Nel corso degli anni venti nessun’altra città al di fuori della Russia rappresentò come Berlino uno straordinario centro di aggregazione per i russi e allo stesso tempo un ponte per la cultura russa verso l’Europa occidentale. Già nel 1906, del resto, «Berlino era piena di russi» come scriverà nella sua Autobiografia Boris Pasternak che allora si trovava nella capitale dell’Impero tedesco.
Numerosi sono gli artisti russi che già prima della guerra erano entrati nel circuito culturale della città: tra questi Marc Chagall le cui opere sono presentate alla Galleria “Der Sturm” in occasione del “Primo salone tedesco d’autunno” nel 1913 e l’anno successivo in una mostra personale.
Ma è a seguito della presa del potere da parte dei bolscevichi nell’ottobre 1917 che Berlino [dopo Kiev, ndr] diventa la stazione principale della diaspora russa. Nel 1923 gli emigrati russi a Berlino sono 300.000. In quello stesso anno un editore berlinese pubblica una guida della città in lingua russa che registra i luoghi russi e le istituzioni della metropoli tedesca, tra le quali 3 quotidiani e 87 case editrici.
La Berlino russa è una città estremamente vitale: oltre cento case editrici, decine di quotidiani e settimanali, circoli culturali, negozi, alberghi e agenzie di viaggio… Un vero e proprio mondo parallelo, una comunità ben funzionante, basata sulle tradizioni pre-rivoluzionarie. Ma anche una comunità che raccoglieva un consistente numero di grandi artisti: poeti, pittori, scrittori e gente di teatro.
Due eventi come la “Prima mostra russa” del 1922 alla galleria “van Diemen”, della cui organizzazione fu responsabile El Lissitzky, e la ‘prima’ tedesca della Corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėizenštejn nel 1926 all’“Apollo-Theater” sulla Friedrichstraße contribuiscono a contrassegnare la fisionomia della Berlino russa nella stagione delle avanguardie.
Se Viktor Šklovskij, che vive a Berlino tra il 1922 e il 1923, dirà che «i russi volteggiano attorno alla Gedächtniskirche come le mosche attorno al lampadario», c’è chi descrive la fisionomia della città attraverso le insegne, le pubblicità, i manifesti che «parlano russo» e segnalano la presenza di una “conquista pacifica”.
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Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza a Trento, mercoledì 12 marzo, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito La Berlino russa. Interviene Antonella Gargano. Introduce Massimo Libardi. Con questo incontro prosegue inizio il ciclo Gli spiriti della rivoluzione. La Russia e l’Europa.
Antonella Gargano insegna Letteratura tedesca presso la Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali dell’Università “La Sapienza” di Roma. Fra le sue numerose pubblicazioni, Progetto metropoli. La Berlino dell’espressionismo (Silvy, 2012).
Foto: August Macke: Russischs Ballett 1(1912), Wikicommons
Ne sapevo qualcosa, ma non molto. E oggi?
Oggi (dati 2012) a Berlino ci sono 17,596 cittadini russi. Gli italiani sono quasi 20.000, i polacchi 50.000, i turchi 100.000.
Se si considerano anche i cittadini tedeschi di origine straniera, i dati riportano 250-300.000 tedesco-turchi 200.000 tedesco-russi, 200-240.000 tedesco-polacchi.
http://en.wikipedia.org/wiki/Berlin_population_statistics#Population_by_nationality
http://en.wikipedia.org/wiki/Demographics_of_Berlin#Statistics