UZBEKISTAN: Le perle dell'Asia Centrale alla prova del ritiro USA

Tra poco se ne andrà la maggioranza delle truppe straniere, soprattutto americane, dall’Afghanistan, lasciando un vuoto di potere che fatalmente si riverbererà anche sugli stati ex sovietici dell’Asia Centrale, in particolare su quello strategicamente più importante, l’Uzbekistan. Fra gli stati centro-asiatici confinanti con l’Afghanistan l’Uzbekistan possiede il più micidiale potenziale militare. I programmi militari del paese sono sostanzialmente diversi da quelli dei vicini, Nel 2013 il bilancio militare dell’Uzbekistan ammontava a 11,4 miliardi di dollari (più del 4% del PIL), cifra che supera la somma delle spese per la difesa del Tagikistan.

Ma adesso siamo in estate la stagione delle ferie, tutti hanno il desiderio e la volontà di riposare. Ascoltiamo le parole della liturgia bizantino-slava che saggiamente suggeriscono: „Vsjakoje nyne žitejskoje otložim popečenie” (”Deponiamo ora tutte le cure terrene”): dell’Uzbekistan e dei suoi problemi militari avremo modo di parlare diffusamente al ritorno dalle ferie. Parliamo ora dell’Uzbekistan dal punto di vista della cultura, della storia e del tempo libero.

L’Uzbekistan è un paese di antica cultura che alberga grandi valori storici. Le sue città principali hanno una storia plurisecolare. Fra di esse si distinguono particolarmente la capitale Tashkent, Samarcanda, Bukhara, Shahrisabz („Città verde”), Khiva, Termez. La maggior parte di esse ha superato l’età dei 2.500 anni.

Essendo situate lungo il percorso della Grande Via della Seta, esse rappresentavano degli importanti centri del commercio carovaniero internazionale, grazie al quale si realizzava l’avvicinamento dei diversi popoli, lo scambio di conoscenze, idee, il reciproco arricchimento delle lingue e delle culture. Queste città („come perle preziose”, cantavano gli antichi poeti) hanno assorbito in sè tutta l’originalità e l’irripetibile bellezza di questa regione, permettendo ai nostri contemporanei quasi di trasferirsi nell’atmosfera della città medievale, di apprezzarne il colorito. Una visita ad ognuna di queste città permetterà di conoscere più profondamente la soria e la cultura originale del popolo uzbeko.

La natura di questa regione colpisce per i suoi contrasti. Deserti e valli verdeggianti, alte montagne innevate e altipiani, fiumi impetuosi e laghi creano un irripetibile colorito. La maggior parte del territorio è costituita dalla pianura turanica. L’altezza delle montagne ha contribuito alla secchezza del clima e a poco a poco si sono formati i deserti: i Kyzylkum (“deserto rosso”) e i Karakum (Qarakum, “deserto nero”). ,Le montagne e i confini delle repubbliche si inerpicano su per i pendii delle catene montane: il Tjan-Shan occidentale e il Pamir-Alay. Fra le montagne si protendono le vallate: quella del Kashkadarya, del Surkhandarya, del Zaravshan, di Samarcanda.

Gli amanti della natura saranno conquistati dalla riserva, unica nel suo genere, di Ugam Chatkal che rientra nel complesso di Chamgan. Il territorio della riserva consiste di due settori isolati: Bashkizilsay („Testa Rossa”) e Maydansay („La Piazza”). Il primo settore è situato sul pendio sud-occidentale delle montagne di Chatkal. Il secondo settore, di maggiori dimensioni, si trova nell’area remota dei pendii settentrionali. La riserva è dislocata all’altezza di 1.100-4.000 m. sul livello del mare, su un territorio di 122 kmq.

“Chimghan”, esteso su un pittoresco settore delle montagne Chatkal nella parte ocidentale della catena del Tjan-Shan è collocato a 89 km dalla capitale dell’Uzbekistan, Tashkent. Una moderna rotabile, avvicinandosi al complesso, infila una serpentina montuosa dalla quale si apre una vista mozzafiato sulle montagne circostanti. Chimghan è affascinante in qualsiasi stagione.

Chi è Giovanni Bensi

Nato a Piacenza nel 1938, giornalista, ha studiato lingua e letteratura russa all'Università "Ca' Foscari" di Venezia e all'Università "Lomonosov" di Mosca. Dal 1964 è redattore del quotidiano "L'Italia" e collaboratore di diverse pubblicazioni. Dal 1972 è redattore e poi commentatore capo della redazione in lingua russa della radio americana "Radio Free Europe/Radio Liberty" prima a Monaco di Baviera e poi a Praga. Dal 1991 è corrispondente per la Russia e la CSI del quotidiano "Avvenire" di Milano. Collabora con il quotidiano russo "Nezavisimaja gazeta”. Autore di: "Le religioni dell’Azerbaigian”, "Allah contro Gorbaciov”, "L’Afghanistan in lotta”, "La Cecenia e la polveriera del Caucaso”. E' un esperto di questioni religiose, soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS.

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