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RUSSIA: Morti misteriose nel Caucaso. Terrorismo o regolamento di conti?

Non si placa l’allarme terrorismo in Russia. In seguito al doppio attentato che a fine dicembre ha colpito duramente la città di Volgograd, causando numerose vittime e decine di feriti, e dopo l’esplosione di un’autobomba avvenuta qualche giorno prima a Pyatigorsk, nel Caucaso, la spirale di violenza che sta colpendo il paese negli ultimi anni continua a registrare nuove vittime. Tutto questo a meno di un mese dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Sochi, evento ritenuto a forte rischio perché obiettivo dichiarato del terrorismo.

Teatro della violenza ancora il Caucaso, ancora Pyatigorsk, cittadina termale situata nel Territorio di Stavropol’. In città sono stati infatti ritrovati sei corpi senza vita accanto ad alcuni esplosivi. I cadaveri sono stati rinvenuti in quattro diverse autovetture nella periferia di Pyatigorsk, e tutte le vittime presentavano ferite d’arma da fuoco alla testa. Solo tre delle sei vittime sono state per il momento identificate: si tratta di due tassisti del posto e di un operaio, tutti e tre senza precedenti penali o legami con ribelli o altri malavitosi.

Come detto in precedenza, accanto alle vittime sono stati rinvenuti degli ordigni, uno dei quali è esploso proprio nel momento in cui la polizia stava esaminando una delle vetture nelle quali sono stati ritrovati i cadaveri. La detonazione di questo esplosivo non ha causato fortunatamente né morti né feriti. Un secondo ordigno è stato invece fatto brillare in sicurezza dalla polizia, mentre sempre in prossimità della scena del crimine sono stati infine ritrovati altri due esplosivi, posizionati in prossimità di altrettante autovetture.

Le autorità russe sono al momento propense ad attribuire la colpa di questi omicidi al terrorismo, collegando questa strage agli attentati di Volgograd e allo stesso attentato che ha colpito proprio Pyatigorsk qualche settimana fa. Secondo il parere di chi si sta occupando del caso, si tratterebbe di una nuova strategia messa in atto dai terroristi: creare una trappola abbandonando i cadaveri nelle auto in modo da attirare l’attenzione della polizia, e far detonare gli esplosivi al momento opportuno. La pista che porta al terrorismo non è però l’unica percorribile, non si esclude infatti che si possa trattare di un regolamento di conti, come spesso se ne vedono nella regione, o di una eliminazione di scomodi testimoni. Il caso, dunque, è tutt’altro che risolto, e le indagini della polizia sono ancora in corso.

Foto: AP

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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2 commenti

  1. Intanto aumentano i morti e davanti ai tribunali non va praticamente nessuno: sarà un caso? La stampa di regime, invece, continua i suoi deliri contro la “classe creativa”, arrivando praticamente ad accusare liberali e omosessuali di finanziamento al terrorismo islamista (link). Nuvole sempre più cupe all’orizzonte…

  2. Ma, se si trattasse di regolamenti di conti, perché lasciare degli ordigni pronti ad esplodere accanto ai corpi delle vittime ?

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