di Gaetano Veninata
Doku Umarov rivendica l’attentato all’aeroporto Domodedovo del 24 gennaio e minaccia nuovi attacchi contro la Russia. Con un video caricato su un sito islamico l’uomo – che si definisce “Emiro del Caucaso del Nord” – a oltre due settimane di distanza, non ha fatto altro che confermare la pista che il Cremlino aveva privilegiato sin dal giorno dell’attentato: quella della guerriglia caucasica che rivendica la creazione di uno Stato islamico comprendente Cecenia e Daghestan.
L’esplosione al terminal arrivi internazionali del principale aeroporto moscovita aveva fatto 36 morti e circa 200 feriti. Per la Russia, da anni in guerra sporca con l’estremismo islamico, Umarov ha promesso un 2011 di “lacrime e sangue”. Nonostante le promesse del premier Vladimir Putin, che sulla guerra in Cecenia ha fondato la sua ascesa politica, Mosca fatica tremendamente a contrastare gli attacchi imputati alla guerriglia caucasica. Ieri le forze di sicurezza hanno sgominato un gruppo islamico in Bashkiria, Repubblica autonoma degli Urali, e hanno arrestato il suo leader, uomo vicino a Doku Umarov.
Ma è l’Emiro a essere il ricercato numero uno, quello che secondo gli inquirenti e per sua stessa ammissione starebbe dietro ai maggiori attentati. Si batte in nome di Allah e per creare uno stato islamico libero nel Caucaso del nord. Ma mettere la Cecenia tra le tante province gli ha inimicato i capi nazionalisti storici. Nel suo ultimo messaggio video, parla anche di un incontro con il gruppo responsabile del massacro alla scuola di Beslan. Un video senza data il cui scopo, dicono gli analisti, sarebbe smentire le ripetute voci sulla sua morte.
Fonti: Euronews, Ansa
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