La discriminazione nelle scuole
Il 25 settembre 2014 la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro la Repubblica Ceca, a causa del trattamento che questa riserva ai bambini rom. Specialmente, la Commissione europea critica la segregazione della minoranza attuata dal sistema scolastico locale. L’anno scorso, uno studio avviato dall’Ispettorato scolastico ceco metteva alla luce il numero sproporzionato di bambini e bambine rom che vengono educati nelle “scuole pratiche”, per studenti con lievi disabilità mentale.
La situazione non è nuova. Già nel 2007 la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva definito il regime scolastico discriminatorio. Con questa definizione si poneva fine al caso D.H. e altri contro Repubblica Ceca. Ma sarebbe cambiato ben poco. Le scuole speciali – simbolo della discriminazione scolastica – vengono chiuse, ma sostituite de facto dalle sopracitate scuole pratiche. Già nel 2010 l’ispettore scolastico ceco rilevava che il 35 percento degli studenti all’interno di queste scuole erano rom, mentre in altre regioni il dato si assestava a più del 50 percento.
Opinione pubblica e contesto politico
Nel 2010 – l’anno dopo l’attacco incendiario a Vítkov – l’agenzia STEM pubblicava per conto del Ministero degli Interni ceco uno studio effettuato su 2.056 soggetti. Da questo risultava che il 90 percento degli intervistati considerava i rom come principale fonte di crimine. Il sondaggio evidenziava poi come quattro su cinque di questi ritenessero che la comunità rom non potesse integrarsi nella vita politica e sociale del paese. L’allora ministro degli interni Radek John definì i dati “terrificanti”. Questo era il terreno su cui sarebbero affiorati i futuri contrasti tra la cittadinanza ceca e la comunità rom.
Nel 2012 la Corte europea torna a interessarsi alla Repubblica Ceca, questa volta alla storia di V.P., cittadino rom ceco, arrestato nel 2002 con l’accusa di furto con scasso e “caduto” da una finestra della stazione di polizia dove era sotto custodia. È questo il caso Eremiášová e Pechová contro Repubblica Ceca che si concluderà a sfavore di quest’ultima, che viene condannata per violazione dei diritti umani. Ma il tutto non basta per convincere il governo ceco a intraprendere politiche incisive. Le tensioni sociali, intanto, arrivano al culmine.
Nell’estate e nell’autunno 2013 manifestazioni anti-rom ad opera di attivisti di estrema destra scoppiano in diverse città, tra cui Ostrava, České Budějovice e Plzeň (qualcuno afferma che gli organizzatori siano i militanti del vecchio e neonazista Partito dei lavoratori, oggi riunitisi nel DSSS). La situazione sembra fuori controllo e a inizio 2014 il Commissario per i diritti umani Nils Muižnieks scrive al primo ministro Sobotka palesando le sue preoccupazioni per le ondate xenofobe e chiedendo l’attuazione di misure preventive per la difesa dei diritti della minoranza.
Le elezioni del 10 e 11 ottobre 2014
Una sfilza di partiti politici hanno fatto perno su dichiarazioni e atteggiamenti xenofobi durante la corsa alle elezioni amministrative del 10 e 11 ottobre. Tra questi si cita Strana Republika partito della destra conservatrice fondato da Otto Chaloupka, famoso per le sue dichiarazioni anti-rom, ma che non è riuscito ad accedere alla seconda tornata elettorale. Molto più scalpore ha suscitato il candidato ANO Lukáš Král che, vittima di un’aggressione, ha avviato su facebook una campagna xenofoba, incolpando dell’accaduto l’intera comunità rom. Il tutto a pochi giorni dalle elezioni amministrative.
La nota positiva è che le istituzioni politiche si stanno lentamente aprendo a candidati rom. Alle elezioni locali nella città di Trmice, due membri di etnia rom del partito “Insieme per Trmice” entrano a far parte del consiglio comunale dove Marcel Cichý, anch’egli di etnia rom, mantiene uno dei seggi dal 2010 con il Partito Democratico Civico.
Gli ultimi anni hanno messo a dura prova la comunità rom risiedente in Repubblica Ceca. Tuttavia, l’attenzione rivolta dalla Corte europea e dal Consiglio d’Europa al problema, così come la lenta sensibilizzazione dei cittadini cechi sulla questione, rappresentano fattori che concorrono per un definitivo riconoscimento da parte delle autorità locali dei diritti di questa minoranza.
Foto: Flickr / Gipsy’s Demonstration Against Racism 2009 – Lo striscione riporta: “Contro il fascismo con ogni mezzo”