ROMA – Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione dell’eurogruppo che lunedì 16 febbraio doveva decidere sulle sorti della Grecia. I ministri delle finanze della zona euro hanno interrotto a Bruxelles il negoziato su un ennesimo salvataggio della Grecia a causa delle già note divergenze riguardo il futuro dell’ormai celeberrimo memorandum, in scadenza a fine mese.
L’amara conclusione dell’incontro è avvenuta a seguito della bocciatura, da parte di Atene, dealla proposta di estendere l’attuale piano di salvataggio presentata dai colleghi europei. “L’insistenza di alcune persone affinché il governo greco attui il piano di salvataggio è irragionevole e non può essere accolta – ha spiegato un rappresentante del governo di Atene – Coloro che continuano a tornare sulla questione stanno solo sprecando il loro tempo. Viste le circostanze, non può esserci un accordo oggi”.
Punti di scontro
I passaggi rimandati al mittente dal governo ateniese sono stati, in particolare, l’impegno a raggiungere “avanzi primari appropriati” per garantire la sostenibilità del debito pubblico in linea con gli obiettivi concordati nella dichiarazione dell’eurogruppo del novembre 2012; la richiesta di “astenersi da decisioni unilaterali” – specialmente nel campo della politica fiscale, delle riforme del mercato del lavoro, del settore finanziario, delle pensioni e delle privatizzazioni – e il riferimento alla flessibilità soltanto nel quadro del programma in corso da parte dell’Eurozona, ovvero quello della Troika che Atene considera finito e per il quale non vuol sentire neanche parlare di proroga. Sembra ci sia stato spazio anche per un piccolo giallo: il ministro delle Finanze greco Varoufakis ha affermato di aver ricevuto dal commissario Ue agli Affari economici Moscovici una bozza che “avrei firmato immediatamente”, ma che – evidentemente – è stata poi modificata e ripresentata sotto diversa forma.
Il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha ribadito che “la soluzione migliore è estendere gli aiuti finanziari, il che non esclude che poi si possano studiare nuove ipotesi”. Dunque una sorta di soluzione-ponte che permetta agli attori in campo di guadagnare tempo. Ed è proprio il tempo, infatti, a giocare un ruolo essenziale in questo contesto; Varoufakis è un esperto di teoria dei giochi e sa che, se due macchine corrono alla stessa velocità in direzione opposta, chi perderà sarà colui che sterzerà per primo. L’applicazione di questa teoria alla realtà contingente, però, comporta l’assunzione di un livello di rischio molto elevato; il memorandum scade a fine mese e una sua estensione richiede in alcuni stati (Germania, Finlandia, Estonia e Olanda) un voto parlamentare. Senza un accordo – o con un accordo tardivo -, il timore di molti è che il paese rischi una pesante crisi di liquidità.
Nonostante Varoufakis si sia dimostrato fiducioso (“troveremo un accordo”), le posizioni di entrambe le parti, con il passare delle ore, si radicalizzano sempre di più. L’eurogruppo è pronto ad accettare la richiesta di un’estensione del piano di salvataggio da parte della Grecia in questa settimana, non oltre venerdì, e non vuole ascoltare altre soluzioni; dall’altra, la Grecia rifiuta categoricamente l’estensione del programma. Chi vincerà lo scopriremo solo venerdì. Sperando di non dover assistere alla sconfitta di entrambi i concorrenti.
Foto: China Daily / Xinhua