Dopo aver stretto lo scorso novembre alcuni accordi con l’Abkhazia riguardanti la difesa e la sicurezza dei confini, la Russia nel prossimo mese sembra essere intenzionata a siglare ulteriori accordi anche con l’altra repubblica secessionista dalla Georgia, l’Ossezia del Sud. Secondo quanto affermato dal presidente della repubblica sud-osseta Leonid Tibilov, Mosca e le autorità di Tskhinvali sarebbero infatti pronte a firmare un nuovo trattato che andrebbe a rafforzare i rapporti diplomatici che uniscono i due paesi (la Russia riconosce l’Ossezia del Sud come stato indipendente dall’agosto del 2008).
Il trattato riguarderà l’alleanza e l’integrazione tra Russia e Ossezia del Sud, e secondo Tibilov non sarà una copia esatta del trattato siglato precedentemente dai russi con l’Abkhazia, come molti sospettano, ma si tratterà di un documento che legherà Tskhinvali a Mosca ancora di più di quanto la stessa capitale russa non si sia legata a Sukhumi. Sempre secondo Tibilov questo trattato rafforzerà la sicurezza e aiuterà lo sviluppo della regione grazie anche alla creazione di nuove opportunità economiche, arrivando addirittura a ipotizzare, riguardo all’integrazione, una possibile futura unione con Mosca, affermando che “la gamma di integrazione può essere piuttosto ampia: da diventare parte della Russia all’esserne un importante partner associato”. Al momento in Ossezia del Sud un consiglio politico sta ancora lavorando sulla bozza del documento, ma la firma è prevista già per l’inizio di febbraio.
Come già detto, la Russia lo scorso novembre a Sochi aveva già firmato un primo trattato con l’Abkhazia, che ha portato allo sviluppo dei legami economici tra i due paesi (è stato definito un prestito di 5 miliardi di rubli, circa 111,4 milioni di dollari), alla creazione di uno spazio comune di difesa e sicurezza e che ha aumentato la militarizzazione del confine abkhazo-georgiano con l’invio da parte di Mosca di nuove truppe armate. Inoltre nel trattato firmato a novembre è stata proposta l’idea di unire le truppe abkhaze e russe presenti nella regione in un’unica forza militare, al fine di poter meglio contrastare una futura aggressione da parte della Georgia. Ma se il presidente osseto Tibilov è arrivato a ipotizzare una possibile futura annessione russa dell’Ossezia del Sud, è meno probabile però che lo stesso possa accadere con l’Abkhazia (come invece teme Tbilisi), la quale non rinuncerebbe volentieri alla propria indipendenza per passare sotto Mosca.
Intanto, la reazione georgiana all’annuncio dell’imminente trattato tra Russia e Ossezia non si è fatta attendere. Nei giorni scorsi, dopo aver chiesto alla comunità internazionale di condannare gli accordi che la Russia sta stringendo con le due repubbliche separatiste, la Georgia ha deciso di rivolgersi direttamente all’Unione Europea. Il 9 gennaio il primo ministro Irakli Garibashvili ha incontrato a Riga Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri UE, in occasione della cerimonia che ha dato il via al semestre di presidenza lettone del Consiglio UE, cogliendo l’occasione per parlare proprio dell’imminente accordo tra Russia e Ossezia. Garibashvili ha sottolineato come la Georgia si aspetti che l’Unione Europea, alleato chiave di Tbilisi, prenda una chiara posizione di denuncia nei confronti dei suddetti accordi, che andrebbero a minare ulteriormente la sicurezza europea e l’integrità territoriale della Georgia.
Nel frattempo prosegue il cammino del paese caucasico verso l’integrazione in Europa: in dicembre il Parlamento europeo ha ratificato l’accordo di associazione con Tbilisi, completando un lungo percorso iniziato nel 2010, che porterà alla creazione di una zona di libero scambio con l’Unione Europea. Proprio secondo l’Unione Europea, Abkhazia e Ossezia del Sud sono parti integranti della Georgia, e quindi anche questi territori sono da considerarsi compresi nell’accordo di associazione. Secondo Bruxelles il prossimo passo verso l’integrazione europea sarà la liberalizzazione dei visti, mentre da Tbilisi l’Europa si aspetta una necessaria riforma della giustizia. Per la Georgia la strada che porta all’Europa è ancora lunga e complessa, ma attraverso la partnership con Bruxelles, e in seguito agli ultimi accordi che legheranno ulteriormente Abkhazia e Ossezia del Sud alla Russia, Tbilisi spera di ricevere un maggiore supporto diplomatico.
Tutta la mia solidarietà alla popolazione Georgiana che da anni, in più fasi, si vede espropriare 1/3 dei suoi territori con guerre profughi morti e sfollati per volere/potere della Federazione Russa.
Speriamo che un domani con il successore di Putin possa essere ripristinata l’integrità dello stato georgiano e i rapporti di amicizia tra le varie etnie al suo interno