MONTENEGRO: La Grammatica della divisione

da Belgrado

Le sanguinose guerre degli anni novanta, ormai note a noi tutti, non hanno solo il triste merito di aver disgregato lo stato iugoslavo, ma anche la lingua serbo-croata. Con la nascita dei nuovi stati, infatti, quest’ultima si è divisa in serbo e croato (e dovremmo forse anche aggiungere bosniaco). Certo, le sofferenze “linguistiche” non possono essere paragonate a quelle umane, tuttavia rispecchiano la società balcanica contemporanea. Questa suddivisione linguistica, corredata da incessanti polemiche dai toni tutt’altro che smorzati, pare, come vedremo, solo all’inizio.

Da anni, più precisamente dal 2006, anno di nascita dell’attuale stato del Montenegro, soprattutto in ambiente serbo, le “acque” linguistiche hanno trovato nuovo motivo di agitazione dal momento in cui il Montenegro ha dichiarato di avere come lingua ufficiale quella  montenegrina.

La polemica verte attorno al fatto che Belgrado non ne sa niente e niente ne vuole sapere di questa nuova lingua. In Montenegro, infatti, secondo la maggioranza dei serbi, si parla serbo. Questa diatriba in Serbia riscontra davvero molto interesse. Ultimamente se ne sono nuovamente occupati i maggiori quotidiani nazionali, tra i quali ricordiamo Politika e il molto popolare Blic. Questo rinnovato interesse è stato innescato dal volume Grammatica della lingua montenegrina che, a partire dal settembre del 2010, è possibile acquistare nelle librerie e nelle edicole montenegrine, redatta dal linguista montenegrino Adnan Čirgić e dagli studiosi croati Ivo Pranjković e Josip Silić.

Negli ambienti intellettuali serbi questa grammatica non è certo passata inosservata. Immediatamente le è stato attribuito un valore puramente politico, come del resto anche alla sola idea di lingua montenegrina. Quest’ultima, infatti, viene vista come una creazione artificiale e la Grammatica della lingua montenegrina come una conseguente decisione e presa di posizione dal carattere quasi anti-serbo. Alla Grammatica montenegrina, Belgrado non attribuisce alcuna concreta base linguistica; gli elementi che la differenziano da quella serba sono considerati inventati ed improvvisati. Le differenze tra le due grammatiche del resto, agli occhi serbi non sembrano essere di certo maggiori di quelle, ad esempio, tra il serbo parlato a Belgrado e quello parlato nel sud della Serbia.

Molto criticato è stato anche il fatto che gli autori della Grammatica montenegrina non siano tutti montenegrini e non parlino quindi la lingua di cui hanno scritto. In Serbia inoltre, viene sottolineato che, già nel 1996, comparve sul mercato una Grammatica ed ortografia della lingua montenegrina, che però al tempo non venne presa sul serio da nessuno, nemmeno dalle autorità e dai linguisti montenegrini. Poi, all’autonomia nazionale conquistata dal Montenegro è conseguita la denominazione ufficialmente di lingua montenegrina nonostante il 60% della popolazione nell’ultimo censimento ufficiale avesse dichiarato di parlare serbo.

Ma quali sarebbero le differenze sostanziali tra il serbo e il montenegrino? La Commissione per l’ortografia del Montenegro, nominata negli anni scorsi, ha affermato che la lingua montenegrina possiede 32 lettere, 2 in più di quella serba. Queste due lettere in più, pare però, non siano altro che suoni che si possono sentire in ogni parlata di tipo ijekavo (una delle tre varianti della lingua serba). In ogni caso, da parte serba, viene sottolineato che le differenze sono minime.

Gli autori della Grammatica della lingua montenegrina, poi, dalla loro hanno affermato che la lingua montenegrina moderna necessitava di una descrizione adeguata.

Chi abbia ragione non sta a noi dirlo, magari chissà se tra qualche tempo potremmo imparare anche il montenegrino.

Chi è Daria Costantini

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