Le elezioni in Macedonia sono finite. Hanno vinto gli stessi ed hanno perso sempre gli stessi. A prima vista, niente di nuovo. Il partito nazionalista al potere Vmro–Dpmne del premier Nikola Gruevski, 43 anni, ha vinto nettamente le legislative anticipate e le presidenziali svoltasi domenica in Macedonia. Secondo i dati ufficiali il partito Vmro–Dpmne giudato dal premier Gruevski ha ottenuto 61 seggi su 123 in parlamento , mentre l’opposizione dei socialisti di Lsdm giudato da Zoran Zaev ha preso 34 seggi. Il primo partito albanese BDI di Ali Ahmeti, alleato di coalizione di Gruevski, ha preso 19 seggi, mentre il partito di opposizione albanese Pdsh di Menduh Thaci ha 7 deputati. L’affluenza è stata del 54,33%.
Un quadro simile a livello politico è stato visto nel secondo turno delle elezioni presidenziali che si è svolto in contemporanea. George Ivanov, ricandidato dal Vmro–Dpmne, si riconferma infatti nel ruolo che ricopre dal 12 maggio del 2009, primeggiando sul candidato dell’Lsdmn Stevo Pendarovski. Nel secondo turno il presidente Ivanov ha raccolto 534.154 voti o lo 55.25%, mentre il suo rivale da Lsdm ha raccolto 398.008 voti o lo 41,17%.
Tuttavia l’opposizione socialdemocratica di Lsdm ha fatto sapere di non voler riconoscere il risultato elettorale, denunciando gravi irregolarità, pressioni e frodi elettorali da parte del partito al potere Vmro–Dpmne. Il leader dell’Lsdm Zoran Zaev ha detto che l’opposizione non intende riconoscere i risultati ‘preconfezionati’ e antidemocratici del voto odierno, e ha chiesto la formazione di un governo tecnico che porti il Paese a nuove elezioni parlamentari e presidenziali.
La missione di osservatori dell’Osce/Odihr ha espresso gravi preoccupazioni riguardo le elezioni parlamentari e il secondo turno delle elezioni presidenziali. Anche se il giorno delle elezioni si è svolto senza problemi, la mancata separazione tra attività di partito e attività dello stato ha fatto mancare la parità di condizioni per una competizione elettorale free and fair. Inoltre i problemi con gli elenchi degli elettori, la copertura mediatica di parte, il voto familiare, i trasporti organizzati per gli elettori, gli elettori con più carte d’identità, i minori ammessi al voto, le tangenti per gli elettori sono macchie nere sul processo elettorale rilevate nel rapporto preliminare l’Osce/ Odihr.
D’altra parte l’Osce ha espresso rammarico per la decisione di Lsdm per non accettare i risultati delle elezioni e l’eventuale boicottaggio del parlamento. Secondo l’Osce, il boicottaggio non è un buon strumento democratico. Secondo l’Osce, i rappresentanti politici dovrebbero avere ad interesse la stabilità e gli interessi strategici del paese, come ad esempio l’adesione nelle strutture euro-atlantiche.
La Macedonia è candidata all’adesione all’UE dal 2005 ma, nonostante i continui pareri positivi di Commissione e Parlamento, il Consiglio Ue e’ sempre rifiutato di aprire i negoziati per via del veto greco sulla questione del nome dello stato, sostenuto ultimamente anche da Cipro e Bulgaria.