di Filip Stefanović
È stato arrestato lunedì dalle autorità serbe, sul confine tra Serbia e Bosnia, Božidar Vučurević, sindaco di Trebinje durante la guerra, comune dell’odierna Republika Srpska meridionale, vicino al confine croato. Stretto collaboratore di Karadžić, ricercato da anni dai croati per crimini di guerra, Vučurević è ritenuto responsabile dei bombardamenti su Dubrovnik nei tardi mesi del 1991, quando organizzava milizie e attivava la Difesa territoriale per appoggiare l’esercito jugoslavo nelle operazioni sul fronte croato. Famosa resta la sua dichiarazione, mentre le bombe piovevano sul centro storico di Ragusa, patrimonio dell’UNESCO, che questo non era affatto un problema, perché alla fine della guerra si sarebbe costruita una Dubrovnik “ancora più bella e più vecchia”.
L’arresto è stato un fulmine a ciel sereno, tanto che le prime voci giunte in Bosnia sono state respinte come false e infondate, fino alla conferma da parte delle autorità serbe e dello stesso Vučurević, che in una breve intervista telefonica al quotidiano croato Jutarnji List ha confermato di essere stato fermato a seguito di “false accuse” da parte croata, e che anzi è contento che ciò sia infine occorso, di modo da poter ora dimostrare una volta per tutte che sono solo bugie le affermazioni montate sul suo conto nel corso degli anni: evidentemente in vent’anni non ha trovato occasione che nell’arresto per togliersi dal groppone le infamanti maldicenze.
In Bosnia si è velocemente mobilitato il Partito democratico serbo, di cui Vučurević è stato tra i fondatori, richiedendo fermamente l’immediato rilascio del loro uomo e la fine dell’ingiusto perseguimento di innocenti cittadini serbi, soliti capri espiatori a cui attribuire le colpe della guerra. Ha fatto eco la voce del presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, che ha definito l’arresto “sorprendente e inaccettabile”.
Non era certo fino a poche ore fa, martedì 5 aprile, se Vučurević disponesse solo del passaporto bosniaco o anche di quello serbo, in quest’ultimo caso la consegna del soggetto agli inquirenti sarebbe stata impossibile per la mancanza di un accordo di estradizione tra i due paesi, ed il processo si sarebbe tenuto in Serbia. È stato però confermato che essendo Vučurević unicamente cittadino bosniaco, le autorità croate stanno già preparando la richiesta di estradizione, che dovrebbe essere pronta a breve.