Un’antica leggenda narra di una bella e triste fanciulla che vive in fondo al Balaton e con le sue lacrime alimenta quel lago che i magiari chiamano mare.
Da secoli, infatti, il Balaton è soprannominato “il mare d’Ungheria”.
Situato nell’Ungheria occidentale, nel cuore del Transdanubio, con i suoi settantanove chilometri di lunghezza e i quattordici di larghezza massima, è il più grande lago dell’Europa centrale.
Il Balaton attira turisti in ogni stagione dell’anno ma è senza dubbio l’estate la stagione regina.
Le sue spiagge, dotate di attrezzati stabilimenti balneari, sono letteralmente invase da famiglie ungheresi e da stranieri di ogni nazionalità che lo eleggono come meta di vacanza, attratti dal clima mite, dalla natura, dai paesaggi che lo circondano e dalla vasta gamma di offerte per relax, avventura e divertimento che si possono trovare sulle sue sponde: sport acquatici e da spiaggia di ogni tipo, passeggiate, itinerari ciclabili, equitazione, pesca, birdwatching, centri benessere, bagni termali, eventi sportivi, concerti, festival musicali, parchi di divertimento, sagre gastronomiche.
Si dice che i migliori vini ungheresi si ottengano dall’uva che si specchia nelle acque del Balaton. Visitando le numerose cantine vinicole della zona è possibile degustare gli ottimi vini prodotti nella regione di Badacsony, una delle principali regioni vinicole d’Ungheria. Vini profumati, Ideali per accompagnare i piatti a base di pesce del lago serviti nelle caratteristiche csárda, le antiche locande, con l’immancabile presenza di un violinista zigano.
Per compiere l’intero giro del lago occorre percorrere una suggestiva e panoramica strada di duecentoventi chilometri, lungo la quale si incontrano piccoli paesi e villaggi con fiorenti tradizioni culturali, artigianali ed artistiche.
Nel XVIII secolo il lago divenne una elegante meta di villeggiatura dell’aristocrazia asburgica. Prestigiosi castelli, ville e dimore nobiliari, molte delle quali oggi convertite in alberghi di lusso, furono costruite per ospitare l’imperatore, la sua corte e la nobiltà mitteleuropea.
Non furono però le spiagge ad attirare i primi nobili villeggianti, ma un altro genere di bagni, quelli alle terme, situate lungo la riva settentrionale del lago. E’ qui che sopravvive ancora ai nostri giorni l’atmosfera vacanziera Belle Époque. Le terme più famose si trovano a Hévíz, il cui lago naturale alimentato da sorgenti calde celebri per i loro effetti terapeutici, è il secondo lago termale più grande del mondo.
Altrettanto famose da secoli sono le acque termali di Balatonfüred, il principale centro della costa settentrionale del Balaton. La città dispone di importanti strutture di accoglienza turistica ed è sede di una clinica cardiologica di fama mondiale in cui, nel 1926, venne curato il poeta premio Nobel per la letteratura Rabindranath Tagore.
In alternativa alla panoramica strada che costeggia il lago, numerose corse in traghetto collegano Balatonfüred al più importante e popolato centro del Balaton, Siófok, situato sulla costa meridionale. Il traghetto ferma nella splendida penisola di Tihany, parco nazionale dal 1952, considerata il museo storico del Balaton, con la sua Abbazia Benedettina risalente al 1055.
Siófok è una piccola cittadina di poco più di ventimila abitanti nei mesi invernali che, tra giugno ed agosto, si trasforma in una sorta di Rimini dell’est. Migliaia di persone si riversano ogni giorno sulle sue spiagge, popolano i resort e i grandi alberghi, brindano nei pub sulle sponde del lago, si scatenano nei locali notturni e nelle numerose discoteche, animando la celebre movida della città.
La capitale del Balaton è una meta decisamente in voga tra i giovani in cerca di avventure. Il soprannome “Sio-fuck”, datogli dai ragazzi ungheresi, alimenta le leggende attorno a questa località e alla sua piccante vita notturna, contribuendo a diffonderne la fama tra coloro che optano per una vacanza all’insegna del divertimento e della trasgressione. I turisti che, al contrario, sono alla ricerca di pace e relax farebbero bene ad evitarla nei mesi estivi, optando per i piccoli e tranquilli paesi circostanti.
Visitai il lago Balaton nel 2012, a settembre inoltrato, al termine della stagione turistica. Le luci delle discoteche di Siófok ormai quasi del tutto spente, gli alberghi vuoti, gli stabilimenti balneari in fase di smontaggio. I giovani e le belle ragazze di cui tanto si favoleggia avevano ceduto la scena a nonni e nipotini intenti a godersi l’ultima tintarella.
Dopo una lunga e soleggiata estate l’acqua della parte meridionale del lago era bassissima, quasi del tutto evaporata. Si poteva camminare per centinaia di metri prima di poter nuotare. Alcuni tratti di spiaggia di Siofok, a causa della siccità, parevano acquitrini fangosi.
La triste fanciulla che dimora in fondo al lago, alimentandolo con le sue lacrime, aveva forse smesso di piangere dopo aver trovato nel corso di quell’estate, così come tanti giovani vacanzieri, l’amore e la felicità?
Il clima un po’ triste da fine stagione, il lago in secca e la tipologia di persone che frequentavano le spiaggie creavano un’atmosfera che mi parve, sinceramente, un po’ comico-fantozziana. Un effetto straniante ma allo stesso tempo interessante, curioso e rilassante, che alla fine apprezzai molto.
Benvenuti al lago Balaton, il “mare ungherese”… qui il reportage fotografico
Bel articolo mi ha fatto venire in mente tanti ricordi del Balaton e di Siofok, un gran bel posto cavalli, gulasch e terme!!!
Grazie