Con la sottoscrizione della Karta Trójmiasta (Carta di Trecittà), stipulata il 28 marzo 2007, in cui si definisce la cooperazione tra i comuni delle città di Danzica, Sopot e Gdynia, l’agglomerato urbano di queste città del nord della Polonia sulla costa del mar Baltico ha ufficialmente preso il nome di Trójmiasto (Tripla Città).
Capoluogo del voivodato della Pomerania, affacciata su una splendida baia nella parte meridionale del mar Baltico, la città di Danzica sorge sulle rive del fiume Motława, un ramo del delta della Vistola. Capitale marittima della Polonia ed importante centro culturale, Danzica vanta una storia millenaria. La sua strategica posizione geografica le permise di diventare un importante membro della Lega Anseatica, la potente alleanza tra città mercantili che controllavano il monopolio del commercio in gran parte dell’Europa settentrionale, del mar Baltico e del mare del Nord tra il XII e il XVII secolo.
La città è ancora oggi uno dei principali centri economici del paese ed è celebre per esser la capitale mondiale dell’ambra. Danzica si trova su una storica “strada dell’ambra”che va dalla costa baltica meridionale lungo i principali fiumi, tra cui la Vistola, verso il Mar Nero ed il Mediterraneo. Da secoli “l’oro del Baltico” viene esportato in tutto il mondo, in forma di oggetti o di materia prima, dall’area di Danzica. I lavori degli abili artigiani dell’ambra della città costituirono per secoli i doni più preziosi per i Papi, i monarchi e i ricchi aristocratici europei.
La città custodisce un ingente patrimonio storico culturale, splendidi edifici e monumenti in stile gotico, rinascimentale e barocco, un’eredità architettonica lasciata nel corso dei secoli dai numerosi popoli e culture che vi si stabilirono fra cui tedeschi, polacchi, scozzesi, olandesi. L’architettura moderna è però il risultato di una minuziosa e sapiente ricostruzione avvenuta nel dopoguerra, dopo che la città fu quasi interamente distrutta durante la seconda guerra mondiale.
Nel corso della sua lunga storia divenne oggetto di numerose contese e dominazioni da parte delle maggiori potenze europee, sino ad arrivare al Trattato di Versailles del 1919 in cui Wilson disegnò la nuova cartina d’Europa. Si decise che Danzica, sottratta al potere tedesco, con il delta della Vistola sul mar Baltico diventasse, sotto l’autorità della Società delle Nazioni e della Polonia, “città libera”, a condizione che lasciasse alla Polonia un accesso al mare tramite un “corridoio” tra la tedesca Pomerania e la città. A vent’anni di distanza, nel 1939, la Germania nazista riconquistò Danzica, causando l’inizio della seconda guerra mondiale.
La città tornò prepotentemente agli onori della cronaca negli anni ’80 con la fondazione e le aspre lotte del sindacato di ispirazione cattolica-popolare Solidarność (Solidarietà), in aperta opposizione al regime socialista polacco.
Dai cantieri navali Lenin di Danzica, sotto la guida di Lech Walesa, un baffuto e carismatico elettricista divenuto leader del sindacato (in seguito premio Nobel per la pace e presidente della Polonia), spirarono, anche grazie al decisivo supporto e ai finanziamenti della chiesa guidata dal polacco Karol Wojtyla, i primi venti di cambiamento che portarono, alla fine di un decennio di dure lotte, alla caduta del regime comunista polacco, che anticipò di qualche mese quella del muro di Berlino e dei paesi del blocco sovietico.
Un treno ogni dieci minuti collega Danzica con le giovani città sorelle costituenti la “Tripla Città”, Sopot e Gdynia.
La storia di Gdynia ebbe inizio quando, in base al trattato di Versailles, venne tracciato il corridoio di accesso al mare per la Polonia. Fu creato in quello che allora era un piccolo borgo abitato da un centinaio di pescatori situato nella baia di Danzica. Fu così che dal 1921, anno della sua fondazione e dell’inizio della costruzione del porto, Gdynia divenne il terminale del corridoio polacco che sbocca sul mare.
Il minuscolo villaggio di pescatori in pochi anni mutò radicalmente aspetto: un clamoroso boom edilizio portò alla nascita di una vera e propria città, il porto si sviluppò ad una velocità impressionante divenendo presto più importante di quello di Danzica e in pochissimi anni uno dei principali in Europa per volume d’affari. La vita economica della nuova nazione polacca negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale divenne indissolubilmente legata al porto di Gdynia, da cui transitavano quasi il 70 % del commercio estero del paese.
Oltre all’enorme valore commerciale il porto assunse ben presto anche una importante funzione militare e una grande valenza strategica nello scacchiere geo-politico mondiale. Fu così che quelle poche case fatiscenti abitate da poveri pescatori divennero nel corso di un ventennio uno dei principali motivi per cui Hitler, deciso a riconquistare quel cruciale lembo di territorio perduto dai tedeschi che gli avrebbe consentito di collegare la Prussia orientale al resto della Germania, diede il là all’ invasione della Polonia del 1 settembre 1939 che sancì il tragico inizio del secondo conflitto mondiale.
Seppur rivesta molto meno importanza rispetto agli anni tra le due guerre mondiali Gdynia rimane oggi un importante città portuale ed è sede di cantieri navali che danno lavoro a miglia di lavoratori, avendo assorbito gran parte della manodopera degli ex cantieri navali Lenin di Danzica, ormai in disuso.
Situata tra Danzica e Gdynia, a pochi chilometri e facilmente raggiungibile da entrambe, la terza sorella, Sopot, città natale dell’attore Klaus Kinski, è la regina indiscussa del turismo balneare polacco.
La città attira turisti tutto l’anno ma in estate la città si trasforma in una vera e propria “Rimini del Baltico”.
Le famiglie polacche che la scelgono come meta estiva per le sue lunghe spiagge bianche, ma sono soprattutto i giovani ad animare la città e a godersi i numerosi locali e la scatenata movida notturna che si concentra su Monte Cassino Street, la grande arteria che dalla stazione taglia in due Sopot fino al lungo molo, luogo di passeggio e attrazione della città, “simpaticamente” a pagamento durante i mesi estivi.
Benvenuti sulle sponde del Baltico, alla scoperta della “Tripla città”: qui il reportage fotografico