Confermato l’ergastolo per Zdravko Tolimir. Ieri il tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) ha riconosciuto l’ex generale serbo-bosniaco colpevole di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità per le sue responsabilità nel massacro di Srebrenica. Secondo i giudici d’appello, invece le deportazioni di bosniaci a Žepa non costituiscono un atto di genocidio a sè.
L’ex generale serbo-bosniaco Zdravko Tolimir fu condannato all’ergastolo già nel 2012 per crimini contro l’umanità e implicazioni nel genocidio perpetrato da truppe serbo-bosniache a Srebrenica. Una sentenza non unanime, tuttavia: una dei giudici non si convinse delle responsabilità di Tolimir nel massacro di Srebrenica in virtù della testimonianza positiva nei confronti di Tolimir rilasciata da Ratko Mladić.
Il massacro di almeno 8.372 civili bosniaci avvenuto nell’enclave di Srebrenica, dichiarata “zona protetta” dall’ONU, tra il 10 e il 19 luglio 1995, resta il più grave massacro avvenuto in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Il caso di Srebrenica è stato riconosciuto come atto di genocidio a partire dal 2001, con una prima sentenza dell’ICTY, confermata dalla Corte internazionale di giustizia nel 2007 nel caso Bosnia-Erzegovina vs Serbia.
Per le responsabilità nei fatti di Srebrenica l’ICTY ha condannato all’ergastolo o a 35 anni di prigione per genocidio cinque alti comandanti (Krstic, Beara, Popovic, Nikolic e Tolimir) dell’esercito dell’autoproclamata Republika Srpska di Bosnia-Erzegovina (VRS). Già nel gennaio del 2015 erano state confermate in appello le condanne (comminate nel 2010) all’ergastolo di Vujadin Popović e di Ljubiša Beara, e alla pena detentiva di 35 e 13 anni rispettivamente per Drago Nikolić e Vinko Pandurević. Altri comandanti VRS sono stati condannati per crimini di guerra e crimini contro l’umanità a pene tra i 13 e i 19 anni. Non sono ancora finiti i procedimenti nei confronti di Radovan Karadžić e Ratko Mladic. I due leader politici e militari dei serbo-bosniaci hanno più accuse pendenti a carico e i loro processi sono iniziati dopo quello di Tolimir (rispettivamente nel 2011 e nel 2008). Il tribunale ha invece assolto i generali dell’esercito serbo, come Perisic, per l’impossibilità di provare il loro ruolo diretto nella pianificazione e nell’esecuzione del genocidio.
Altri processi proseguono nelle corti nazionali, le più competenti nella prosecuzione dei responsabili oggi che l’ICTY è in fase di chiusura. Le corti bosniache hanno già condannato 12 persone per responsabilità nel genocidio di Srebrenica a pene tra i 20 e i 32 anni di prigione. I processi procedono anche all’estero: la Germania ha già comminato tre sentenze, mentre altri casi sono aperti in Austria e, da poco, anche in Serbia.
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