Se, in questi ultimi tempi, l’attenzione degli osservatori europei era tutta concentrata, da un lato, sulle vicissitudini della Grecia e, dall’altro, sulla volontà espressa dal governo ungherese di procedere alla costruzione di un vero e proprio muro che separi le pianure magiare dai confinanti territori serbi, non deve per questo esser sfuggita – seppur a pochi – la notizia di una nuova intesa fra Budapest e Bruxelles in tema di cooperazione economica.
Proprio lo scorso 29 giugno, infatti, il Ministro dell’Economia ungherese, Mihály Varga, ha siglato un accordo per la somministrazione di un prestito pari a 500 milioni di euro con László Baranyay, il Vice Presidente della Banca Europea per gli Investimenti (EIB/BEI), l’istituto finanziario europeo creato nel 1957 per fare investimenti atti a sostenere gli obiettivi politici della stessa Unione. Più precisamente, l’accordo consiste in una linea di credito agevolato da impiegare nel co-finanziamento di progetti da realizzare attraverso l’impiego di fondi comunitari.
Infrastrutture, Trasporti e Ambiente
Il prestito, primo tassello della più vasta cornice del “Cohesion Fund IV”, potrà avere una triplice funzionalità: innanzitutto, esso potrà essere destinato al programma “Connecting Europe Facility”, un piano operativo fondamentale dell’Unione Europea per la creazione di nuove infrastrutture (nei campi dei trasporti, dell’energia e, soprattutto, delle telecomunicazioni e dell’ICT) volte a favorire la crescita, l’occupazione e la competitività continentale attraverso investimenti mirati a livello nazionale.
Al riguardo, il Ministro Varga ha per l’appunto affermato che «l’Ungheria vorrebbe implementare progetti prioritari in grado di accelerare lo sviluppo dell’Ungheria e favorire l’integrazione e la coesione all’interno dell’area UE».
Allo stesso tempo, il prestito BEI potrà essere impiegato anche per migliorare i collegamenti stradali e ferroviari all’interno della cornice del Programma Operativo per lo Sviluppo Integrato del Trasporto, in modo da «sostenere quegli investimenti considerati fondamentali per velocizzare il processo di convergenza della UE e permettere all’Ungheria di raggiungere gli obiettivi strategici nazionali» nei campi della crescita e dell’occupazione, come ha ribadito lo stesso Baranyay, definendo questi due argomenti come «due temi chiave per la crescita della competitività economica ungherese e il miglioramento della qualità di vita dei suoi cittadini».
Un terzo campo di applicazione dell’accordo è, infine, quello ambientale, con l’attuazione del Programma Operativo per l’Ambiente e l’Efficienza Energetica, da realizzarsi attraverso il miglioramento delle reti di distribuzione dell’acqua potabile e della rete fognaria, la modernizzazione dei sistemi di depurazione delle acque e uno sviluppo più accentuato dei sistemi di gestione dei rifiuti.
Infine, sono in molti a sostenere che i 500 milioni di euro concessi dalla BEI potranno essere impiegati in tutt’altra maniera, ovvero finanziando progetti di più “corto” respiro, rispetto a quelli previsti dalla UE; progetti che, per la loro natura più contenuta (a livello territoriale ed economico), non potrebbero beneficiare direttamente dei finanziamenti previsti dalla stessa BEI .
Lo sviluppo dell’Ungheria per lo sviluppo dell’Unione
In conclusione, l’Ungheria sembra confermarsi, ancora una volta, come uno dei pilastri portanti dei piani di sviluppo dell’Unione, segno che il paese danubiano si sta lentamente trasformando in uno di quei motori economici del continente di cui si è spesso parlato nei circoli geopolitici europei.
A conferma di una simile affermazione, la constatazione che, negli ultimi cinque anni, la Banca Europea per gli Investimenti ha investito oltre sei miliardi di euro, in Ungheria. Di questa cifra, circa il 27% è stato indirizzato alle piccole e medie imprese ungheresi; il 20%, invece, è stato elargito al settore agricolo e industriale magiaro, mentre un altro 20% è stato rivolto a supporto del settore delle telecomunicazioni e dei trasporti.