“Il mondo ora è più sicuro”. Esultano i leader europei definendolo “storico”, un “buon accordo” per entrambe le parti. In Iran è festa per le strade: la gente esulta, bandiere alla mano, mentre Israele alza la voce, tuona contro gli Stati Uniti e parla di un “errore di proporzioni storiche”, una “licenza per uccidere” concessa all’Iran.
Dopo due anni di estenuanti trattative l’accordo sul programma nucleare iraniano è stato raggiunto. La potenza sciita mediorientale e i negoziatori del cosiddetto 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu – Francia, Gran Bretagna, Usa, Russia e Cina – più la Germania) hanno annunciato lo scorso 14 luglio, da Vienna, la firma di un’intesa: un documento frutto di un compromesso tra Washington e Teheran.
I punti salienti dell’accordo
“Con queste condizioni all’Iran servirà almeno un anno per fabbricare la sua bomba atomica, tempo più che sufficiente per accorgercene e fermarlo, anche con azioni di tipo militare” ha dichiarato Obama. Il documento – sottoscritto dal ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif – prevede, infatti, che il paese islamico non debba smantellare il proprio programma nucleare, ma che dovrà limitarlo e sottoporsi a controlli periodici da parte dell’Aiea (Agenzia dell’energia atomica internazionale). L’accordo obbliga l’Iran a ridurre per 15 anni il livello delle sue operazioni di arricchimento dell’uranio al 3,67% (per costruire l’atomica occorre un processo di arricchimento oltre il 90%) e diminuire le scorte di materiali a 300 chili, cioè un taglio pari al 98% rispetto ai 10.000 chili che possiede ora.
- Le limitazioni al programma nucleare. L’Iran potrà condurre attività di ricerca e sviluppo sulle centrifughe avanzate nel corso dei prossimi 10 anni, ma senza poter accumulare uranio arricchito. In particolar modo nei due dei principali siti nucleari iraniani: Natanz e Fordow. Qui dovrà ridurre anche le attività di ricerca e sviluppo. Inoltre, dovrà ridurre il numero complessivo delle sue centrifughe. L’Aiea potrà condurre i suoi controlli sulla produzione di uranio per 25 anni, e sulle centrifughe per 20 anni.
- La revoca delle sanzioni internazionali. Le sanzioni economiche adottate da Usa e Ue –quelle legate agli scambi di gas e petrolio, alle transazioni finanziarie e al trasporto di merci per via aerea – saranno rimosse non appena l’Iran inizierà ad adeguarsi all’intesa, verosimilmente entro l’inizio del 2016. Nel caso di violazioni accertate, potranno però essere ripristinate nel giro di 65 giorni. Rimarranno invece in vigore le sanzioni relative al sostegno al terrorismo e alla violazione dei diritti umani.L’Iran avrebbe voluto l’immediata cancellazione delle sanzioni al momento della firma del documento. Gli Usa avrebbero, invece, preferito una rimozione graduale, negli anni.In più, l’intesa di Vienna prevede lo scongelamento di diversi asset economici iraniani dal valore di svariati miliardi di dollari.
- L’embargo sulle armi. Teheran sostenuta da Cina e Russia, i suoi principali fornitori di armi, avrebbe desiderato uno stop immediato all’embargo. Dovrà invece attendere 5 anni per la rimozione totale del blocco sulle armi convenzionali e 8 anni per quello sui missili balistici. Ma il periodo potrebbe ridursi se l’Aiea dovesse accertare che il programma nucleare è finalizzato a usi civili. Una sconfitta per gli Usa che avrebbero voluto evitare di rimuovere l’embargo, per non scatenare la reazione dei partner regionali.
- Le ispezioni ai siti dove si svolgono attività nucleari, anche quelli militari sospetti. Gli ispettori Onu potranno eseguire controlli periodici, ma l’Iran avrà la facoltà di opporsi a determinate richieste di accesso. Il meccanismo prevede, infatti, che Teheran possa appellarsi a un tavolo arbitrale composto dallo stesso Iran e dal “5+1” cui spetta decidere entro 24 giorni. Quella dei siti militari è una “linea rossa” più volte rimarcata dalla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, e da parte iraniana si ritiene che le visite debbano essere giustificate da adeguati elementi di prova.
- Controllo sulle attività nucleari precedenti a scopo militare. L’Iran si è sempre rifiutato di rispondere a domande sulla sua attività precedente. Secondo il documento firmato, l’Iran collaborerà per permettere la stesura di un rapporto entro la fine dell’anno.
La ratifica dell’accordo
L’accordo entrerà in vigore mediante una nuova risoluzione Onu e con la ratifica del parlamento iraniano e del Congresso americano.
Quest’ultimo avrà 60 giorni per valutare il documento e poi 12 giorni per votarlo. I repubblicani sarebbero compatti contro l’accordo, anche in vista delle presidenziali del 2016, mentre i democratici sarebbero favorevoli, ma con alcune eccezioni. Obama è pronto a mettere il veto contro qualsiasi attività tesa a ostacolare l’approvazione. La Casa Bianca spera di aver abbastanza voti per impedire agli avversari di raggiungere la maggioranza di due terzi necessaria a scavalcare il veto.