Alla fine di aprile, il Consiglio nazionale per l’integrazione europea, presieduto dalla Presidente del Kosovo, Atifete Jahjaga, si riunirà per analizzare la questione della liberalizzazione dei visti, in particolare progressi nel soddisfare i criteri richiesti dalla Commissione Europea.
Il mese di giugno sembra l’obiettivo da raggiungere per soddisfare gli standard tecnici. “Per quanto riguarda il processo di liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo, entro giugno saranno soddisfatti tutti i requisiti e la relazione finale verrà inviata per valutazione alla Commissione europea”, ha detto Bekim Collaku, ministro dell’Integrazione Ue durante una recente visita a Parigi e Roma, dove i funzionari francesi e italiani hanno discusso le relazioni contrattuali tra UE e Kosovo, che dovrebbero prendere il via questa estate con la firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) e con il processo liberalizzazione dei visti.
Il 19 gennaio 2012 la Commissione europea ha lanciato il dialogo sulla liberalizzazione dei visti con il Kosovo con una roadmap precisa. La tabella di marcia include un elenco completo di riforme che il Kosovo dovrebbe compiere: passaporti biometrici, la firma di accordi di riammissione dei migranti irregolari, la lotta alla l’immigrazione clandestina, la demarcazione dei confini del Kosovo con i paesi vicini, i registri civili e molti altri come l’adozione di una serie di leggi relative alla difesa dei diritti umani. Ma dopo tre anni il processo non è ancora giunto al termine.
L’Ue critica le istituzioni del Kosovo per non aver soddisfatto tutti i criteri, mentre il governo del Kosovo ribatte la palla a Bruxelles, che secondo loro sta prendendo tempo per una decisione finale sulla libera circolazione dei cittadini del Kosovo. Il Kosovo rimane l’ultimo paese dei Balcani con un regime di visti per l’area Schengen, dopo che anche la Bosnia-Erzegovina ne ha ottenuto la liberalizzazione nel 2010. Dal 2014, persino i cittadini della Moldavia non hanno più bisogno di un visto Schengen.
La frustrazione dei cittadini verso il governo, ma anche verso l’Ue, continua a crescere. In una lettera aperta, i rappresentanti della società civile in Kosovo hanno scritto all’Alto rappresentante UE Federica Mogherini e al Commissario Johannes Hahn per quanto riguarda la “chiarezza” del processo di liberalizzazione dei visti. I firmatari ha chiesto alla Commissione di utilizzare formulazioni precise per descrivere nei rapporti della Commissione i progressi o le mancanze dei criteri inclusi nella tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti.
Tuttavia, alti funzionari dell’Unione europea hanno già più volte ribadito che il Kosovo è all’ultimo miglio del processo di liberalizzazione dei visti. Durante la sua ultima visita a Pristina, l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Federica Mogherini ha detto che “Bruxelles è pronta ad aiutare il Kosovo nelle riforme economiche e nel processo di liberalizzazione dei visti. Abbiamo la volontà politica per la liberalizzazione dei visti, ma serve la relazione tecnica per valutare la situazione”. Stesso concetto ripetuto alla fine di febbraio anche dal Commissario agli affari interni, Dimitris Avramopoulos. “Presto sarà data una buona notizia per il Kosovo sulla liberalizzazione dei visti. La strada non è lontana, ma si devono soddisfare tutti i criteri. Il Kosovo deve ancora dimostrare progressi significativi nella lotta contro la corruzione e l’immigrazione clandestina, prima di ottenere la liberalizzazione”, ha detto Avramopoulos.
Il numero (23.000) di coloro che lasciano il Kosovo ogni anno e cercano asilo nell’Unione europea è uno dei fattori principali per cui alcuni paesi dell’Ue sono contrari alla conclusione del processo di liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo.