Nikola Gruevski, primo ministro macedone, ha accettato il pre-accordo di mediazione promosso dall’Unione Europea per indire elezioni anticipate nella primavera dell’anno prossimo. “I leader politici della Macedonia hanno concordato martedì 2 giugno scorso di tenere nuove elezioni nei primi mesi del 2016 al fine di superare una profonda crisi politica” ha detto il commissario Ue all’Allargamento, Johannes Hahn.
In un secondo tempo, il capo dell’opposizione Zaev ha fatto sapere che abbandonerà il tavolo negoziale e ha accusato di parzialità il commissario Ue all’Allargamento, Johannes Hahn, per aver definito “positivi” i risultati delle elezioni generali dell’anno scorso. Ma il commissario Hahn ha chiarito la sua posizione in linea con il report di valutazione dell’Osce/Odihr segnalando tutte le scorrettezze e che tutte le questione saranno prese in esame in accordo con l’Osce/Odihr e le raccomandazioni della Commissione di Venezia.
I dettagli dell’accordo mediato dall’Ue rimangono incerti. Se non ci sono altri sviluppi in corso d’opera dovrebbero essere noti la prossima settimana a Bruxelles in un secondo incontro tra le parti. Il commissario Hahn ha dato pochi dettagli ma ha detto che sarebbe “importante preparare il paese” per le elezioni, menzionando in particolare le modifiche apportate al codice elettorale, il rispetto dei diritti delle minoranze e l’indipendenza del potere giudiziario.
Dopo nove anni al potere, il premier Gruevski è sotto pressione da gennaio dopo le pubblicazione delle intercettazioni rilasciate dal leader dell’opposizione Zoran Zaev. L’Unione Europea ha sollevato seri interrogativi circa lo stato della democrazia nell’ex repubblica jugoslava, candidata per l’adesione dal 2005.
L’opposizione afferma che le intercettazioni sono stati raccolti illegalmente dal governo Gruevski. Sono circa 20 mila le persone intercettate tra esponenti politici, giornalisti e giudici, sia nella comunità slava che in quella albanese. Nelle intercettazioni pubblicate c’è di tutto: c’è la polizia e il ministro delle Finanze che parlano di fare pressioni su un giudice affinché lasci cadere delle accuse penali; c’è l’ex capo dei servizi segreti Saso Mijalkov (cugino di Gruevski) che negozia la nomina di un presidente della Corte suprema; c’è il ministro degli Interni che chiede se un giudice è “al 100% dei nostri” prima di promuoverlo.
Il mese di maggio è stato molto movimentato. Le prime proteste su larga scala organizzate dall’opposizione, con l’intermezzo dei fatti tragici non molto chiari di Kumanovo, seguite poi dal ritorno in piazza dell’opposizione e addirittura una contro manifestazione dei partiti di governo pronti a sostenere ad oltranza Gruevski.
L’opposizione socialdemocratica SDSM continua, dall’aprile dell’anno scorso, il boicottaggio del Parlamento. La crisi politica e la mancanza di dialogo tra il governo e l’opposizione sono sottolineate in ogni progress report della Commissione europea. L’UE ha costantemente chiesto il ritorno dell’opposizione in Parlamento, ma ha anche chiesto che la maggioranza sia aperta a prendere in considerazione le richieste dell’opposizione.
Nelle ultime elezioni del 2014 anche la missione di osservatori dell’Osce/Odihr aveva espresso gravi preoccupazione per l’andamento del pre-voto e la campagna elettorale. Anche se le operazioni di voto si sono svolte senza problemi, la mancata separazione tra attività di partito e attività dello stato ha fatto mancare la parità di condizioni per una competizione elettorale free and fair. Inoltre i problemi con gli elenchi degli elettori, la copertura mediatica di parte, gli elettori con più carte d’identità, i minori ammessi al voto, i casi di voto di scambio, sono macchie nere sul processo elettorale rilevate nel rapporto l’Osce/ Odihr. Tutte queste problematiche si dovranno risolvere prima della prossima tornata elettorale e saranno oggetto del prossimo incontro tra maggioranza e opposizione, previsto per il 10 giugno a Bruxelles.