Si completa per gli Stati baltici il passaggio alla moneta unica europea. Non mancano i timori ma la bassa inflazione dovrebbe agevolare la transizione.
Il primo gennaio 2015 il popolo lituano è passato dal litas all’euro abbandonando volontariamente per la prima volta dal 1922 la propria storica moneta.
Come accadde per la Lettonia un anno fa e per l’Estonia circa 4 anni fa, non tutti i lituani hanno accolto positivamente l’adozione dell’Euro. Tra i principali timori l’innalzamento dei prezzi – e a poco giova ai più pessimisti l’esempio degli altri due Stati baltici, che hanno saputo arginare il temuto fenomeno.
Il dato positivo è che l’inflazione media nel 2014 è stata in Lituania la più bassa degli ultimi 10 anni e, secondo gli esperti, non c’è condizione più favorevole per un cambio di valuta.
L’adozione dell’Euro rappresenta per i lituani, dopo gli sforzi per l’indipendenza energetica e la richiesta di maggiori contingenti NATO, l’ennesimo passo in direzione opposta a quella dell’ingombrante e temuto vicino russo.
Un po’ di storia sul litas
Il litas fu introdotto per la prima volta proprio nel 1922, quando, dopo la prima guerra mondiale, la Lituania si dichiarò indipendente dall’Impero russo. La circolazione del litas terminò con l’invasione della Lituania da parte dei sovietici nel 1940: la valuta corrente fu sostituita allora dal rublo. Solo con la nuova indipendenza nel 1993 il litas è tornato a essere la moneta ufficiale lituana.
Il governo lituano, sin dall’ingresso nell’Unione Europea (avvenuto nel 2004), ha puntato all’ingresso nella zona euro. La data di passaggio all’euro inizialmente prevista era il 1º gennaio 2007, ma, a causa del non completo allineamento ai parametri Maastricht, tale data è slittata prima al 2010, poi al 2013 e quindi al 2015.
L’atto europeo che ha definitivamente sancito per la Lituania la possibilità di passare all’Euro è stata la decisione adottata il 23 luglio 2014 dal Consiglio dell’Unione Europea; con tale atto, visti i pareri positivi della BCE e delle altre istituzioni europee, è stato anche fissato il tasso di cambio di 3,4528 litas per 1 euro.
La faccia del nuovo euro lituano
Tutti gli euro lituani raffigurano il cavaliere Vytis, un eroe simbolo dello stato baltico presente sullo stemma nazionale lituano, e recheranno la parola LIETUVA (Lituania). Il disegno della faccia nazionale della moneta è stato creato dallo scultore Antanas Žukauskas. Sul bordo della moneta da 2 Euro sarà incisa la scritta “Laisvė, vienybė, gerovė”, che signica “libertà, unità, prosperità”.
Le previsione economiche interne
Nonostante i timori di un buon numero di euro-scettici lituani, le istituzioni finanziarie baltiche prevedono che i prezzi di beni e servizi in Lituania aumenteranno in media dello 0,3% a seguito dell’adozione dell’Euro. Secondo le previsioni del Ministero della Finanza lituano l’inflazione media annua per il 2015 sarà dell’1,2%, non molto diversa da quella del 2013.
Secondo gli analisti di SEB Bank, l’inflazione dovrebbe rimanere bassa nei primi mesi del 2015, nonostante tutto dipenda dalle oscillazioni del prezzo delle risorse energetiche e dal generale clima deflattivo di diversi Paesi europei. L’inflazione potrebbe crescere leggermente in seguito per via dell’arrotondamento dei prezzi conseguente all’adozione dell’euro e alle accise su alcool e tabacco, che aumenteranno da marzo 2015.
Foto: Council of the European Union
Dunque, alcune correzioni da apportare: 1. L’indipendenza lituana dall’Urss e’ stata proclamata nel marzo 1990,sancita con il riconoscimento USA ed Europa nel settembre 1991. Il litas e’ entrato in vigore nel 1993,dopo che i talloni (una simpatica raccolta di mini banconote stampate senza copertura e prive di sicurezza)aveva preso il posto del rublo nel 1992.
2.Il tasso di cambio e’ fissato a quella cifra da ormai 14 anni.
Grazie
Ps Vivo a Vilnius dal 1992, garantisco per quel che scrivo.
Sono tornato da Vilnius ieri. Ho notato che i prezzi si sono alzati un po’ rispetto alla mia permanenza di due anni fa, soprattutto, ed ovviamente, in centro, nell’ambito degli esercizi che trattano con i turisti, compresi i ristoranti. I trasporti pubblico e privato hanno alzato i prezzi, le marshrutki di poco, i tassisti tendono sempre a fregare arrotondando il cambio per eccesso e a dire: “solo 10 euro, solo 10 euro”, ma chi conosce l’ambiente si accorge subito della cosa. Per il resto si notano un bel po’ di cartelloni che sponsorizzano l’euro, anche con la faccetta di sua simpatia Dalia Grybauskaite. In sincerità, non so quanto possa convenire l’euro alla Lituania, che così perderà la possibilità di giocare la carta della moneta debole e sicuramente le fasce medio-basse risentiranno, a prescindere dalla sorveglianza del governo sui prezzi, della perdita di potere d’acquisto, in una paese dove la gente contava anche i centesimi (ma di litas). Se la Lettonia punta soprattutto su Riga e, mi sa, sull’eliminazione della componente russa, ed aveva un lats fortissimo, mentre l’Estonia è davvero scarsamente popolata, con chiari pilastri nel campo tecnologico (e nell’eliminazione dei russi, vedi Narva), la Lituania presenta aspetti differenti, che non credo verranno sostenuti troppo bene dall’euro. P.S.: benchè meno del solito, Vilnius era comunque letteralmente invasa dai turisti russi, alla faccia di chi vuole le sanzioni.
