La Bulgaria sta scomparendo. Il paese più povero dell’Europa unita continua a segnare record negativi, questa volta però non si tratta di corruzione, criminalità o disoccupazione, ma di una cosa che è in certa misura correlata: la natalità. Secondo i dati di un rapporto elaborato dal Centro nazionale di politica demografica, nel 2013 i neonati sono stati il 6% in meno rispetto all’anno precedente, mentre l’età media della popolazione ha raggiunto i 43 anni.
Questo dato si deve collegare all’emigrazione dei più giovani che vanno all’estero in cerca di lavoro e opportunità. Per chi resta c’è da far quadrare i conti e la situazione economica è un forte disincentivo alla procreazione. Non a caso la popolazione bulgara è diminuita nel corso degli ultimi anni raggiungendo gli attuali 6,9 milioni di abitanti. Due milioni in meno in venticinque anni, ovvero dalla caduta del regime comunista ad oggi.
E’ un dato che fa riflettere. Venticinque anni di “democrazia” in salsa bulgara (fatta di nepotismo, corruzione, insicurezza diffusa, predazione delle ricchezze da parte di oligarchie politico-criminali) sono stati meno ‘rassicuranti’ di quarant’anni di regime? L’idea che una società ha del futuro determina le scelte procreative. La Bulgaria di oggi non offre alcun futuro ai più giovani.
L’attuale composizione etnica della Bulgaria vede 5,7 milioni di bulgari, 1,3 milioni di rom, 800 mila turchi e circa 100 mila di altre etnie. Tra vent’anni – spiega il rapporto – i bulgari si ridurrebbero a 3,1 milioni, i rom arriverebbero a 1,8 milioni, i turchi rimarrebbero circa 800 mila mentre i rappresentanti di altre etnie diventerebbero ben 300 mila. Una Bulgaria sempre meno bulgara. Intanto già si registra lo spopolamento delle campagne, con un danno anche per il settore agricolo.
Il dato di invecchiamento della popolazione pone il paese al terzo posto dopo Italia e Germania. Tra vent’anni un terzo della popolazione avrà più di 65 anni. Una tendenza da invertire agendo in fretta. Resta da vedere se la classe politica attuale sarà in grado di farlo.
Non esiste una classe politica al mondo, che sia in grado di risolvere qualsivoglia problema che vada oltre il proprio orticello. E non sto certo parlando di Bulgaria, parlo di ogni paese al mondo. Purtroppo, se i problemi sono mondiali le soluzioni sono mondiali.
Vi faccio un banalissimo esempio: un caccia F22 statunitense, costa circa 130 milioni di dollari per costruirlo ed una sua ora di volo, circa 60.000 dollari.
Con un solo caccia, ci costruisci un ospedale da 1000 posti letto e ce lo mantieni. Ma se vai a dire agli americani di non farlo, loro ti risponderanno che il disarmo non può essere unilaterale e che, con i loro soldi, si proteggono come meglio credono. Dal loro punto di vista, non avrebbero tutti i torti….
Solo un governo mondiale che elimini le possibilità di conflitto e ridistribuisca più equamente tutte le risorse della terra (vuoi economiche, intellettuali, materiali ecc. ecc.) potremo uscire dai NOSTRI problemi.
Caramente Malvezzi Claudio