Il Presidente del Parlamento Pavol Paska ha annunciato la data per le elezioni presidenziali in Slovacchia: il primo turno si terrà sabato 15 marzo 2014, e l’eventuale ballottaggio sabato 29 marzo 2014. È altamente probabile, se non certo, che i giochi si decideranno al secondo turno. Il Presidente eletto entrerà in carica per cinque anni il 15 giugno 2014, data nella quale scade il secondo mandato di Ivan Gasparovic.
Sono quindici i candidati che intendono correre per il posto di Presidente della Repubblica Slovacca. Il portavoce del Parlamento Pavol Chovanec ha detto venerdì 10 gennaio che quindici persone hanno consegnato la loro candidatura presso l’ufficio preposto del Parlamento entro la scadenza, la mezzanotte di giovedì 9 gennaio. Si tratta del numero più alto di sempre in Slovacchia per un’elezione presidenziale. Se nel 1990 erano dieci i candidati, dodici hanno fatto campagna nel 2004 e sette nel 2009. Le candidature erano accompagnate alternativamente da almeno 15.000 firme di cittadini slovacchi oppure dalle firme di almeno quindici membri del Parlamento.
Se il Primo ministro Robert Fico, leader del maggior partito slovacco Smer-SD, è certamente tra i favoriti, ed ha ottenuto anche l’appoggio indiretto dell’uscente Presidente Ivan Gasparovic quando ne ha lodato le qualità come politico esperto e come candidato di maggior esperienza e di visione più ampia, tra i rimanenti quattordici vi sono anche altri candidati che meritano qualche attenzione. Perché comunque sembra piuttosto certo che Fico non avrà la maggioranza al primo colpo, e si dovrà tenere anche un secondo turno di ballottaggio.
Partiamo dai candidati “politici”, ovvero da coloro che escono dalle fila di un partito politico (che sia o meno rappresentato nell’attuale Parlamento):
Robert Fico – fondatore e leader del partito Smer-SD (socialdemocratico), Primo ministro dal 2012.
Pavol Hrusovsky – deputato e vice presidente del Movimento Cristiano Democratico (KDH) Hrusovsky è sostenuto dalla “Piattaforma popolare” composta da KDH, Most-Hid e SDKU-DS.
Peter Osusky – deputato del Partito Conservatore Civile (OKS), sostenuto da Libertà e Solidarietà (SaS).
Helena Mezenska – deputata del partito Gente Ordinaria e Personalità Indipendenti (OLaNO).
Gyula Bardos – membro del Partito della Comunità Ungherese (SMK, extraparlamentare).
Jan Jurista – ex ambasciatore in Argentina, membro del Partito Comunista della Slovacchia (KSS, extraparlamentare).
Seguono gli altri candidati, che tutti in un modo o nell’altro si presentano come “candidati civici”:
Milan Knazko – uno dei leader della Rivoluzione di Velluto, ex ministro in due governi degli anni ’90.
Jan Carnogursky – noto avvocato, ex dissidente, co-fondatore ed ex membro di KDH.
Radoslav Prochazka – deputato indipendente, ex membro di KDH.
Andrej Kiska – imprenditore milionario, filantropo e fondatore dell’ONG Dobry Anjel.
Jozef Behyl – imprenditore e attivista civile.
Viliam Fischer – noto cardiochirurgo.
Milan Melnik – scienziato.
Jozef Simko – sindaco di Rimavska Sobota.
Stanislav Martincko – presidente della Coalizione dei cittadini della Slovacchia.
Robert Fico ha avuto il sostegno, e le firme, di tutti gli ottantatré deputati Smer presenti in Parlamento, e altri come Hrusovsky, Osusky e Mezenska hanno avuto vita facile grazie alla firma di deputati dei loro o di altri partiti. Ma gli altri candidati hanno dovuto sudare nella raccolta delle 15.000 firme necessarie, una corsa che non è stata facilitata dall’incombere delle feste natalizie e di fine anno, che hanno occupato gran parte dei 30 giorni di tempo per la presentazione delle candidature una volta fissata la data dal Presidente del Parlamento Pavol Paska il 9 dicembre scorso. Andrej Kiska, che ha iniziato la sua campagna un anno fa, ha portato oltre 61mila firme, e oltre 40mila sono quelle di Rado Prochazka, che pure aveva iniziato all’inizio dello scorso anno a sondare il terreno per la sua candidatura, più o meno in concomitanza con Jan Carnogursky. Molti degli altri candidati hanno portato poco più di 15mila firme, mentre Jozef Behyl ne ha raccolte circa 30mila.
Non è chiaro per gli osservatori quale sarà il risultato delle elezioni. Se il quotidiano Sme dava per certa qualche giorno fa la vittoria di Fico, scrivendo che non esiste candidato più “papabile”, altri non la pensano così. Il politologo Miroslav Kusy dice che l’elezione di Fico è tutt’altro che certa. È certo che passerà il primo turno, ma nient’affatto chiaro se riuscirà a passare il secondo turno indenne, se gli altri candidati perdenti dovessero sostenere tutti insieme il primo degli avversari del Premier.
L’elezione di Fico come Presidente della Repubblica, ha scritto venerdì l’edizione ceca di Hospodarske Noviny in un commento, potrebbe avere risvolti inediti nella politica slovacca. Come è accaduto in Repubblica Ceca con Milos Zeman, si legge, anche in Slovacchia l’elezione di una personalità forte come Fico porterà probabilmente a spostare l’attenzione politica nel Paese dal governo alla presidenza. Perché Fico, chiosa l’autore, non sarà certo un Presidente che osserva e sta zitto, ma vorrà influenzare attivamente la politica nazionale.
Le elezioni presidenziali avranno un costo stimato, a carico dei contribuenti, di 10,8 milioni di euro. Lo indica una proposta elaborata dal Ministero dell’Interno, che è stata presentata per i commenti interministeriali. La somma comprenderebbe già le spese del potenziale secondo turno di voto, che si terrà solo se nessuno dei candidati riesce ad ottenere la maggioranza semplice al primo turno, e che è dato per certo un po’ da tutti gli analisti politici. Nel conteggio sono incluse le spese relative alle procedure di organizzazione, i materiali e le tecnologie utilizzate, le attività del Comitato elettorale centrale e dei comitati distrettuali, nonché i costi di elaborazione dei risultati del voto. (Buongiorno Slovacchia)
Foto: il presidente Gasparovic in Parlamento (fonte nrsr.sk)