UCRAINA: La Russia blocca le bollette del gas, mentre il premier si scusa per le violenze della polizia

Il gigante russo del gas Gazprom e la compagnia energetica statale ucraina Naftogaz hanno trovato un accordo per rinviare alla prossima primavera il pagamento delle importazioni di metano russo da parte dell’Ucraina nei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Lo ha fatto sapere l’amministratore delegato di Naftogaz, Jevhen Bakulin. Intanto il governo ucraino è sopravvissuto alla mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, ma le migliaia di manifestanti pro-Ue che da giorni occupano il cuore di Kiev non accennano a voler abbandonare la protesta.

Nel mirino c’è il governo del premier Mykola Azarov, ma soprattutto il presidente Viktor Janukovich che stamane, tuttavia, ha lasciato Kiev alla volta di Pechino per una visita ufficiale di tre giorni. Il tutto mentre il segretario di stato americano, John Kerry, ha deciso di disertare il ventesimo vertice ministeriale dell’Osce, l’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa, in programma proprio a Kiev il 5 e 6 dicembre.

A richiedere una mozione di sfiducia sono stati i tre principali partiti dell’opposizione, l’Unione Pan-Ucraina ’Patria’ dell’ex premier Julija Timoshenko, l’Alleanza Democratica Ucraina per le Riforme (“Udar”: la sigla significa anche “colpo”) guidata dal pugile Vitaly Klitschko e i nazionalisti di “Svoboda” (“Libertà”), uniti contro il governo, al centro delle critiche per il congelamento della firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. La mozione ha ottenuto il sostegno di solo 186 voti contro i 226 necessari per passare, dopo che il partito di governo si è astenuto.

Aprendo la sessione straordinaria in Parlamento, prima del voto, il premier si è scusato per le violenze della polizia contro i manifestanti pro-Ue, esortando tuttavia i parlamentari a non ripetere l’esperienza della rivoluzione arancione del 2004. “A nome del governo, vorrei scusarmi per le azioni delle nostre forze dell’ordine a Piazza dell’Indipendenza” (“Majdan Nezaležnosti”), ha affermato Azarov, invitando a “respingere gli intriganti, quelli che vogliono il potere e che stanno cercando di ripetere lo scenario del 2004”. Oltre 30 dimostranti sono rimasti feriti sabato scorso quando la polizia e’ intervenuta con lacrimogeni e manganelli per disperdere centinaia di attivisti pro-Ue che occupavano Piazza dell’Indipendenza. Il giorno seguente, oltre 100.000 persone sono scese in piazza in una protesta degenerata in scontri con le forze dell’ordine intorno al palazzo presidenziale nel centro di Kiev.

Stamane, mentre in migliaia assediavano il Parlamento in attesa dell’esito del voto, Azarov ha promesso un rimpasto di governo: “Posso assicurare ai parlamentari una cosa: trarro’ conclusioni ferme da quanto accaduto e faro’ seri cambiamenti nel governo”. Il premier e’ quindi tornato sulla telefonata avuta ieri da Janukovich con il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. “Abbiamo deciso di andare avanti con i colloqui sulle condizioni per un accordo d’associazione e la zona di libero scambio. La Commissione europea e l’Unione europea sono pronte a considerare la questione della compensazione finanziaria all’Ucraina”, ha sostenuto.

Chi è Giovanni Bensi

Nato a Piacenza nel 1938, giornalista, ha studiato lingua e letteratura russa all'Università "Ca' Foscari" di Venezia e all'Università "Lomonosov" di Mosca. Dal 1964 è redattore del quotidiano "L'Italia" e collaboratore di diverse pubblicazioni. Dal 1972 è redattore e poi commentatore capo della redazione in lingua russa della radio americana "Radio Free Europe/Radio Liberty" prima a Monaco di Baviera e poi a Praga. Dal 1991 è corrispondente per la Russia e la CSI del quotidiano "Avvenire" di Milano. Collabora con il quotidiano russo "Nezavisimaja gazeta”. Autore di: "Le religioni dell’Azerbaigian”, "Allah contro Gorbaciov”, "L’Afghanistan in lotta”, "La Cecenia e la polveriera del Caucaso”. E' un esperto di questioni religiose, soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS.

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