La Saeima, il parlamento lettone, alla quinta votazione ha eletto Raimonds Vējonis presidente della Repubblica. Vējonis è il nono capo dello stato nella storia della Lettonia, ed entrerà in carica il prossimo 8 luglio, al termine del mandato dell’attuale presidente Andris Berziņš.
Vējonis, candidato di ZZS il partito dei verdi e agricoltori, è stato eletto dopo una lunga giornata di votazioni. Era rimasto l’unico candidato in lizza dopo che nei quattro scrutini precedenti gli altri candidati (il giurista Levits, il candidato russofono Dolgopolovs e il candidato di LRA Bondars) erano stati esclusi per aver ottenuto il minor numero di voti.
Nell’ultima votazione Vējonis ha ottenuto 55 voti, a scrutinio segreto, presumibilmente oltre quelli di ZZS, i voti dei deputati di Vienotība, e di una parte delle opposizioni.
Le prime parole dopo l’elezione
“Laikam vispirms ir jāierauj…” (Prima di tutto forse ho bisogno di bere…). Con queste parole, e un sorso d’acqua, ha iniziato il suo discorso di ringraziamento di fronte al parlamento lettone il nuovo presidente Raimonds Vējonis.
Nella sua conferenza stampa subito dopo l’elezione il presidente neo eletto ha poi indicato come priorità della sua presidenza la sicurezza nazionale, la difesa della lingua nazionale lettone, e l’attenzione allo sviluppo economico specie in relazione ai rapporti con l’estero, oltre ad aver sottolineato l’esigenza che il paese e le istituzioni lavorino per creare le condizioni per il rientro almeno di una parte dei lettoni che in questi anni sono emigrati dalla Lettonia in cerca di lavoro. Anche istruzione e salute saranno due settori in cui il nuovo capo dello stato intende concentrare la propria attenzione.
Il nuovo presidente lettone ha anche promesso di mantenere come priorità della sua attività politica il tema della tutela ambientale. “La Lettonia che nel 2018 celebrerà i suoi 100 anni dalla prima indipendenza, dovrà essere un paese ancora più verde e pulito di quanto sia oggi”.
Vējonis: “Difficile il dialogo se Mosca continua a violare il diritto internazionale”
Il neo presidente lettone ha affermato che Lettonia e UE sono pronte a ristabilire rapporti costruttivi con il Cremlino, ma gli ultimi sviluppi in Ucraina non aiutano a riavviare relazioni costruttive.
“Se la Russia continuerà nella sua politica aggressiva e a non rispettare le norme internazionali, sarà difficile poter collaborare con il Cremlino”. La sicurezza nella regione baltica e le relazioni con Mosca sono uno dei principali temi su cui il neo eletto presidente lettone Raimonds Vējonis si è dovuto pronunciare appena dopo l’elezione.
Nella conferenza stampa subito dopo l’elezione Vējonis aveva affermato che sia la Lettonia che l’Unione Europea sono interessate a riavviare un dialogo costruttivo con Mosca, ma solo a patto che la Russia metta fine alla propria azione a sostegno delle forze secessioniste in Ucraina.
“Siamo interessati a porre le basi per un dialogo costruttivo con la Russia, ma qualsiasi collaborazione deve essere costruita da entrambe le parti – se una parte viola continuamente il diritto internazionale, sostiene o partecipa ad attività di carattere militare in territorio ucraino, allora purtroppo nessun rapporto cotruttivo può essere avviato con un tale paese”.
Vējonis, che fino ad oggi è stato ministro della difesa ed ha spesso assunto posizioni molto forti e intransigenti durante la crisi fra Ucraina e Russia, ha anche sottolineato come i recenti sviluppi negativi della situazione in Ucraina e la ripresa degli attacchi militari dei separatisti filorussi non creino le condizioni per un miglioramento dei rapporti fra l’Europa e la Russia.
Le basi per ripristinare il dialogo con Mosca, per Vējonis, sono sempre rappresentate dagli accordi di Minsk: “Se Mosca cesserà le azioni militari e di sostegno ai separatisti, e se la situazione nella regione migliorerà, la Lettonia e gli altri paesi europei sono pronti a riprendere un dialogo costruttivo con la Russia”.
Chi è Raimonds Vējonis
Raimonds Vējonis è nato il 15 giugno 1966 a Pskov in Russia, dove il padre prestava servizio militare. Laureatosi in biologia all’Università di Lettonia, ha iniziato a lavorare come professore di biologia, intraprendendo nello stesso tempo l’attività politica nel partito dei verdi Latvijas Zaļā partija, che lo ha portato ad essere eletto nel 1990 come deputato del consiglio comunale di Madona, una cittadina del Vidzeme.
Ancora prima della politica, Vējonis si appassiona all’ambiente e alla sua tutela. In una recente intervista ha rivelato che per raggiungere il suo luogo di lavoro a Madona da casa sua doveva attraversare ogni giorno due chilometri di bosco per arrivare alla fermata dell’autobus. L’incontro con la natura, e quello casuale ed emozionante una volta con un lupo in quello stesso bosco, lo hanno portato a svluppare ancora di più la sua sensibilità verso l’ambiente.
