Nell’estate del 2012, nel corso di un lungo viaggio nei Balcani, trascorsi tre settimane in Bosnia Erzegovina. Furono giorni intensi, in cui vissi con forte emozione e trasporto la commemorazione del diciassettesimo anniversario della strage di Srebrenica nel memoriale di Potocari tenutasi l’11 luglio 2012. Mi recai anche, il giorno seguente, nel piccolo cimitero di Bratunac dove furono i serbi a celebrare i loro morti.
A Tuzla ebbi la possibilità e la fortuna di poter visitare la sede della Commissione Internazionale per le Persone Scomparse (ICMP), dove ebbi modo di conoscere e di testimoniare, completando il mio reportage su Srebrenica, uomini straordinari impegnati a ricostruire, pezzo dopo pezzo, veri e propri “puzzle” di vite perdute E’ grazie al difficile e paziente lavoro di queste persone se ai corpi ancora oggi ritrovati nelle fosse comuni viene restituita, a distanza di anni, una identità e una dignità, dando alle loro famiglie almeno la possibilità di celebrare un degno funerale e di poter pregare sulla tomba del loro caro.
Rimasi impressionato, in quelle intense giornate, dai terribili racconti di guerra, dalle colline e dai parchi di Sarajevo in cui, purtroppo, il numero di tombe prevale di gran lunga su quello degli alberi. Visitai tutti i luoghi della capitale che fino a pochi anni fa furono teatro di sangue.
Nella splendida Mostar, punta di diamante del turismo bosniaco, mi accorsi quanto poco bastasse per spostarsi dalla dimensione turistica e dalle atmosfere rilassate del restaurato centro storico, per ripiombare nelle cupe atmosfere di guerra, attraverso la vista di scheletri di edifici bombardati e muri bucati da pallottole. E’ infatti sufficiente una passeggiata in periferia della città per comprendere quanto le ferite e le cicatrici inferte della guerra siano ancora lungi dall’esser rimarginate.
Ma furono anche giorni in cui mi buttai con emozione alla scoperta dei paesaggi, delle tradizioni culturali, e gastronomiche del paese. Giorni di belle conoscenze, sorrisi, allegria e probanti bevute di rakia.
L’intenzione del progetto fotografico “Bosnia Holidays” è quella di porre per una volta al centro dell’attenzione, al di là delle ben note vicende belliche che, suo malgrado, hanno reso celebre il paese, la vita e i semplici gesti quotidiani degli abitanti della Bosnia: madri, padri, figli, famiglie in vacanza che attraverso piccoli momenti di divertimento, di relax e di svago trovano la forza di rinnovare energie utili ad affrontare le difficoltà della vita quotidiana, in un paese che tuttoggi sta affrontando enormi problemi economici, politici e sociali.
Benvenuti in Bosnia, tuffatevi nelle atmosfere vacanziere di una calda estate balcanica…qui il reportage fotografico