Twitter oscurato in Turchia, da ieri sera. Il premier turco Erdogan, in difficoltà in vista delle elezioni locali del 30 marzo, ha deciso di mettere al bando twitter nel paese, dove già youtube è sottoposto a restrizioni.
“Sradicheremo twitter. Non mi interessa cosa dice la comunità internazionale,” aveva dichiarato solo ieri. Il pretesto è il mancato rispetto da parte della piattaforma online degli ordini di rimozione di alcuni link, ma negli ultimi mesi twitter è divenuto arena di contestazione politica tra attivisti filo- e anti-governativi in Turchia. Secondo il vicepremier Ali Babacan, si tratta solo di un “bando temporaneo”, in vista di un “compromesso”.
Contro il bando si sono espressi il Commissario UE all’allargamento Stefan Fuele e il partito d’opposizione CHP, ma anche il presidente turco Abdullah Gul, dello stesso partito AKP, direttamente con un tweet. Gli utenti turchi di twitter hanno già iniziato ad aggirare il bando passando da server esteri.
Meno di due mesi fa, la Turchia ha approvato ulteriori misure restrittive rispetto alla libertà di espressione online, ed Erdogan aveva accusato una “lobby robot” di attaccare il governo via twitter e preparare un complotto. Nel frattempo, Erdogan e il suo partito solo stati colpiti da un grave scandalo di corruzione e hanno perso l’appoggio della potente confraternità islamica di Gulen. Le reti sociali, in particolare twitter, erano state molto utilizzate dagli attivisti di Gezi nella protesta partita meno di un anno fa.
Foto: bird watching, by [sciscia], via Colorz by Spinoza.it