Proprio il suo impegno nella tutela ambientale locale a Madona e il suo percorso all’interno del partito dei verdi hanno fatto decollare la vita politica di Vējonis. Dopo aver ricoperto altri incarichi a livello locale nel comune di Skulte, la sua carriera politica ha avuto una forte accelerazione nel 2002, quando è stato chiamato dal primo ministro Einars Repše a ricoprire il ruolo di ministro dell’ambiente e dello sviluppo regionale. In realtà la decisione di Repše di chiamare Vējonis al ministero dell’ambiente non è casuale: Vējonis negli anni precedenti si è impegnato in più fronti “caldi” sui temi della difesa ambientale, dalle infiltrazioni di nafta in Sarkandaugava a Riga, agli incidenti ambientali verificatisi a Salaspils, a Plavnieki, fino all’incidente con la perdita di cloro nel territorio della fabbrica Alfa. Nel 2000 si era anche battuto contro due colossi, il comune di Jūrmala e il banchiere Valery Kargin (Krājbanka) per evitare l’abbattimento di alberi nella tenuta di Kargin a Būlduri. Nel 2002 Einars Repše vuole formare un governo escludendo Tautas partija ed apre l’esecutivo a ZZS, che aveva partecipato per la prima volta alle elezioni. La candidatura di Vējonis a ministro dell’ambiente trova tutti d’accordo.
Il sistema politico lettone è da sempre caratterizzato da una forte instabilità e nel corso degli anni sono stati molti i governi che si sono succeduti alla guida del paese. Nonostante questo Vējonis è rimasto ministro dell’ambiente per molti anni, dal 2002 fino al 2011, nei vari esecutivi che si sono dati il cambio nel governo della Lettonia. Lascia il ministero dell’ambiente e dello sviluppo regionale nel 2011 quando ZZS, il partito dei verdi e degli agricoltori, di cui fa parte anche LZP di Vējonis, va all’opposizione durante il terzo governo guidato da Valdis Dombrovskis.
Ma l’assenza di ZZS e di Vējonis stesso dall’esecutivo dura pochi anni. Nel gennaio del 2014, dopo le dimissioni di Dombrovskis, ZZS rientra nel governo formato da Laidota Straujuma, e Vējonis viene chiamato a ricoprire l’incarico di ministro della difesa, dopo che dal 2011 al 2014 aveva fatto parte della Commissione di sicurezza nazionale. Dopo aver lasciato il ruolo di ministro dell’ambiente infatti, Vējonis ha iniziato ad interessarsi maggiormente dei problemi legati alla difesa nazionale, acquistando non solo maggiori cognizioni su questo tema, ma dimostrando di aver assunto con gli anni maggiore personalità e più autorevolezza.
Viene nominato ministro della difesa anche nel secondo governo Straujuma, formato dopo le elezioni politiche dell’ottobre del 2014, mantenendo questo incarico fino alle elezioni presidenziali appena svoltesi, riscuotendo un buon grado di popolarità. Secondo molti sondaggi è uno dei ministri più popolari del governo, anche grazie alla fermezza delle sue posizioni durante la crisi ucraina. Nel suo periodo come ministro della difesa si è adoperato con forza per aumentare le risorse per le forze armate, chiedendo che il governo anticipasse il prima possibile la decisione di assegnare il 2% delle Pil alle spese per la difesa.
L’associazione di partiti che forma ZZS (Zaļo un zemnieku savienība) di cui Vējonis fa parte è un partito che si può considerare di centro moderato, molto vicino ai piccoli imprenditori agricoli, ai pensionati, dipendenti pubblici. All’interno di ZZS proprio in considerazione del fatto che è una associazione di diversi partiti, esistono più anime. Una di queste, impersonata dal sindaco di Venstpils Lembergs, trascina spesso il partito in battaglie a difesa degli interessi dell’oligarca di Ventspils. Vējonis rappresenta invece un’anima più ambientalista del partito, ma si è spesso collocato a difesa anche degli interessi nazionali. Lembergs e Vējonis si trovarono su fronti opposti quando il sindaco di Ventspils criticò il comportanto di alcuni soldati della Nato a Ventspils, con il ministro della difesa Vējonis che si trovò invece a difendere l’indispensabile presenza delle forze Nato in Lettonia.
Proprio questa polemica aveva suscitato il dubbio che la candidatura di Vējonis, presentata da ZZS, non fosse particolarmente gradita a Lembergs, che resta uno dei grandi azionisti del partito e in grado di esercitare una significativa influenza nel gruppo parlamentare. Che i rapporti fra Vējonis e Lembergs non siano idilliaci non è un mistero da tempo in Lettonia.
Vējonis, sposato con Iveta, ha due figli e vive ad Ogre. Oltre alla lingua madre lettone parla anche russo e inglese. E’ stato uno dei primi politici lettoni ad usare i social network, ed in particolare twitter (@Vejonis) con assiduità, anche in modo piuttosto libero e aperto.
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