Almeno una ventina di persone sono rimaste ferite martedì a Skopje, capitale della Macedonia, durante le proteste contro il governo di Nikola Gruevski che sono finite in scontri. Per la prima volta nella storia della giovane repubblica ex jugoslava i cittadini di tutte le comunità (slavo-macedoni, albanesi, turchi, ecc.) si sono uniti per protestare davanti alla sede del governo, simbolo di un potere fuori controllo democratico.
I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo Gruevski dopo che il leader dell’opposizione Zoran Zaev ha accusato l’esecutivo guidato dal premier di aver coperto l’omicidio del ventiduenne Martin Neshkovski, picchiato dalla polizia e ucciso dall’agente Igor Spasov (condannato a 14 anni) durante le celebrazioni post-elettorali. Gridando “Assassini! Assassini! La giustizia verrà anche per voi” e chiedendo le dimissioni del governo, i dimostranti hanno lanciato uova, mele e ortaggi vari verso i muri del palazzo del governo. Il giorno successivo, il premier Gruevski in una dichiarazione all’emittente Kanal 5 ha definito la protesta come “scenari dell’opposizione” e ha definito i manifestanti “persone con dossier criminali” che hanno “ferito 38 poliziotti”.
Attesa per il 19 maggio una nuova grande manifestazione dell’opposizione
La tensione nel paese è alta da gennaio, quando il ministero dell’interno ha accusato il leader del partito socialdemocratico d’opposizione, Zoran Zaev, e quattro altre persone di spionaggio e di violenza contro pubblici ufficiali. Zaev ha respinto le accuse e ha invece puntato il dito contro il governo, sostenendo che intercetterebbe 20mila persone, tra i quali politici, giornalisti e leader religiosi. Nelle intercettazioni pubblicate c’è di tutto: c’è la polizia e il ministro delle finanze che parlano di incaricare un Procuratore generale di lasciar cadere delle accuse penali, c’è il capo dei servizi segreti Saso Mijalkov che negozia la nomina di un presidente della Corte suprema, c’è il ministro degli interni che chiede se un giudice è “al 100% dei nostri” prima di promuoverlo. Nelle ultime intercettazioni rese pubbliche dall’opposizione si evidenzia che oltre 100 giornalisti sono stati intercettati per ordine degli uomini del governo Gruevski.
L’opposizione socialdemocratica LSDM continua il boicottaggio del Parlamento dall’aprile dell’anno scorso dopo le elezioni vinte dai conversatori di Gruevski e contestate dalle opposizioni. La crisi politica e la mancanza di dialogo tra il governo e l’opposizione sono state anche sottolineate nel progress report della Commissione europea. L’UE ha costantemente chiesto il ritorno dell’opposizione in Parlamento, ma ha anche chiesto che la maggioranza sia aperta a prendere in considerazione le richieste dell’opposizione.
L’opposizione ha presentato cinque richieste ma quella principale ha a che fare con la formazione di un governo tecnico per organizzare elezioni anticipate libere e democratiche, che secondo il LSDM, sarebbe l’unico modo per far uscire il paese dalla crisi politica. Il primo ministro Nicola Gruevski ha detto che è pronto a parlare di tutto con l’opposizione tranne che di un governo di transizione perché le elezioni parlamentari vinte dal suo partito VMRO sono state legittime.
L’Unione europea ha espresso “grave preoccupazione” per gli sviluppi politici in Macedonia. Nei primi di marzo il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha annullato un incontro con il premier macedone Nikola Gruevski, sospettato anche di aver intercettato ambasciatori UE in violazione della convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.
La Macedonia è candidata all’adesione all’UE dal 2005 ma, nonostante i continui pareri positivi di Commissione e Parlamento, il Consiglio Ue si è sempre rifiutato di aprire i negoziati per via del veto greco relativo alla questione del nome e per via della situazione fragile della democrazia interna.