Da RIGA – Non ha lasciato trasparire alcuna emozione quando il giudice ha pronunciato la condanna a 15 anni di prigione in una colonia penale russa, era pronto, sapeva che era una sentenza già scritta. Così ha descritto l’annuncio della sentenza e la reazione dell’agente dei servizi segreti Eston Kohver, il giornalista di Eesti Päevaleht Krister Paris, che ha potuto essere presente nel tribunale di Pskov quando è stata pronunciata la condanna.
Kohver era considerato il miglior agente dei servizi segreti estoni. La mattina del 5 settembre del 2014 uomini non identificati lo hanno catturato al confine estone-russo nei pressi di Luhamaa. L’azione, per come è stata ricostruita dalle indagini dei servizi estoni è stata una vera imboscata, attuata anche con lancio di fumogeni e con il disturbo delle cominicazioni radio nella zona durante l’attacco.
Il governo estone ha sempre sostenuto che Kohver al momento della cattura si trovasse in territorio estone ed ha fin dall’inizio accusato Mosca di aver infranto ogni legge internazionale, violando il territorio estone e catturando illegalmente un cittadino estone.
Mosca ha sempre sostenuto il contrario, ovvero che Kohver si trovasse in territorio russo, per incontrare alcuni informatori utili per le attività di spionaggio del KaPo, il servizio segreto estone. In realtà molti restano i punti poco chiari della vicenda.
L’unica cosa certa è che ieri il tribunale di Pskov, che ha la giurisdizione per il territorio in cui è avvenuta la cattura, ha condannato l’agente estone a 15 anni di reclusione da scontare in regime di stretta sorveglianza in una colonia penale russa che deve ancora essere scelta. Le motivazioni della condanna sono per spionaggio, passaggio illegale della frontiera russa, contrabbando e porto illegale d’armi.
La difesa di Kohver ha tempo dieci giorni per appellarsi alla sentenza, anche se non sembra ci possano essere speranze per una riduzione della pena. Le speranze di poter liberare prima dei quindi anni da scontare in una colonia penale russa l’agente Kohver sono semmai legate alle azioni diplomatiche fra i due paesi e ad un eventuale accordo reciproco, magari fondato su uno scambio conveniente per entrambi i paesi. Lo scopo di Mosca era soprattutto quello di giungere in fretta ad una condanna esemplare per l’agente estone.
Non si sono fatte attendere le reazioni in Estonia, come pure quelle a livello internazionale. Il primo ministro estone Taavi Rõivas ha duramente condannato la decisione del tribunale di Pskov, definendo del tutto illegale sia la cattura che il procedimento giudiziario a cui è stato sottosposto l’agente estone in Russia.
“Il processo è stato una farsa e il giudizio ufficiale letto oggi non ha nulla a che fare con la giustizia. Considerando le condizioni di detenzione di Kohver e le circostanze in cui sono state raccolte le prove in questo procedimento, ci si rende conto di come questo processo non possa definirsi libero nelle sue conclusioni” ha affermato Rõivas.
Anche l’Alto rappresentante della politica estera europea, Federica Mogherini ha chiesto l’immediato rilascio dell’agente estone, facendo appello affinché Mosca agisca nel rispetto dei propri obblighi internazionali, rilasci Eston Kohver immediatamente e gli garantisca un sicuro ritorno in Estonia.