La Commissione europea ha chiesto al Consiglio dell’Unione di confermare la procedura per deficit eccessivo nei confronti della Croazia, l’ultima arrivata nell’Ue. Il governo di Zagabria ha già annunciato che saranno necessari tagli per ridurre le spese pubbliche al più presto. Una batosta per il governo socialdemocratico in carica che, dopo anni di opposizione, si trova ora a governare in una congiuntura difficile trovandosi costretto a scelte impopolari.
”Il 2014 sarà un anno molto difficile e nei tre anni successivi dovremmo fare molti sforzi per portare il deficit sotto il tre per cento”, ha detto oggi il vicepremier e ministro per lo Sviluppo economico, Branko Grcic. In base alla proposta della Commissione europea, la Croazia dovrebbe potare il deficit dall’attuale 5% circa al 4,6% nel 2014, al 3,5% nel 2015, per scendere sotto la soglia del tre per cento nel 2016. La riduzione della spesa pubblica potrebbe però nuocere a un paese in crisi, come la Croazia, che forse avrebbe più bisogno di misure espansive. Taglio della spesa pubblica fa rima, in genere, con riduzione del welfare (scuole, ospedali, pensioni, sussidi…) e solo in minima parte con “riduzione degli sprechi”. Certo non gioverà all’economia croata il rialzo dell’Iva per i prodotti agevolati (pane, latte, olio, medicinali) dall’attuale 10% al 13%, né l’aumento di una serie di accise. Bruxelles ha dato al governo croato tempo fino alla fine di aprile per avviare le misure adeguate ”per assicurare un progresso nella correzione del deficit eccessivo” e presentare la strategia fiscale e finanziaria per i prossimi tre anni.