiamo poca esperienza nella coesistenza con diverse culture provenienti da terre lontane.

Ciò nonostante, in quanto genere umano, abbiamo il dovere di mostrare compassione e provvedere a loro assistendoli. Questo è anche un dovere da europei. La comunità europea fu fondata sul principio della solidarietà, e oggi non dobbiamo rifiutarci di prenderci responsabilità congiunte, e né tanto meno mostrarci ciechi di fronte alla sofferenza umana e alla situazione dei Paesi più colpiti dall’ondata migratoria crescente.

Rifiutandoci di aiutare, neghiamo l’idea stessa di solidarietà europea. In più sviliamo la solidarietà che altre nazioni hanno dimostrato nei confronti dei nostri Paesi. Questo eroderebbe le nostre fondamenta sulle quali, negli ultimi 25 anni, abbiamo costruito la nostra sicurezza, i nostri progetti per lo sviluppo e la nostra speranza di sfuggire dai nostri problemi storici della guerra, del dominio straniero e della povertà.

Nel nome della nostra umanità, dei nostri principi e dei nostri valori, invitiamo le autorità e i popoli della nostra regione a dimostrare solidarietà pratica nei confronti dei rifugiati, affinché essi possano sentirsi sicuri in mezzo a noi e possano avere la libertà di scegliere il proprio futuro.

Firmatari:

