VERTICE NATO/1: Bye bye Cold War

In merito al vertice Nato di Lisbona, pubblichiamo a seguito dell’articolo di Matteo Cazzulani questo, di Alessandro Ronga, preso in prestito da Ostpolitik. Alessandro Ronga, giornalista esperto di Russia, scrive per Affari Internazionali. Il suo blog, equilibrato ed esauriente, è uno dei più interessanti per chi voglia capire la politica estera del Cremlino

di Alessandro Ronga

L’atteso vertice NATO a Lisbona, che ha includeva anche una importante seduta del Consiglio NATO-Russia, si è concluso con l’impegno delle due superpotenze di mandare definitivamente in soffitta la vecchia logica da Guerra Fredda.
Nel documento finale approvato dai paesi-membri, l’Alleanza Atlantica manifesta la propria volontà di cercare una partnership strategica con la Russia negli ambiti della difesa missilistica e della lotta al terrorismo, alla pirateria e al traffico di droga. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha definito il risultato del vertice “un evento storico”, che vede i due ex rivali diventare partner, anche se rimangono punti di disaccordo riguardanti l’allargamento della NATO ad Est, fermamente avversata dalla Russia, che non vuole l’ingresso nell’Alleanza di Georgia ed Ucraina.

Durante i lavori della mattinata, il Segretario Generale della NATO Fog Rasmussen aveva invitato Mosca a prendere parte ad un sistema collettivo di difesa antimissile, e in serata dall’incontro tra Barack Obama e Dmitrij Medvedev è giunto l’annuncio che la Russia accetterà l’invito dell’Alleanza Atlantica e prenderà parte alla realizzazione dello scudo.
“La NATO acquisirà capacità di difendere la popolazione europea da attacchi missilistici grazie all’aiuto della Russia” ha annunciato Rasmussen, mentre Medvedev ha sottolineato in conferenza stampa che un periodo di freddezza nei rapporti tra Russia e NATO si è concluso, e che oggi Mosca “guarda avanti con ottimismo”. Il presidente russo si è anche soffermato sull’ipotesi di un futuro ingresso della Russia nell’Alleanza Atlantica, che ha escluso per il momento ma non per il futuro: “Ogni cosa cambia, e se domani cambiasse la NATO, potremmo cambiare anche noi”, a dichiarato il capo del Cremlino, rispondendo ad un giornalista.

Tornando all’attualità, un primo banco di prova del “nuovo corso”  russo-americano potrebbe essere l’Afghanistan, dove gli Usa confidano nell’appoggio logistico russo per i movimenti delle truppe impegnate nelle azioni umanitarie: già oggi, una buona parte dei rifornimenti ai militari NATO transita per la Russia. L’impegno di Mosca sull’Afghanistan probabilmente si fermerà a questo: è difficile ipotizzare un coinvolgimento delle truppe russe in un territorio dove negli anni Ottanta l’Armata Rossa trovò il suo Vietnam.

di Alessandro Ronga

Ostpolitik

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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2 commenti

  1. bah… non sono del tutto convinto. Mi sa che è finita la guerra fredda, ma continua la guerra sotterranea… troppa roba ancora sul piatto: Ucraina, Georgia, Cecenia… etcetera…

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