ROMA – Si è concluso positivamente il vertice dell’eurogruppo riunitosi venerdì 20 febbraio a Bruxelles per decidere delle sorti della Grecia. Atene e gli altri 18 paesi dell’euro si sono accordati per una proroga di quattro mesi del piano di assistenza finanziaria – scongiurando così il probabile default che ne sarebbe conseguito -, in cambio di una serie di misure di riforma necessarie al buon andamento dell’economia greca e di obiettivi da raggiungere – tra cui un adeguato avanzo primario. Le istituzioni (ex “troika”) valuteranno se sono sufficienti e solo dopo la verifica ci sarà l’esborso del prestito.
“Lo scopo della proroga” – si legge nel documento finale – “è il completamento della revisione, sulla base delle condizioni degli accordi vigenti, utilizzando al meglio la flessibilità esistente, che sarà attuata d’intesa tra le autorità greche e le istituzioni”.
Tutti soddisfatti?
“Il prolungamento degli aiuti è un piccolo passo verso una nuova direzione”, ha commentato il ministro delle Finanze greco Varoufakis. Il direttore del FMI Lagarde ha affermato che l’accordo è addirittura “molto profondo, denso e dice cose importanti per ognuno”; in un tweet il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici ha commentato “On avance, on avance, on avance” (si procede, si procede, si procede) e Wall Street ha festeggiato chiudendo a livelli record.
E’ ovvio che si tratti solo di un accordo-ponte, d’altro canto l’unica soluzione praticabile al momento, dato la scarsità di tempo a disposizione. Ora i giochi sono aperti e, da qui a giugno, vedremo chi riuscirà a portare a casa il risultato. Già lunedì 23 febbraio, le autorità greche dovranno presentare un primo elenco di misure di riforma, in base agli accordi vigenti; a quel punto, le istituzioni forniranno una prima valutazione, ovvero “giudicheranno il testo e lo riterranno più o meno valido per essere un punto di partenza per una conclusione positiva della revisione” – si legge nel documento licenziato ieri.
“Tale elenco” – continua – “sarà ulteriormente specificato e quindi concordato con le istituzioni per la fine di aprile”. Come si evince, il governo greco continuerà ad essere sotto scacco della Troika, la quale avrà sempre l’ultima parola; la speranza è che Atene riesca a spiazzare tutti con una serie di mosse a sorpresa, magari sostenuta da altri giocatori che, in Europa, sono ormai stufi dei continui ricatti tedeschi.