Da RIGA – Manca poco alle elezioni politiche in Lettonia, che si terranno il prossimo 4 ottobre, ed escono gli ultimi sondaggi sul gradimento dei partiti. Secondo il sondaggio preparato da Norstat per il telegiornale di TV3, Vienotība, il partito dell’attuale premier Laimdota Straujuma, avrebbe superato il partito russofono Saskaņa come primo partito nelle intenzioni di voto degli elettori. Vienotība secondo Norstat se si votasse domani otterrebbe il 15,3% dei consensi, mentre Saskaņa si ferma al 14,4%, alcuni punti percentuali in meno rispetto ai sondaggi dei mesi scorsi effettuati da altre agenzie.
Potrebbe essere l’effetto dell’inasprirsi della crisi fra Ucraina e Russia delle ultime settimane. Come già accaduto in occasione delle elezioni europee dello scorso maggio, dove Saskaņa ha subito una grande sconfitta probabilmente dovuta allo scatenarsi dell’offensiva dei separatisti del Donbass e all’annessione di fatto della Crimea alla Russia, ogni volta che il Cremlino mostra il suo volto più aggressivo in politica estera, il partito russofono di riferimento in Lettonia, ovvero Saskaņa, che ha anche un accordo di partnership con il partito di Putin Russia Unita, subisce un arretramento nel gradimento dell’elettorato. Resta fedele ovviamente al voto per Saskaņa la grande massa degli elettori russofoni nel paese, ma il partito del sindaco di Riga Nils Ušakovs, in queste situazioni di crisi internazionale con la Russia, rischia di perdere quasi tutto il consenso che era riuscito a guadagnarsi in questi anni in una fetta di elettorato lettone.
Per lo stesso motivo a guadagnarci sono i partiti lettoni, che sono visti dal loro elettorato come più affidabili e sicuri in politica estera rispetto a Saskaņa. Così probabilmente si spiega questo sorpasso di Vienotība che in questi tre anni di legislatura è sempre stata dietro nei sondaggi rispetto al partito russofono (tranne che alle europee di maggio, dove ha conquistato un clamoroso e probabilmente irripetibile 40%).
Si tratta comunque di analisi che possono essere ancora ampiamente smentite dai fatti, con un mese pieno di campagna elettorale e soprattutto ricordando che già in passato gli istituti di sondaggio in Lettonia non sono riusciti a prevedere l’effettivo risultato delle elezioni, come successo anche nelle recenti Europee di maggio.
Comunque dietro ai due partiti leader, secondo il sondaggio di Norstat, solo altri due partiti supererebbero la soglia di sbarramento del 5%, necessaria per entrare in parlamento. Si tratta di Nacionālā apvienība, l’alleanza dei partiti nazionalisti Visu Latvijai! e TB/LNNK, che otterrebbe il 7,8%, e il partito dei verdi e agricoltori ZZS, che porterebbe a casa il 7,3% dei voti. Entrambi questi partiti fanno parte con Vienotība della coalizione che attualmente sostiene il governo Straujuma, e se queste previsioni di voto fossero vicine alla realtà che uscirà dalle urne il 4 ottobre con tutta probabilità questo schema di maggioranza di centrodestra tutto lettone sarebbe replicato nella prossima legislatura.
L’unica variabile rispetto a questo scenario potrebbe essere l’entrata in parlamento di una quinta forza, No sirds Latvijai (Dal cuore per la Lettonia), il partito fondato di recente dall’ex revisore dei conti Inguna Sudraba. Ma i sondaggi per ora, malgrado la fortissima e incessante campagna pubblicitaria che in queste settimane NSL sta portando su tutti i media televisivi e nelle strade, non premiano il partito della Sudraba, che per Norstat si fermerebbe oggi al 2,6%, ben lontano dalla soglia di sbarramento. Ma c’è da tener presente che i sondaggi pubblicati da altre agenzie nei mesi scorsi davano il partito della Sudraba ben più vicino alla soglia del 5%.
L’intervista di Ušakovs e la sua affermazione su Putin “miglior presidente russo possibile” sta causando molte reazioni nell’opinione pubblica lettone, sia sui media che nei social network. Anche se in realtà la frase estrapolata dal contesto generale dell’intervista suona molto peggio, rispetto alla formulazione complessiva di Ušakovs, che sostanzialmente ha sostenuto che le alternative a Putin, considerando i sondaggi, sarebbero i comunisti o il partito nazionalista di Žirinovsky, molto più popolari nell’elettorato rispetto a forze liberali come quella di Navalny.
Ušakovs si trova in questi giorni a Mosca per una missione in difesa dei prodotti a marchi “Riga” che sono esportati nel mercato russo. Il recente embargo russo sui prodotti della UE, in risposta alle misure dell’Unione Europea conseguenti alla crisi in Ucraina, sta mettendo a repentaglio le esportazioni lettoni, come pure quelle degli altri paesi baltici, in Russia.
Per questo il sindaco di Riga sta provando a stringere accordi non solo con le autorità russe ma anche con le principali catene commerciali del paese, per mantenere aperta la porta alle esportazioni lettoni in Russia e principalmente al cosiddetto “Rižskij dvorik” (Il cortile di Riga), lo stand di prodotti tipici lettoni.
Nella sua visita a Mosca Ušakovs ha in agenda incontri con il vicepremier Arkadij Dvorkovič, con il sindaco di Mosca Sergej Sobjaņin, con il presidente della Confcommerico russa Sergej Katirin e con il presidente della KHL, la lega continentale di hockey, Aleksandr Medvedjev.
Secondo Ušakovs la Russia sarebbe pronta a mantenere le importazioni di quei prodotti lettoni che non rientrano specificatamente nella lista dell’embargo decretata dal Cremlino: “Finché continua la guerra di sanzioni, non possiamo vendere in Russia prodotti come latte e latticini. Ma potremmo aumentare l’esportazione di quei prodotti che sono esclusi dall’embargo, come pesce conservato, dolci, prodotti di panificazione e rafforzare la nostra presenza in questi settori di mercato.”