Pubblichiamo la lettera di un lettore, inviata al sito Wittgenstein, che vive a Varsavia da due anni e si mostra scettico sulle ipotesi di “complotto” riguardo l’incidente aereo che ha coinvolto Kaczynski: in Polonia, afferma, tutti credono all’incidente. EaST Journal ha fin da subito avanzato i suoi dubbi sulla veridicità dell’incidente, facendosi le stesse domande che molti -in Polonia e nel mondo- si sono fatti pur senza avallare la tesi del complotto poiché mancano elementi concreti su cui fondarla. Il nostro lavoro di giornalisti ci impone di riflettere su quanto accade avanzando legittimi dubbi. Ma allo stesso tempo ci obbliga a mantenere equilibrio e sobrietà nel dare informazioni, senza essere partigiani di questa o quella verità. La lettera che segue intende fornire al lettore ulteriori spunti di riflessione, come li ha offerti a noi.
Salve
Abito a Varsavia da un paio di anni e la mia famiglia acquisita e’ polacca. Mastico un po’ di polacco ed ho quindi accesso, seppur parziale, alle fonti di informazione polacche. Al contrario di quanto scritto da Sergio Romano, credo sul Corriere, e da altri opinionisti/giornalisti su altri quotidiani italiani, nei giorni successivi all’incidente qui in Polonia nessuno ha mai sostenuto la tesi complottistica. E cio’ nonostante i rapporti non idilliaci con i russi e la vaga tendenza dei polacchi ad autoflagellarsi e ad autocommiserarsi.
Tutti sono rimasti abbastanza stupiti dagli sforzi diplomatici russi e dalla copertura mediatica dedicata all’evento dalle emittenti russe – fino alla grande sorpresa per la decisione di trasmettere in prima serata sull’emittente nazionale russa il film di Wajda su Katyń – decisione incredibile, se si pensa che fino ad un paio di anni fa ancora i russi non ammettevano le loro responsabilita’ sull’eccidio.
Sulle cause dell’incidente, fin dal primo giorno e’ stato tenuto in considerazione il temperamento del presidente Kaczynski, il quale in un precedente viaggio aveva fatto pressione sul pilota perche’ atterrasse nonostante le condizioni non ottimali, il pilota aveva deciso di atterrare altrove e poi subito dopo il viaggio era stato licenziato.
Mi rendo conto che la notizia potrebbe non interessare molti, ma ho avuto un certo moto di rabbia mista a delusione quando ho letto il titolo dell’articolo e l’ho confrontato con la realta’ dei fatti. Politicamente Kaczynski non era condiviso da buona parte dei polacchi, ma il dramma umano rimane e vederci costruire sopra delle superficiali congetture e’ abbastanza sgradevole. La saluto cordialmente
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