SIRIA: Nuovi negoziati a Mosca tra Assad e l'opposizione. Ma senza le milizie armate

Un incontro si è tenuto a Mosca tra il ministro degli esteri russo Mikhail Bogdanov e l’ambasciatore siriano Riyad Haddad, riportava il 30 dicembre l’agenzia di stampa siriana Sana  in vista dei meeting preliminari che si terranno a fine gennaio tra il governo di Assad e l’opposizione, sempre a Mosca. All’incontro previsto per i giorni 26-29 gennaio parteciperà anche l’ufficio dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, l’italo-svedese Staffan de Mistura, come ha confermato martedì la sua portavoce Juliette Touma e un gruppo di inviati del governo di Assad; la portavoce ha anche dichiarato che è un’iniziativa russa e che le negoziazioni saranno intra-siriane.

Non è invece del tutto chiaro chi siederà all’altro lato della tavola rotonda: rappresentanti del governo siriano hanno rilasciato dichiarazioni in cui affermano che l’opposizione in esilio non è rappresentativa della popolazione siriana mentre l’opposizione ancora nel paese, come la Coalizione Nazionale Siriana afferma di non essere ancora stata invitata ai negoziati come entità in sé, mentre inviti sono stati mandati ad alcuni dei suoi membri; sarà presente il Comitato di Coordinamento Nazionale per il Cambiamento, forse anche il Movimento “Building Syrian State”, i cui rispettivi rappresentanti Hassan Abdul Azim, Mona Ghanem e Anas Joudeh avevano già incontrato il vice ministro Bogdanov in qualità di inviato speciale per il Medio Oriente e l’Africa il 6 dicembre scorso a Beirut. Ovviamente non saranno presenti le milizie armate di opposizione, nemmeno quelle più “moderate”.

Tra l’altro recentemente la corte suprema russa ha inserito i due gruppi di al-Nusra e ISIS tra le organizzazioni terroristiche riconosciute, con una sentenza che muove i passi da una richiesta dell’ufficio del procuratore generale. Lo stesso ministro Bogdanov ha commentato la sentenza come un passo verso l’effettiva implementazione delle due risoluzionI delle Nazioni Unite, la 2170 e 2178 del 2014, contro le violazioni massicce dei diritti umani perpetuate dai gruppi estremisti in Iraq e Siria.

Se l’incontro di fine gennaio affettivamente avrà luogo, sarà il primo dopo i fallimenti di Ginevra II, la serie di conferenze che si erano tenute nel febbraio 2012 in Svizzera e che vedevano impegnati, tra gli altri, le Nazioni Unite, l’Unione Europea, la Siria, gli Stati Uniti e la Russia, nel tentativo di mettere fine alla guerra civile siriana passando attraverso un governo di transizione. A gennaio si cercherà, come nel 2012, di dare voce al Comunicato di Ginevra, il documento finale uscito da quei giorni di incontri nelle città elvetiche, che racchiude e formalizza i punti chiave della transizione, nonché l’unica testimonianza diplomatica dall’inizio della crisi. Rimane quindi un grande punto interrogativo su come verranno a conciliarsi le linee programmatiche esposte nel Comunicato, che vedono sostanzialmente una uscita dalla scena governativa della famiglia Assad per favorire una transizione democratica, e i rapporti di amicizia che legano Siria e Russia.

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Un commento

  1. Girello Destrorsi

    Bogdanov è vice ministro degli Esteri, il ministro è Sergej Lavrov.

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