SERBIA: Interrotta la partita di calcio Serbia-Albania. Scende in campo il nazionalismo

Da BELGRADO – La partita di calcio di ieri sera tra le nazionali di Serbia e Albania, valevole per le qualificazioni di girone ad Euro 2016, è stata interrotta al minuto 42, sul risultato di 0-0. La causa dell’interruzione è stata la comparsa di un “drone” che trasportava un drappo riportante la mappa della Grande Albania e che ha successivamente scatenato incidenti sul terreno di gioco.
Il piccolo velivolo a cui era appesa la bandiera della Grande Albania – che aveva l’obiettivo “simbolico” di invalidare il divieto di recarsi allo stadio per i tifosi albanesi – è stato percepito come una pesante provocazione di stampo nazionalista da parte dei tifosi serbi che riempivano le tribune dello stadio del Partizan di Belgrado.

Mentre i tifosi cominciavano a lanciare oggetti in campo, Stefan Mitrović, giocatore della nazionale serba abbatteva l’oggetto volante indesiderato. Il gesto ha scatenato la reazione di alcuni giocatori albanesi che si sono scagliati contro Mitrović degenerando in una rissa che si è rapidamente estesa su tutto il campo. A quel punto alcune decine di hooligans serbi si sono riversati sul terreno di gioco (tra questi anche Ivan Bogdanov, la “bestia” di Italia-Serbia) prendendo di mira i giocatori della nazionale albanese. In pochi attimi è scoppiato il caos e il direttore di gara, Martin Atkinson, ha richiamato le squadre negli spogliatoi. I giocatori albanesi sono fuggiti scampando al lancio di oggetti e all’invasione di campo, mentre Aleksandar Kolarov, stella serba del Manchester City, era tra i pochi che cercavano di sedare gli animi ed evitare il deteriorarsi della situazione.

La partita tra le due nazionali è stata dunque sospesa e la decisione sull’eventuale sua ripresa – o conclusione con vittoria a tavolino ed eventuale penalizzazione – verrà determinata dalla commissione disciplinare UEFA, sulla base di quanto riportato dalla delegazione presente ieri sera. Quest’ultima chiedeva che la partita potesse continuare ma sarebbe stata l’opposizione esercitata dai giocatori albanesi, che non avevano intenzione di mettere a rischio di nuovo la propria incolumità, a far sì che la partita venisse sospesa.

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Calcio e politica 

Mentre le tribune dello stadio si svuotavano, iniziavano già a circolare le prime dichiarazioni ufficiali dei rappresentanti istituzionali dei due paesi. Secondo Ivica Dačić, ministro serbo degli affari esteri, si tratta di una “ridicola provocazione politica, e che se fosse successo che una bandiera della Grande Serbia venisse sventolata a Tirana o Priština, la questione sarebbe finita direttamente nell’ordine del giorno alle Nazioni Unite”. Da Tirana invece, il primo ministro Edi Rama ha definito “uno spettacolo vergognoso” quello andato in scena allo stadio del Partizan esprimendo il proprio “rammarico per i vicini che hanno fatto una tale figuraccia”.

Le dichiarazioni dei leader dei due paesi hanno un peso consistente in relazione soprattutto della visita ufficiale di stato dello stesso stesso Edi Rama a Belgrado, in programma per mercoledì 22 ottobre. Sarà la prima visita ufficiale dopo 68 anni. Le relazioni internazionali tra i due paesi vennero congelate già in epoca socialista quando Enver Hoxa, leader albanese, ruppe ogni rapporto con il Maresciallo Tito a causa del suo distanziamento da Mosca. In seguito alla caduta del socialismo in entrambi i paesi fu la questione del Kosovo e della guerra del 1998-99 a mantenere congelati i rapporti tra i due stati.

