MACEDONIA: Gruevski promette nuovi posti di lavoro e l’aumento delle pensioni

In vista delle elezioni anticipate ad aprile 2016 e del varo di un nuovo governo tecnico il prossimo gennaio, il primo ministro conservatore macedone Nikola Gruevski ha deciso di giocarsi le ultime carte per sperare in una nuova vittoria elettorale, che sarebbe la quarta consecutiva.

A partire da settembre, come riporta il sito del governo di Skopje, verranno creati 2.750 posti di lavoro tramite l’industria Technical Textiles, l’italiana Diatec e la realizzazione di un nuovo stabilimento da parte della ODV Electrik, della Apple Land e della Condevo. Oltre ai nuovi posti di lavoro, il premier macedone ha affermato che le pensioni verranno innalzate del 5%, per cercare di recuperare voti nella fascia di persone più anziane, e ha sbloccato i fondi per la costruzione di infrastrutture a Tetovo, nella regione a maggioranza albanese.

Assunzioni e investimenti sono direttamente correlati non solo alla grave situazione economica del Paese, ma anche al malcontento generale della popolazione nei confronti dell’ambizioso progetto di “Skopje 2014”, che, secondo alcune stime, costerà circa 500 milioni di euro. Questi soldi, che sarebbero potuti servire per il miglioramento delle infrastrutture o proprio per cercare di abbassare l’alto tasso di disoccupazione, sono stati spesi per finanziare la costruzione di monumenti volti a rinvigorire il sentimento nazionalista nel Paese, aumentando la frattura esistente tra la Macedonia e il suo vicino meridionale, la Grecia.

Un’eventuale ingresso della Macedonia nell’Unione Europea si allontana a causa del veto greco – seppur illegale secondo la Corte Internazionale di Giustizia – cui Atene potrebbe nuovamente far ricorso a causa di una politica estera aggressiva e sciovinista, secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri ellenico Nikos Kotzias. I negoziati con la Grecia nei riguardi della “questione del nome” saranno tuttavia da valutare dopo le prossime elezioni greche, anticipate a settembre, soprattutto, se il Ministero della Difesa verrà affidato nuovamente agli indipendenti di destra di ANEL.

Il braccio di ferro tra governo e opposizione in Macedonia sembra quindi destinato a durare, in attesa delle dimissioni di Gruevski il prossimo gennaio e di un governo tecnico di unità nazionale che traghetti il paese alle elezioni anticipate di aprile 2016, come da accordo tra i maggiori partiti politici macedoni, dietro mediazione europea, seguito della grave crisi politica che ha colpito il Paese. La Macedonia era entrata in fibrillazione la scorsa primavera  a seguito della pubblicazione, da parte del leader dell’opposizione socialdemocratica Zoran Zaev, delle prove riguardanti le intercettazioni effettuate da Gruevski e dal capo dei servizi segreti Mijalkov ai danni di giornalisti, politici e personaggi di spicco della vita pubblica macedone. Le elezioni dovrebbero ridare legittimità al governo del paese. Con la speranza che queste possano soddisfare pienamente l’OSCE che, nel 2014, ha affermato che la tornata elettorale, seppur entro i limiti della legalità, ha visto una copertura mediatica nettamente favorevole al partito di governo.

Foto: Morasta

Chi è Edoardo Corradi

Nato a Genova, è dottorando di ricerca in Scienza Politica all'Università degli Studi di Genova. Si interessa di Balcani occidentali, di cui ha scritto per numerosi giornali e riviste accademiche.

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