Le popolazioni balcaniche hanno sempre avuto una particolare predisposizione per il calcio. Di conseguenza, nonostante un non proprio appetibile 48º posto nella classifica del Ranking FIFA, avrebbe potuto l’Albania non avere una antica tradizione calcistica? La risposta è jo, ovvero ″no″.
Si hanno tracce di manifestazioni calcistiche in territorio albanese fin dal 1911, non affiliate però ad alcuna federazione ufficialmente istituita. La Federata Shqiptare e Futbollit (FSHF), ovvero il corrispettivo albanese della nostra Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), nacque solo nel 1930. La Kategoria Superiore costituisce il massimo campionato ed è disputato da dieci squadre. Tirana, oltre che capitale amministrativa, costituisce anche la capitale calcistica in quanto le società Tirana, Dinamo Tirana e Partizani Tirana hanno monopolizzato l’albo d’oro della competizione con la bellezza di 57 successi in 75 edizioni. Nelle ultime quattro stagioni, tuttavia, il predominio della capitale è stato neutralizzato dai successi dello Skënderbeu, compagine con sede a Coriza i cui giocatori vengono identificati con l’appellativo di Ujqerit e Dëborës, traducibile dall’albanese con l’espressione ″Lupi delle Nevi″.
Come riporta Giovanni Armillotta in un suo articolo pubblicato in Albania News, da qualche anno vi è una polemica tra due società albanesi per quanto riguarda il titolo di prima squadra della storia di questo paese balcanico: a contenderselo sono il Vllaznia Shkodër e l’Elbasani, fondate rispettivamente nella città di Scutari ed Elbasan. Nonostante vi sia la dicitura ″1913″ sul logo dei secondi, la squadra più longeva ed ancora in attività del futboll ad oggi è costituita dai Kuqe Blutë (″Rossoblù″, per gli amanti delle traduzioni) di Scutari, fondati nel 1917. Infatti, come affermato dall’ex arbitro Dhimitër Bardhi nel suo libro Futbolli në Elbasan 1913-1998, nessuna squadra di calcio fu istituita nel 1913 ad Elbasan, nonostante il calcio fosse già praticato in città. Quando nacque allora l’Elbasani? In una sala della prefettura della città quando, nel 1932, fu convocata una riunione fra i dirigenti delle due compagini sportive cittadine, l’Urani e lo Skampa, nella quale si optò per una fusione che portò alla fondazione dello Sport Klub Elbasan, rinominato nel 1997 come Klubi i Futbollit Elbasani. Questo costituisce quindi l’anno di fondazione della società albanese.
La Kombëtarja, ovvero la nazionale di calcio albanese, non si è mai qualificata per la fase finale di una competizione internazionale. Il suo bomber storico è stato Erjon Bogdani, vecchia conoscenza del calcio italiano che ha militato tra le fila di Reggina, Salernitana, Hellas Verona, Siena, ChievoVerona, Livorno e Cesena. Con la maglia delle Shqiponjat (″Aquile″, appellativo con il quale vengono identificati i nazionali albanesi) ha totalizzato ben 18 goal in 74 apparizioni.
Per quanto riguarda il record di presenze nella Kombëtarja, primeggia invece il difensore Lorik Cana con ben 81 comparsate, dopo aver da poco superato una leggenda del calcio albanese come l’ex capitano Altin Lala, fermatosi a quota 79. Nato nella città kosovara di Pristina ma con l’aquila nera bicefala nel sangue, Cana costituisce un grande melting pot in quanto possiede ben quattro cittadinanze (kosovara, svizzera, albanese e francese) e parla correttamente cinque lingue (albanese, francese, inglese, tedesco, italiano, nonché un po’ di cinese), caratteristica giustificata dal fatto che secondo lui gli albanesi possiedono «una propensione naturale ad apprendere prima degli altri le lingue straniere». Inoltre, ricopre anche la carica di ambasciatore UNICEF per l’Albania e ha deciso di iscriversi alla Facoltà di Storia di Tirana, con l’obiettivo di specializzarsi al termine della sua carriera calcistica («amo le tradizioni albanesi e anche l’archeologia»). Un giocatore, quindi, che è passato dalle strade della ex Jugoslavia alla fascia da capitano della sua selezione nazionale, senza trascurare però i suoi interessi culturali.
«Sin da piccolo sognavo di giocare per l’Albania. Per me è stata una scelta naturale, è venuta dal cuore» (Lorik Cana).
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