La questione del Kosovo è un tema particolarmente delicato per la memoria storica collettiva del popolo serbo. Esso rappresenta, sin dal 1389, data della Battaglia sulla Piana dei Merli tra esercito reale serbo e impero ottomano, la terra “ancestrale” degli avi serbi, simbolo del sacrificio e della difesa dell’autonomia dell’impero medievale serbo. Questo mito si è sviluppato nella coscienza nazionale popolare, nel corso dei secoli e attraverso la tradizione epica, divenendo in diverse occasioni l’oggetto di contesa territoriale tra il popolo serbo e ottomano prima, e serbo e albanese poi. Dall’altro lato, la Grande Albania, così come raffigurata nella bandiera incriminata, rappresenta un progetto politico e militare che si è sviluppato in epoca più recente attorno al mito della “Albania etnica”, ovvero di tutte quelle terre limitrofe al paese delle aquile che sono abitate da albanesi – che comprende Kosovo, parti della Macedonia, Serbia, Montenegro e Grecia.

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Tuttavia, la riproposizione in chiave “sportiva” dello scontro tra la mitologia della Grande Albania e quello della Battaglia sulla Piana dei Merli andato in scena ieri sera non è degno né di una partita di calcio, né tanto meno della memoria storica dei due popoli.
In conclusione, sono episodi come questi a gettare fango sulle coscienza nazionali e a discreditare le stesse memorie collettive. Episodi come questi sono infatti la dimostrazione che le provocazioni a stampo nazionalista possono innescare una catena di reazioni inarrestabile, e che la commistione di nazionalismo e violenza fa sì che, purtroppo, la politica non sia “soltanto politica” e che perfino il calcio non sia “soltanto calcio”.

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Foto: b92.net

Chi è Giorgio Fruscione

Giorgio Fruscione è Research Fellow e publications editor presso ISPI. Ha collaborato con EastWest, Balkan Insight, Il Venerdì di Repubblica, Domani, il Tascabile occupandosi di Balcani, dove ha vissuto per anni lavorando come giornalista freelance. È tra gli autori di “Capire i Balcani occidentali” (Bottega Errante Editore, 2021) e ha firmato due studi, “Pandemic in the Balkans” e “The Balkans. Old, new instabilities”, pubblicati per ISPI. È presidente dell’Associazione Most-East Journal.

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7 commenti

  1. e lo guidava il fratello del primo minisro albanese!

    • Certo il fratello del premier albanese non ha di meglio da fare che rischiare la sua vita (visto che era presente in tribuna) e quella dei giocatori della sua nazionale.. Sono albanesi non autolesionisti! E comunque mancano un po’ di cose in questo articolo..tipo i fischi e cori anti-albanesi durante l’inno albanese, lancio di fumogeni e oggetti ai calciatori albanesi durante il calcio d’angolo, and so on. e il progetto della grande albania non è unire ogni nazione nelle quali vivono albanesi, non sono il new terzo reich, comprenderebbe troppi paesi, Italia compresa.. Il motivo per cui ci sono raffigurate kosovo, parte della macedonia, parte del nord-grecia e montenegro è perché fino al 1912 queste facevano parte del territorio albanese.
      E concludo dicendo che piace vincere facile alal serbia.. 30000 vs 22.

      • si sbaglia
        quei territori non hanno mai fatto parte di nessuno stato albanese
        tantomeno nel 1912

  2. Il n°13 albanese il più vergognoso di tutti…

  3. Ma sinceramente a me risulta che l’Albania nel 1478 divento un a provincia dell’impero ottomano dei Turchi e vi rimase dominat fino al 1912…anno in cui Serbia, Grecia e Bulgaria si ingrandirono e ridussero il territorio albanese alla sola Valona!
    Nel 1939 fu annessa all’Italia e poi il resto che segui è storia recente.

  4. ad onor di cronaca, la partita è stata fermata perchè avevano gettato un fumogeno nell’area della squadra albanese…e poi c’è stato il drone, quindi, finiamola di dire bagianate!

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