Nei prossimi decenni la regione balcanica e quella baltica saranno fra le aree chiave delle infrastrutture energetiche dell’Ue. E’ quanto emerge da un documento reso noto a metà novembre dalla Commissione europea, nel quale gli esperti di Bruxelles hanno individuato i futuri corridoi prioritari per il trasporto di energia elettrica, gas e petrolio. Per la loro costruzione l’esecutivo comunitario crede di poter fare affidamento, tra il 2013 e il 2020, su 800 milioni di euro all’anno.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, l’Ue intende costruire “una rete offshore nei Mari del Nord”, collegata ai grandi centri urbani dell’Europa settentrionale e centrale, e provvedere “all’integrazione con il mercato europeo dei paesi che si affacciano sul Mar Baltico”. E’ fondamentale poi rafforzare “i collegamenti regionali nell’Europa centrale, orientale e meridionale”, compresa la regione balcanica. Per il trasporto del gas, Bruxelles mira innanzitutto ad aprire il corridoio meridionale, quello del progetto Nabucco, che permetterà di portare il gas in Europa direttamente dal Mar Caspio, dall’Asia centrale e dal Medio Oriente, diversificando le fonti di approvvigionamento. Un altro punto importante per i servizi dell’esecutivo comunitario è “l’interconnessione dei mercati dell’energia del Mar Nero, del Baltico, dell’Adriatico e dell’Egeo”, realizzando in particolare “un corridoio per collegare l’Europa centro-orientale a quella meridionale”.
Il documento della Commissione europea individua per il momento solamente alcune aree prioritarie a medio e lungo termine. Nella primavera del 2011, Bruxelles intende rendere noti i criteri in base ai quali sarà possibile accedere ai fondi necessari alla costruzione delle infrastrutture. I progetti concreti verranno scelti in una fase successiva, nel corso del 2012, anche in base alle conclusioni dei negoziati sul bilancio dell’Unione europea post-2013.
In base alle attuali informazioni, i finanziamenti comunitari potrebbero essere accessibili, ad esempio, per i progetti di interconnessione fra l’Italia e i paesi balcanici. In cantiere ci sono infatti vari collegamenti tra le coste italiane e quelle della Croazia, del Montenegro e dell’Albania. Tali progetti sono necessari al nostro paese per importare energia prodotta da fonti rinnovabili e raggiungere entro il 2020 l’obiettivo di portare al 17 per cento la quota di “energia verde” sul totale del consumo energetico, come imposto dall’Ue.