Gli slavi sono un popolo antico di cui, però si sa ben poco. La loro storia non si studia nelle nostre scuole, nemmeno quella moderna. Eppure sono il terzo gruppo etnico-linguistico maggioritario d’Europa, insieme a quello latino e a quello germanico. Ma nulla, silenzio. Come se non facessero parte della nostra storia, di una storia europea che anche adesso – malgrado esista una “unione” – è vittima di chiavi di lettura nazionaliste o più semplicemente di ottusità mentale. Nulla si insegna dei Balcani, tanto vicini, o della Polonia, e incrociamo la Russia solo quando arriviamo alle guerre napoleoniche o a Pietro il Grande che tagliò la barba ai boiari.
Qualcosa, per fortuna, sta cambiando negli ultimi anni ma non si esce dal raggio della storia moderna e contemporanea. Esiste però una storia più antica della quale non si parla mai. Chi sono gli slavi? Da dove vengono e quando si sono stanziati in Europa? Quale era la loro cultura e la loro religione, come si è evoluto il loro carattere nazionale? Lungi dal voler fare lezioni di storia, dedicheremo nei prossimi mesi uno spazio fisso all’approfondimento su questi temi. Lo chiameremo “slavia” e affronteremo i temi delle origini dei vari gruppi slavi, della formazione dei primi regni (come la Rus’ di Kiev o il khanato bulgaro), e delle loro vicende prima della conversione al Cristianesimo, affrontando un periodo storico che va dal secondo secolo d.C. all’anno Mille.
Nel farlo cercheremo di essere semplici mettendo in luce aspetti meno noti e assai curiosi, fornendo a tutti le coordinate per capire, anche senza una conoscenza pregressa, di cosa stiamo parlando. Sacrificheremo qualcosa all’approfondimento, poiché si tratterà di brevi articoli, ma cercheremo di farvi discutere e riflettere: in modo più o meno polemico, infatti, metteremo in relazione quegli antichi fatti con l’attualità.
Chi volesse approfondire può iniziare da Gli slavi, di Francis Conte, Einaudi 2006, da cui questa rubrica prende le mosse; da Gli slavi nella storia e nella civilità europea, di Francis Dvornik, Ed. Dedalo 1993; e Chi sono gli slavi? di Saronne e Alberti, Clueb 2002. E speriamo che la prossima volta che andrete in vacanza in Polonia, nei Balcani, in Russia, possiate avere qualche piccola consapevolezza in più. O che quando guarderete vostra moglie o la vostra fidanzata la prossima volta, le possiate dire “cara, pensavo tu fossi ucraina e invece sei svedese”.
In quanto titolare di un Ph.D. in Slavistica, mi complimento per l’idea. Conosco bene i testi che avete citato, nonché molti altri utili ad avere una buona panoramica sulle origini degli Slavi, sulle loro tradizioni e sul loro folklore. Mi permetto di aggiungere un riferimento bibliografico che non tutti conoscono ma che io ho trovato illuminante, per un’adeguata conoscenza della religiosità slava prima (e anche dopo, per la verità) della conversione al Cristianesimo: R. Boyer, «L’uomo e il sacro presso gli Slavi», in: AA.VV., «Trattato di antropologia del sacro», vol. II (L’uomo indoeuropeo e il sacro), Jaca Book, Milano 1991.
caro Giuseppe
avrò molto da imparare da lei, se vorrà seguirci. Mi permetta di mettere le mani avanti, sono solo un piccolo gionalista e potrebbero esserci imprecisioni in quel che scriverò. Spero che me le perdonerà. L’intento, tuttavia, è di fare anche un po’ di polemica su alcuni temi partendo dal passato, di parlare di cose moderne parlando di quelle antiche. Bisogna pur farsi leggere, ahimé! 🙂
Matteo
Finalmente un articolo interessante.
Alla REDAZIONE:
Come mai non scrivete mai sulla Bielorussia?
E’ il paese che m’interessa di più. La mia casa è laggiù …..
Perché purtroppo, al momento, non abbiamo nessuno che sia in grado di seguire in maniera costante la situazione a Minsk e dintorni. Se lei o altri voleste provarci, contattateci pure (dopo aver letto le pagine “scrivi con noi” e “norme editoriali” linkate nel menu orizzontale sopra l’intestazione).
Sarò in grado di farlo … senza smentite, tra un mese … A risentirci.
Il pezzo è quasi pronto. Lo lascio riposare, lo completo, lo rileggo e ve lo mando. Non Vi deluderò.
Il pezzo l’ho scritto e rifinito, ma non sono capace ad inserirlo. Volete farlo Voi? Vi ho anche scritto su CONTATTACI