A poche ore dalla chiusura dei seggi, EaST Journal propone l’ultimo approfondimento sulle elezioni ungheresi. Il sistema elettorale magiaro, considerato dagli esperti fra i piu’ complicati al mondo, e’ misto, maggioritario e proporzionale, con una clausola di sbarramento del 5%. Ogni elettore ha due voti da esprimere su due schede, uno per un candidato sulla scheda del maggioritario, e uno per una delle liste di partito sulla scheda proporzionale.
Esistono in tutto nel Paese 176 circoscrizioni uninominali per eleggere in ciascuna di esse un deputato con il sistema maggioritario: cioe’ vince il candidato che ha ottenuto il 50% piu’ uno dei voti nella circoscrizione. Se nessuno dei candidati arriva al 50%, si decidera’ al secondo turno, al quale pero’ partecipano solo i tre candidati meglio posizionati. Ai 176 deputati eletti in questo modo, se ne aggiungono 210, eletti con sistema proporzionale su liste territoriali (provinciali).
Esistono venti province (diciannove piu’ Budapest), con liste separate in ciascuna di esse. Non tutti i partiti riescono a presentare una lista in tutte le province, perche’ prima e’ necessario raccogliere un certo numero di schede di sostegno tra gli elettori. Attualmente, solo sei partiti sono presenti su scala nazionale, un record negativo rispetto alle elezioni precedenti. La ripartizione dei mandati fra le liste avviene in base ai voti validi ricevuti dalle liste stesse a condizione pero’ che sia stato raggiunto su scala nazionale il quorum del 5%. Dei 385 mandati, 152 sono ripartiti cosi’ fra le liste in 20 province e 58 in proporzione ai voti residui, cioe’ quelli espressi nelle circoscrizioni uninominali per candidati non eletti.