Il 1° agosto del 1915 l’impero zarista concedeva ai lettoni di formare la loro prima unità militare nazionale, che avrebbe contribuito alla guerra contro la Germania e alla successiva indipendenza del paese baltico.
Un telegramma di poche righe, inviato il 1° agosto del 1915 dal comandante in capo dell’esercito zarista nel fronte nord occidentale Aleksejev, al deputato lettone del Consiglio di Stato russo Jānis Goldmanis, concedeva ai lettoni di formare i loro primi due battaglioni di fucilieri da impiegare nel fronte baltico davanti all’avanzata dell’esercito tedesco.
E’ questo l’atto di nascita ufficiale dell’embrione dell’esercito lettone. La possibilità di costituire una formazione militare ufficiale, all’interno dell’esercito zarista, nel 1915 darà la spinta decisiva, non solo militare ma anche e soprattutto psicologica ai movimenti indipendentisti lettoni per puntare all’obiettivo finale della guerra, l’indipendenza del paese e la creazione della prima Repubblica di Lettonia.
Ma nell’agosto del 1915 la situazione nei territori baltici era tragica. L’esercito tedesco ad aprile aveva lanciato una prima offensiva nel governatorato del Kurzeme, fino a raggiungere Jelgava, il principale centro della regione dello Zemgale. Questa prima offensiva fu però respinta con successo dalle forze armate zariste, formate in questa zona già da numerosi soldati lettoni, che si misero particolarmente in mostra nel contrattacco per liberare i territori occupati dai tedeschi.
La Germania sferrò un altro attacco all’inizio di maggio partendo dalla costa occidentale del Kurzeme. Il 7 maggio venne conquistata la città di Liepāja, da cui partì una lenta ma inesorabile avanzata che portò l’esercito tedesco ad occupare a luglio diversi centri del Kurzeme e dello Zemgale, come Ventspils, Dobele e Tukums.
Quasi tutta la popolazione lettone della regione fu costretta ad abbandonare le proprie case e le proprie terre per scappare di fronte all’avanzata tedesca. Una moltitudine di profughi era in fuga verso Riga e soprattutto il Vidzeme, la regione a nord est della Lettonia, confinante con la Russia.
Il 1° giugno si era svolta a Riga, in Tērbatas ielā 1/3, una riunione di politici, soldati ed esponenti della vita pubblica lettone, in cui si decise di chiedere al comando dell’esercito russo zarista la possibilità di formare un’unita militare nazionale lettone. Il 10 giugno l’avvocato Gustavs Kempelis aveva inoltrato ufficialmente tale richiesta al comando russo.
Ma fu solo quando con l’avanzata dell’esercito tedesco cadde anche Jelgava, il 1° agosto del 1915, che la Russia decise di accettare la richiesta dei lettoni di formare unità militari nazionali. Quel giorno partì il telegramma del comandante in capo del fronte occidentale Aleksejev che dava il via libera russo alla creazione di due battaglioni nazionali lettoni, uno di Daugavgrīva e un altro di Riga.
Il 10 agosto il giornale “Dzimtenes Vēstnesis” pubblicava un proclama scritto da Kārlis Skalbe e Atis Ķeniņš, “Pulcējaties zem latviešu karogiem!” (Riunitevi sotto le bandiere lettoni!) e firmato dai deputati lettone del Consiglio di stato russo, in cui si chiedeva ai lettoni dai 17 ai 35 di mobilitarsi e confluire nei battaglioni nazionali dei fucilieri.
