CALCIO: La Croazia squalifica i suoi tifosi

Troppe sanzioni, troppe squalifiche: dopo le ultime ingiunzioni della UEFA per i comportamenti violenti e razzisti dei tifosi croati la HNS (Hrvatski Nogometni Savez, la federcalcio croata) ha deciso di vietare le trasferte ai propri supporter. La Croazia è attualmente in testa al girone H di qualificazione all’Europeo 2016, con un punto di vantaggio sull’Italia di Conte nonostante abbia ricevuto la penalizzazione di un punto. La squadra, grazie alle goleade contro Azerbaigian e Norvegia, ha il miglior attacco del girone, trascinato dal neo-acquisto dell’Inter Ivan Perišić.

Le buone prestazioni in campo, però, hanno rischiato di essere vanificate dal comportamento dei tifosi croati durante i due scontri in vetta con la nazionale italiana, entrambi terminati in pareggio 1-1. All’andata a San Siro il lancio di fumogeni portò l’arbitro, l’olandese Björn Kuipers, a sospendere in due occasioni l’incontro. Pochi giorni dopo, in seguito all’esclusione dei tifosi del gruppo Torcida (la principale organizzazione di fan dell’Hajduk Spalato) dallo stadio Maksimir di Zagabria in occasione del Vječni Derbi con la Dinamo Zagabria, la squadra dalmata rifiutò di scendere in campo. Una protesta che evidenziò, insieme alla successiva parata di trentamila tifosi nelle strade di Spalato, quanto il comportamento dei tifosi al Meazza fosse il rigurgito di un malcontento interno al calcio croato e diretto in particolare contro la figura piuttosto torbida del presidente della Dinamo Zdravko Mamić.

Passano quattro mesi e mezzo, la Croazia stravince la sua partita successiva per 5-1 sulla Norvegia al Maksimir, parzialmente chiuso come sanzione per gli incidenti di Milano (per cui viene anche comminata una multa di 80.000 euro). Nuovamente, i tifosi lanciano oggetti in campo e nuovamente la UEFA sanziona la HNS: stavolta la multa è di 50.000 euro, con l’obbligo di disputare l’incontro seguente, la gara di ritorno contro l’Italia al Poljud di Spalato, a porte chiuse. Sembrerebbe impossibile che, in uno stadio vuoto, possano esserci ulteriori incidenti.

Invece sull’erba del Poljud compare una svastica. La sanzione, stavolta, è un ammonimento chiaro: una multa di 100.000 euro, il divieto di disputare gare al Poljud, l’obbligo di disputare due gare a porte chiuse e la deduzione di un punto nella classifica del girone. Questo il commento del giornalista Aleksandar Holiga sul Guardian: “I più radicali (tra i supporter nda) hanno cominciato a realizzare che l’unico modo di far male alla federazione – e magari coinvolgere i politici – fosse il farle perdere la faccia di fronte agli occhi del mondo e dimostrare la sua incompetenza. Che così facendo facciano anche molto male alla squadra sembra essere divenuto secondario”.

Per questo la HNS ha dichiarato sul proprio sito che “Non ci sarà nessun settore organizzato per i tifosi croati nelle partite del 3 settembre in Azerbaigian, del 6 settembre in Norvegia e del 13 ottobre a Malta”. Di fatto la Croazia non potrà contare sul supporto dei propri tifosi per tutte e quattro le rimanenti partite del gruppo H di qualificazione europea: per l’unico incontro casalingo, la sfida del Maksimir di Zagabria contro la Bulgaria del 10 ottobre, sarà ancora valida la squalifica del campo imposta dalla UEFA. Il comunicato sul sito della HNS prosegue: “La punizione della UEFA […] mostra in termini univoci che qualsiasi offesa di tipo razzista potrebbe significare l’espulsione della Croazia dal Campionato Europeo. È stata una decisione difficile, e ci rincresce sinceramente che i tifosi per bene debbano sopportare questo, ma è un sacrificio che ci è richiesto per combattere l’hooliganismo e assicurarci che milioni di tifosi croati possano tifare per noi alle finali di Euro 2016”.

Non è la prima volta che la Croazia finisce nei guai per i cori dei propri tifosi, spesso impregnati dalla simbologia ustascia come la famigerata frase Za dom – spremni (“Per la patria – pronti”) che costò anche una squalifica di dieci partite e la possibilità di disputare il Mondiale 2014 a Josip Šimunić, multato dalla Procura di Stato per incitamento all’odio razziale quando diresse il canto dopo una vittoria con l’Islanda nel 2013. L’anno prima, durante gli Europei, un’altra partita con l’Italia aveva portato la UEFA a multare la HNS quando la curva croata fece il verso della scimmia nei confronti di Balotelli.

Photo: Damiano Benzoni

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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