di Matteo Bartolini
Il 6 febbraio 2010, con la firma dell’accordo intergovernativo tra Italia e Montenegro, sono state poste le basi per la realizzazione del primo ponte elettrico tra l’Italia e la regione dei Balcani. Il nuovo collegamento, dalla lunghezza di 415 km (dei quali 390 km in cavo sottomarino e 25 km in connessione terrestre), collegherà Villanova con Tivat e avrà una capacità complessiva di 1.000 MW. I lavori inizieranno nel 2011 e per la sua realizzazione saranno necessari 760 milioni di euro, che saranno messi a disposizione dall’italiana Terna, mentre la società statale montenegrina CrnoGorski Elektroprenosni Sistem (Cges) investirà una quota di circa 70 milioni di euro per collegare la nuova opera alla rete infrastrutturale esistente.
Nell’accordo è inoltre inserita una clausola che permetterà a Terna di acquisire una quota del 22% della Cges e di creare una nuova società, sotto il suo controllo, per la realizzazione di opere infrastrutturali in territorio montenegrino. L’accordo per la realizzazione del collegamento elettrico si inserisce in un quadro molto più ampio di investimenti che vede anche la partecipazione di altre imprese italiane. L’Italferr costruirà un collegamento ferroviario tra Belgrado e il porto montenegrino di Bar (con un investimento di un milione di euro), l’Enel realizzerà un impianto a carbone in collaborazione con la Duferco (che a sua volta provvederà alla costruzione di un termovalorizzatore), mentre la A2A, controllata dai comuni di Milano e Brescia, si è impegnata nel settore dello smaltimento di rifiuti montenegrino attraverso l’acquisizione del 43% della società energetica Elektroprivreda, per la quale sono stati necessari circa 450 milioni di euro.
Dal punto di vista italiano l’opera infrastrutturale, che si stima possa essere realizzata entro la fine del 2014, permetterà l’importazione di energia elettrica prodotta nella regione dei Balcani e garantirà il soddisfacimento del 25% del fabbisogno di energia elettrica della regione Abruzzo. Si stima invece che i guadagni per l’economia montenegrina saranno pari a circa 10-40 milioni di euro annui, senza contare che tali investimenti permetteranno lo sfruttamento di risorse finora pesantemente sotto-utilizzate. Si calcola infatti che solo il 17% del potenziale energetico del Montenegro viene attualmente sfruttato.
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