“…Il nemico riduce in cenere le nostre case, e trasforma in rovine le nostre città. I nostri anziani, e i bambini, le madri, le nostre mogli, le figlie sono in fuga dai persecutori. Gridano al cielo la loro sofferenza e si aspettano di essere difesi…
… Dopo 700 anni di nuovo si forma il destino del nostro popolo. Dopo questi 700 anni di sofferenza e attesa, dobbiamo realizzare il sogno della rinascita culturare della nazione. Adesso o mai più! Voi figli di Lettonia, dovete plasmare adesso, sul campo di battaglia, il destino e la gloria della nazione. Voi, gente del Vidzeme e del Latgale, che ancora alzate la falce fra le rovine, e voi, gente del Kurzeme, che avete già lasciato l’aratro ad arrugginire sui campi dei vostri padri, – cambiate la falce e l’aratro con la spada del soldato! E tutti voi che siete dispersi nell’esilio, ma il cui cuore batte per la patria, date una mano nella battaglia! Più abbiamo perso, più dobbiamo riconquistare! Un grande odio forse si può trasformare in una grande speranza e in una grande epoca di conquiste per tutto il nostro popolo. Fratelli, meglio andare in battaglia, piuttosto che perdersi e andare in rovina per strade straniere! Più di sempre, in questi momenti difficili, rimarremo fedeli alla nostra patria e forgeremo noi stessi il nostro destino!…”
La risposta dei lettoni fu immediata e impressionante. Il 12 agosto si mise al lavoro la prima commisione per l’arruolamento dei fucilieri lettoni volontari, e due giorni dopo già 472 volontari si erano arruolati nell’unità militare lettone. Il 14 agosto vi fu la prima adunata dei fucilieri lettoni in Daugavmala, per partire alla volta di Mīlgrāvīs, dove si sarebbe svolto l’addestramento.
Nei tre mesi successivi furono circa cinquemila i lettoni che chiesero di arruolarsi nei battaglioni dei fucilieri, tanto che il numero dei battaglioni presto aumentò.
I volontari lettoni avevano le motivazioni più diverse, come pure diverse erano l’estrazione sociale e la provenienza. La base era formata dai soldati lettoni che come detto già era impiegata nel fronte occidentale all’interno dell’esercito zarista. Molti altri volontari provenivano dai profughi del Kurzeme, che si erano trovati senza più casa, terra e lavoro, e provavano un forte odio nei confronti dell’invasore tedesco.
Molto diversa era anche la provenienza sociale. Si arruolavano volontari chi aveva perso tutto, chi era in cerca di avventura, ma anche molti intellettuali e membri dei movimenti indipendentisti lettoni. Fra questi gli scrittori Aleksandrs Grīns, Edvarts Virza e Kārlis Skalbe, e artisti come Jāzeps Grosvalds e Niklāvs Strunke.
Insieme ai battaglioni nazionali lettoni vennero create anche attività correlate e di sostegno, fra cui assemblee letterarie, orchestre, teatri e giornali. La lingua ufficiale all’interno dei battaglioni era il lettone, e potevano far parte dei battaglioni tutti i lettoni dai 17 ai 35 anni. Spesso si chiedeva anche agli arruolati di portare con sé biciclette ed eventuali altri mezzi di trasporto, come pure vestiti, lenzuola, biancheria, scarponi. Tutto poteva servire come materiale per la nuova formazione militare nazionale.
Non furono soltanto lettoni però quelli che militarono nei battaglioni nazionali dei fucilieri. Erano presenti anche soldati di altre nazionalità, come ebrei, lituani, estoni, polacchi e russi.
Molti furono anche i soldati lettoni, impegnati in quel temo nell’esercito zarista su altri fronti, a chiedere di essere destinati ai battaglioni nazionali lettoni, ma non sempre queste richieste venivano esaudite. Il sospetto dei generali zaristi nei confronti di un’eccessiva espansione dei battaglioni nazionali lettoni prevaleva anche sulle necessità immediate della guerra, e spesso i battaglioni lettoni venivano mandati al massacro in azioni militari disperate.
Le prime truppe di fucilieri lettoni inquadrate nel battaglione nazionale di Daugavgrīva, dopo la preparazione, furono inviate al fronte, nei pressi di Olaine il 23 ottobre del 2015. Nella prima battaglia, alcuni giorni dopo, a Tīreļpurvs, morirono i primi tre fucilieri.
Negli anni successivi, durante la guerra, furono formati altri battaglioni, il III battaglione del Kurzeme, il IV del Vidzeme, il V dello Zemgale, il VI di Tukums, il VII di Bauska e l’VIII di Valmiera, che furono impiegati in numerosi combattimenti in varie zone del fronte di guerra.
Fonti: Letonika, Sargs.lv, Historia.lv, Delfi.