Nel 566 A.C, a Lumbini, un paese del Nepal meridionale della regione del Terai ad una ventina di chilometri dal confine con l’India, nasce il principe Siddhartha Gautama, colui che secondo le credenze buddiste rinunciò al Nirvana per rinascere nel Samsara ed insegnare agli uomini il Sentiero verso la Liberazione.
Fino a pochi anni fa a Lumbini non c’era nulla, se non poche semplici abitazioni circondate da campi di riso e colza, e la statua della Natività del Buddha. La località aveva le dimensioni di un piccolo villaggio ed era priva di strutture turistiche.
Ora tutto è cambiato a Lumbini: templi e monasteri dai tetti dorati di recente costruzione, stupa bianchi, numerosi hotel, ostelli per backpackers.
Quasi un milione di visitatori, semplici turisti o pellegrini, visitano in media negli ultimi anni la località nepalese, divenuta dal 1997 Patrimonio Mondiale dell’Unesco, attirati dal desiderio e dalla curiosità di visitare il luogo natale del fondatore del Buddhismo.
Per i buddhisti questo è una delle quattro principali mete di pellegrinaggio basate sulla vita del Buddha; le altre tre sono i paesi di Kushinagar, Bodh Gaya e Sarnath, in India.
Nel settembre 2010, sul finire della stagione delle pioggie, che va da giugno a settembre, dopo due mesi trascorsi nel nord dell’India, varcai la frontiera con il Nepal e giunsi a Lumbini.
Dopo una visita, per la verità piuttosto deludente, al Tempio della regina Maya Devi, il luogo in cui la madre di Siddharta diede alla luce il famoso pargolo, presi la decisione di non limitarmi alla dimensione turistica ormai assunta dal paese natale di Siddharta Gautama e di non farmi scoraggiare dal pessimo tempo.
Mi fermai qualche giorno in più, noleggiai una bici, lasciai il classico percorso del “Buddha tour” per perdermi nelle campagne circostanti e visitare i piccoli villaggi della zona, a mio parere molto più interessanti e rappresentativi della realtà locale.
Seppur in territorio nepalese, le persone che abitano i villaggi nei dintorni di Lumbini sono quasi tutte di origine indiana e le tradizioni culturali e religiose provengono dal paese di Gandhi.
Curioso di visitare questo spaccato di vita reale, trascorsi due emozionanti ed intense giornate sotto una pioggia incessante, camminando nel fango, spesso spingendo la bici impantanata, con la mia macchina fotografica protetta da sacchetti di plastica, con l’ansia costante che potesse bagnarsi e abbandonarmi sul più bello.
Come quasi sempre accade durante i miei viaggi, le esperienze più “impegnative e faticose” sono anche le più vere, emozionanti e le più piacevoli da ricordare.
Fui ampiamente ripagato dalla splendida accoglienza, dal calore e dall’ospitalità delle persone di religione indù che vivono nei villaggi della zona.
Mi fu concessa la straordinaria opportunità di condividere e testimoniare alcuni momenti della loro difficile vita quotidiana.
Benvenuti nelle campagne di Lumbini, nei villaggi di tradizione indù al confine tra il Nepal e L’India… qui il reportage fotografico.
Grazie per il racconto edi reportage fotografico splendido