La moneta lituana era già agganciata all’euro con cambio fisso da 13 anni (2002), quindi non c’è nessuna perdita della carta della “moneta debole” (immagino intenda con ciò la possibilità di svalutare), né ci dovrebbe essere particolare perdita del potere d’acquisto.
Per il resto, non c’è nessuna “eliminazione” dei russofoni in Estonia e Lettonia. E’ russofono pure il sindaco di Riga e leader del maggior partito politico lettone, Saskana.
Si, Nil Ushakov è il sindaco di Riga “nonostante” i lettoni, Saskana è il primo partito alle elezioni e non fa mai parte di una coalizione di governo, la Latgallia non gode di certo di grande salute e non mi sembra che i lettoni tengano molto alla sopravvivenza di Daugavpils, non per niente i russi abbandonano dal 1991 la Lettonia in modo costante, anche se in misura decrescente, la Lettonia non concede appositamente la cittadinanza in modo semplice (nonostante una certa indubbia pigrizia da parte dei russi), adesso, con questa crisi internazionale sembra che le cose vadano anche peggio, salvo poi i lettoni stessi lamentarsi del fatto che l’UE non dà sussidi sufficienti a coprire le perdite che si sono autoinflitti con le sanzioni e le proprie azioni in generale, vedasi anche l’affare Jurmala di recente uscita, che comunque un po’ di soldini li ha sempre portati. L’Estonia ha atteggiamenti simili e sta facendo tranquillamente morire Narva e dintorni. Per eliminazione intendevo un’eliminazione soprattutto economica, un paese con moneta forte ha bisogno di essere particolarmente efficiente e funzionale per continuare ad essere competitivo, i russi baltici spesso lavoravano in situazioni che si sono poi rivelate poco competitive, senza un po’ di aiuto e di investimenti e con una moneta forte li si fa chiudere (neutra logica di mercato, che se applicata ai casi in questione, magari qualche dubbio lo fa venire comunque). Il litas era agganciato all’euro e ok, ma finchè uno ha una moneta propria può cercare di fare qualche cosa nel momento del bisogno, con l’euro stai tranquillo che sei fermo lì, se poi hai dei problemi vai in crisi come mezza zona euro e tanti saluti.
Nel “momento del bisogno”, quando la crisi finanziaria ha colpito i baltici, Estonia e Lettonia avevano ancora le loro monete nazionali. Anziché giocare sui cambi e sulla base monetaria, hanno fatto riforme e sono entrate nell’euro poco dopo:
https://www.eastjournal.net/estonia-non-ho-visto-nessuna-austerity-in-grecia-un-punto-di-vista-baltico-sulla-crisi/25007
https://www.eastjournal.net/lettonia-leredita-di-dombrovskis-e-le-tensioni-nel-sistema-politico-lettone/38218
Hanno fatto le riforme e sono stati seri sui conti, giustissimo, cosa vera, la Lettonia aveva il Lats, moneta fortissima, le riforme hanno implicato comunque un’inasprirsi delle condizioni di vita, in un modo o nell’altro e non è possibile ignorare l’emigrazione, che è un fatto anche fra lettoni e lituani, meno per gli estoni. Ricordiamo che questi paesi prendono anche più soldi di quanto non diano, cosa non da poco, nell’ambito delle contribuzioni al budget dell’Unione Europea. A parte che anche lì, Lituania, Lettonia ed Estonia hanno economie parzialmente differenti, quindi bisogna diversificare. Secondo me, per quello che ho visto in Lituania, l’euro non darà particolari vantaggi evidenti, ma farà alzare un po’ i prezzi (come sta già facendo), tenendo conto che fasce di popolazione vivono già stirate non male, fra bollette, magre pensioni ecc.; magari poi mi sbaglio e buon per loro, sicuramente i baltici saranno fedeli e solventi membri dell’Eurozona, questo abbastanza certo, finchè le loro economie riusciranno più o meno a navigare, visto anche che sono paesi “leggeri”, con sostegno UE, benchè la gente non mi sembra si diverta molto, soprattutto in provincia e nelle fasce meno abbienti (fra cui spesso rientrano le minoranze baltiche), la vita era piuttosto sacrificata già con il litas.
A proposito delle “riforme” ( ormai diventate sinonimo di macelleria sociale) in Lettonia potrebbe essere interessante questa analisi dei dati: http://goofynomics.blogspot.it/2013/12/frenkel-goes-to-latvia.html
Peraltro anche i dati relativi specificamente al caso lituano stridono con i trionfalistici proclami diffusi nei giorni scorsi dai burocrati di Bruxelles e Francoforte:
http://scenarieconomici.it/lituania-operazione-perfettamente-riuscita-paziente-in-agonia/