Venerdì 12 dicembre Bohuslav Sobotka, leader del Partito socialdemocratico ceco (ČSSD), primo partito alle elezioni dello scorso ottobre, ha confermato di aver trovato un accordo di coalizione per formare un governo con il nuovo partito ANO 2011 (Azione dei cittadini insoddisfatti) fondato dal milionario Andrej Babiš, sorpresa delle ultime elezioni, e con l’Unione Democratica e Cristiana (Kdu-CSL). I tre partiti contano 111 deputati su 200 al parlamento di Praga. Una piccola “grande coalizione” che lascia all’opposizione i partiti conservatori già al governo, TOP09 e ODS, ridimensionati dalle elezioni, assieme al Partito comunista di Boemia e Moravia e ai populisti di Alba (Úsvit) dell’imprenditore céco-giapponese Tomio Okamura. Le trattative si protraevano da quasi due mesi, dopo il risultato inconcludente delle elezioni anticipate d’ottobre.
I socialdemocratici hanno concesso a Babiš di lasciare inalterate le tasse su imprese e sugli alti redditi per tutto il 2014. la coalizione ha anche deciso di sospendere l’impopolare riforma delle pensioni introdotta lo scorso gennaio dal governo di centrodestra di Petr Necas. Per quanto riguarda le questioni energetiche, la coalizione ha annunciato che deciderà entro due anni sul previsto ampliamento della centrale nucleare di Temelín e sui limiti imposti alle miniere di carbone in Boemia.
Babiš ha proposto come membri del governo diversi dirigenti della sua holding Agrofert, il maggior gruppo industriale agroalimentare della Repubblica Ceca con oltre 200 società. Inoltre, pare che Babiš intenda controllare il ministero delle finanze, direttamente o attraverso la nomina di un economista di sua fiducia, con il rischio di un conflitto d’interesse notevole. Una “babišizzazione” del paese che secondo il magazine Respekt va assolutamente evitata. Babiš, che è il secondo uomo più ricco del paese, controlla oggi anche il secondo partito politico ed ha un ruolo fondamentale per la tenuta della coalizione di governo. Secondo Respekt, Babiš vorrebbe estendere il raggio d’azione dei suoi affari nel settore dei media (radio e tv) e dell’informazione, in cui ha recentemente acquisito il gruppo Mafra.
L’ultima parola sulla composizione del governo resterà comuqnue al presidente della repubblica Milos Zeman, vecchio rivale di Sobotka negli stessi socialdemocratici – si dice che ci sia lui dietro il tentativo fallito di rimuovere Sobotka dalla leadership del partito a seguito delle elezioni.
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