Il figlio minore dell’ex presidente ucraino Yanukovich sarebbe morto sabato in un incidente stradale mentre partecipava a una competizione automobilistica sul lago Baikal, in Siberia. La sua auto sarebbe affondata nelle gelide acque del lago a causa della rottura dei ghiacci e il giovane sarebbe morto affogato. Altre cinque persone, a bordo del veicolo, si sarebbero invece salvate. Il figlio di Yanukovich, anche lui di nome Viktor come il padre, era noto per la sua passione per gli sport estremi. Aveva trentatré anni, un passato come deputato del parlamento ucraino. Conferma della sua morte è stata data da Nestor Shufrych, membro del parlamento ucraino ed esponente dell’opposizione, amico della famiglia Yanukovich. Il ministro degli Esteri ucraino ha chiesto chiarimenti a Mosca, dove vive il padre, ma non sono finora giunte conferme.
E’ l’ennesima morte tra le persone che circondano l’ex presidente Yanukovich. Il 12 marzo scorso Oleksandr Peklushenko, già governatore dell’oblast di Zaporizhya, è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa. Membro del Partito delle Regioni che governò l’Ucraina di Yanukovich, era tra i firmatari delle leggi definite “liberticide” che consentirono la repressione poliziesca dei manifestanti di piazza Indipendenza a Kiev.
Il 9 marzo Stanislav Melnyk, altro esponente del Partito delle Regioni, importante uomo d’affari legato a Mosca, proprietario di attività commerciali a Donetsk, è stato trovato morto nella vasca da bagno del suo appartamento a Kiev, ucciso da un colpo di pistola alla testa. Un biglietto in cui si chiedeva perdono ha fatto pensare al suicidio, ipotesi cui però credono in pochi.
Altro suicidio poco credibile è quello di Mykhaylo Chechetov, che si sarebbe lanciato dalla finestra della sua camera, al diciassettesimo piano di un albergo di Kiev. Era anche lui un esponente del Partito delle Regioni, indagato per corruzione e associazione a delinquere, amico personale dell’ex presidente Yanukovich. Il 25 febbraio è stata la volta di Serhiy Valter, sindaco di Melitopol, uomo fedele a Yanukovich, trovato impiccato nella sua casa di Kiev. Stessa sorte di Oleksandr Bordyuh, anche lui di Melitopol, ex funzionario di polizia legato a Serhiy Valter e con lui indagato per abuso d’ufficio. Il 29 gennaio fu il suicidio di Oleksiy Kolesnyk, capo del governo regionale di Karkiv, trovato impiccato nella sua abitazione, a essere derubricato come suicidio.
Il numero delle morti e il fatto che coinvolgano uomini vicini all’ex presidente Yanukovich, rende l’ipotesi di suicidio non credibile. Quella del figlio minore di Yanukovich è l’ennesima morte eccellente che colpisce persone vicine all’ex presidente ucraino.
Segnalo un articolo sull’argomento. Nutro seri dubbi sul fatto che la morte di un figlio di papà abbia un qualche significato, fra l’altro è avvenuta in Russia e la manu longa ucraina dovrebbe essere stata veramente molto, molto potente…
Per le altre l’articolo propone una interpretazione contro corrente: non vendetta delle nuove autorità, ma protezione degli oligarchi del vecchio regime.
http://www.newsweek.com/2015/04/17/ukraine-plagued-succession-unlikely-suicides-former-ruling-party-320584.html
Comunque direi che altre morti, esecuzioni sommarie di militari ucraini e civili nell’est Ucraina da parte dei filorussi, dovrebbero richiamare maggiori attenzione:
‘Summary killings’ of Ukraine soldiers in east – Amnesty http://www.bbc.com/news/world-europe-32228336