  • Bronisław Komorowski, ex Presidente della Polonia (2010-2015)
  • Aleksander Kwaśniewski, ex Presidente della Polonia (1995-2005)
  • Jerzy Baczyński, direttore del settimanale “Polityka”, Polonia
  • Gordon Bajnai, ex Primo Ministro dell’Ungheria (2009-2010)
  • Mirosław Bałka, scultore, Polonia
  • Zuzana Bargerova, avvocato, Human Rights League, Slovacchia
  • Zygmunt Bauman, sociologo, University of Leeds, Polonia/ Regno Unito
  • Igor Blaževič, fondatore del One World Festival
  • Uldis Bērziņš, poeta ed interprete, Lettonia
  • Henryka Bochniarz, presidente della Konfederacja Lewiatan, Polonia
  • Michał Boni, eurodeputato ed ex ministro, Polonia
  • Marek Borowski, senatore, ex ministro, ex vicepremier, ex presidente del Senato, Polonia
  • Bogdan Borusewicz, presidente del Senato, Polonia
  • Martin Bútora, sociologo, consigliere del Presidente, Slovacchia
  • Bogusław Chrabota, direttore del quotidiano”Rzeczpospolita”, Polonia
  • Włodzimierz Cimoszewicz,ex primo ministro, Polonia
  • Liudas Dapkus, vicedirettore del quotidiano “Lietuvos rytas”, Lituania
  • Aleš Debeljak, poeta e saggista, Slovenia
  • Pavol Demeš, ex ministro degli esteri, Slovacchia
  • Tibor Dessewffy, presidente di DEMOS Hungary, Ungheria
  • Ivaylo Ditchev, professore di scienze sociali e scrittore, Bulgaria
  • Magda Faltová, direttore dell’Association for Integration and Migration, Rep. Ceca
  • Władysław Frasyniuk, ex dissidente e deputato, Polonia
  • Rajko Grlić, regista, Croatia
  • István Gyarmati, diplomatico, Ungheria
  • Tomáš Halík, teologo e scrittore, Rep. Ceca
  • Agnes Heller, filosofo, Ungheria
  • Agnieszka Holland, direttore, Polonia
  • Štefan Hríb, direttore del settimanale “.týždeň.”, Slovacchia
  • Michal Hvorecký, scrittore, Slovacchia
  • Ivars Ījabs, politologo, Lettonia
  • Josef Jařab, ex senatore, rettore emerito della Palacký University di Olomouc, Rep. Ceca
  • Leszek Jażdżewski, direttore del periodico „Liberté!”, Polonia
  • Jerzy Jedlicki, storico delle idee ed ex dissidente, Polonia
  • Jana Juráňová, scrittrice, Slovacchia
  • Aleksander Kaczorowski, giornalista e saggista, Polonia
  • Éva Karádi, direttore del periodico “Magyar Lettre Internationale”, Ungheria
  • Dávid Korányi, ex sottosegretario di stato vice direttore del Dinu Patriciu Eurasia Center, Ungheria / Stati Uniti
  • János Kornai, Professore emerito, Harvard University e Corvinus University di Budapest, Ungheria
  • András Kováts, direttore, Menedék – Hungarian Association for Migrants, Ungheria
  • Dominika Kozłowska, direttore del mensile “Znak”, Polonia
  • Ivan Krastev, presidente del Centre for Liberal Strategies, Bulgaria
  • Marcin Król, storico delle idee, University of Warsaw, Polonia
  • Andrius Kubilius, ex primo ministro, Lituania
  • Jarosław Kuisz, direttore del settimanale online “Kultura Liberalna”, Polonia
  • Ewa Kulik-Bielińska, direttrice della Stefan Batory Foundation, presidente della European Foundation Centre, Polonia
  • Tomasz Lis, direttore del settimanale “Newsweek Polska”, Polonia
  • Ondřej Liška, ex ministro dell’educazione, presidente del partito dei Verdi, Rep. Ceca
  • Ewa Łętowska, ex difensore civico, Polonia
  • Vita Matiss, analista politico e saggista, Latvia
  • Jiří Menzel, regista, Rep. Ceca
  • Adam Michnik, direttore del quotidiano “Gazeta Wyborcza”, Polonia
  • Piotr Mucharski, direttore del settimanale “Tygodnik Powszechny”, Polonia
  • Alvydas Nikžentaitis, presidente del Comitato Nazionale Lituano degli Storici, Lituania
  • Zbigniew Nosowski,direttore del mensile “Więź”, Polonia
  • Janina Ochojska, presidente della ONG Polish Humanitarian Action, Polonia
  • Andrzej Olechowski, ex ministro delle finanze e ministro degli esteri, Polonia
  • Jurica Pavičić, scrittore, Croazia
  • Marta Pardavi, co-presidente, Hungarian Helsinki Committee, Ungheria
  • Solomon Passy, ex ministro degli esteri, Bulgaria
  • Jiří Pehe, politologo e scrittore, Rep. Ceca
  • Petr Pithart, ex primo ministro, Rep. Ceca
  • Adam Pomorski, presidente del PEN Club polacco, Polonia
  • Wojciech Przybylski, direttore di“Respublica Nowa” e “Eurozine”, Austria-Polonia
  • László Rajk jr., architetto, designer e attivista politico, Ungheria
  • Rein Raud, autore e teorico culturale, Estonia
  • Adam Daniel Rotfeld, ex ministro degli esteri, Polonia
  • Martin Rozumek, direttore, Organization for Aid to Refugees, Rep. Ceca
  • Andrzej Seweryn, attore teatrale e regista, Poland
  • Sławomir Sierakowski, direttore dell’Institute for Advanced Studies, Polonia
  • Martin Milan Šimečka, scrittore e giornalista, Slovacchia / Rep. Ceca
  • Marta Šimečková, giornalista ed interprete, Slovacchia
  • Karel Schwarzenberg, ex ministro degli esteri, Rep. Ceca
  • Aleksander Smolar, presidente della Stefan Batory Foundation, Polonia
  • Ladislav Snopko, sceneggiatore, ex ministro della cultura, Slovakia
  • Andrzej Stasiuk, scrittore, Polonia
  • Petruška Šustrová, ex dissidente, Rep. Ceca
  • Jerzy Szacki, sociologo, University of Warsaw, Polonia
  • Małgorzata Szczęśniak, set designer, Polonia
  • Monika Sznajderman, direttore, “Wydawnictwo Czarne”, Polonia
  • Soňa Szomolányi,politologo e sociologo, Slovacchia
  • Erik Tabery, editor-in-chief of the “Respekt” weekly, Rep. Ceca
  • Béla Tarr, regista, Ungheria
  • Stefan Tafrov, diplomatico e attivista per i diritti umani, Bulgaria
  • Vesna Teršelič, direttore di Documenta – Centre for Dealing with the Past, Slovenia
  • Róża von Thun und Hohenstein, eurodeputata, Polonia
  • Dubravka Ugrešić, poeta e saggista, Croazia
  • Rimvydas Valatka, giornalista e deputata, Lituania
  • Magdaléna Vášáryová, deputata, Slovacchia
  • Tomas Venclova, poeta, Lituania
  • Krzysztof Warlikowski, direttore di teatro, Polonia
  • Jakub Wygnański, presidente della Unit for Social Innovation and Research – Shipyard, Polonia
  • Adam Zagajewski, poeta e saggista, University of Chicago, Polonia / Stati Uniti
  • Péter Zilahy, scrittore, Ungheria
  • Andrzej Zoll, ex presidente della Corte Costituzionale, Polonia

 

Chi è Gianluca Samà

Romano, classe 1988, approda a East Journal nel novembre del 2014. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi Roma Tre con una tesi sulle guerre jugoslave. Appassionato di musica, calcio e Balcani.

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