Lunedì è stata finalmente approvata la candidatura di Věra Jourová per il ruolo di Commissario europeo della Repubblica Ceca. Una candidatura aspramente combattuta tra i partiti di coalizione al potere, alla quale si è giunti soltanto dopo faticose trattative.
Věra Jourová, attuale ministro dello Sviluppo regionale, lascia la poltrona da vicesegretario generale del partito Ano 2011 per assumersi gli incarichi da candidata commissaria Ue per l’Alde. 49 anni, con un ruolo di primo piano nel governo di Praga, afferma che in ambito europeo punta a un incarico che rispecchi le sue competenze. Una preferenza dunque che oscilla dalle Relazioni inter-istituzionali ai Trasporti, da quella dell’Industria e imprenditoria fino alla Politica regionale, che in quest’ultimo caso la porrebbe in concorrenza con l’attuale Commissario austriaco Johannes Hahn.
Frutto di una trattativa tra i partiti di coalizione al governo, il nome della Jourová come possibile candidata era già stato pronunciato a inizio luglio ma aveva incontrato l’ostruzionismo delle controparti politiche. La maggioranza socialdemocratica (ČSSD) ha infatti condotto una lunga battaglia che contrapponeva alla candidata Ano 2011 la figura di Pavlu Mertlíkovi, mentre i cristiano democratici che a lungo avevano marciato sul nome di Zuzanu Roithovou, ritrovatisi di colpo la candidatura bocciata, effettuano una manovra d’emergenza e optano per Petra Blížkovského, con l’effetto di prolungare le trattative.
Sono così seguiti una serie di incontri che non hanno portato a nessuna decisione, almeno fino a lunedì 21/7, quando il ČSSD ha deciso di appoggiare la candidatura della Jourová in cambio di alcune concessioni legate a temi caldi del proprio piano politico (aumento del salario minimo e dei fondi per i servizi sociali). Se il leader dei democristiani si è dichiarato contento che la situazione si sia sbloccata, altrettanto entusiasmo non si registra tra i partiti di minoranza. Il leader del partito di destra TOP 09, Karel Schwarzenberg, critica aspramente la trattativa ma definisce quella della Jourová “una buona candidatura se paragonata alle altre”. Di tutt’altro parere i comunisti che condannano il non essere stati interpellati nelle consultazioni.
La scelta per la Jourová risponde comunque all’appello lanciato da Jean-Claude Juncker ai paesi UE per favorire la candidatura di donne a Bruxelles. È su quest’onda che si pone il primo ministro ceco e presidente ČSSD Bohuslav Sobotka quando asserisce che la nomina di una donna favorirebbe la Repubblica Ceca ad acquisire almeno uno dei portafogli significativi della nuova Commissione europea.